I romantici

di Pankaj Mishra

Pankaj Mishra è forse più famoso per Pollo al burro a Ludhiana, un racconto di viaggio nei villaggi dell'India, o per La tentazione dell'occidente, riflessione sulla modernità che avanza nel subcontinente.

Recentemente è anche stato pubblicato La fine della sofferenza, un viaggio nei luoghi e nell'anima del buddhismo. Di lui ho letto alcuni articoli, scritti per il New York Times o per il Guardian, e ultimamente anche per la stampa italiana. I suoi articoli mi piacciono, ma c’è sempre qualcosa che mi sfugge, come se volesse dire qualcosa ma se lo tenesse fra le righe.

E’ con lo stesso fare incerto che ho iniziato il suo primo romanzo I romantici (è inutile, alla fine io prediligo sempre la narrativa...). Anche fra queste pagine sono molte le cose trattenute fra le righe, le situazioni sospese, le emozioni irrisolte. Ma è proprio per questo che la storia di Samar mi ha coinvolto, anche se a tratti l'ho avvertita un po' ingenua, esile, o forse solo un po' costruita.

Samar è un giovane studente a Benares, che passa le sue giornate fra la biblioteca dell’università, le serate solitarie sui ghat, le letture nella sua stanza umida in affitto. Samar legge, legge molto. Legge Schopenhauer, Pascal, Wilson. Legge l'Educazione sentimentale di Flaubert, che tanto richiama la sua vicenda umana. Legge in modo disordinato autori occidentali, senza coglierne il contesto e quindi l’essenza profonda, lontana ed estranea, che non sopravvive al di fuori del quel contesto.
E soprattutto, Samar vive di parole non dette, di silenzi malinconici; osserva molto e parla poco.

La vicina di Samar è Miss West, una donna inglese che lo introduce nel mondo degli espatriati occidentali che vivono a Benares che, nello stesso moto di Samar ma in direzione opposta, sono lì in India a ricercare qualcosa, il buddismo, la spiritualità, l’arte.

Samar diventa protagonista involontario dell’incontro dei due mondi. Osserva con silenzioso stupore i comportamenti occidentali, ma l’incontro resta irrisolto, perché mai compreso. Samar si innamora, ma l’amore è intrinsecamente impossibile fin dal suo inizio.

Quello che resta fra le righe e fra le parole non dette, è un senso di estraniazione, non solo verso gli occidentali, ma anche verso gli studenti dell’università, verso il suo unico e misterioso amico Rajesh, con il quale non riesce veramente mai a comunicare.

Alla fine questa volta, quello che mi è rimasto è il dubbio se questa inquietudine sia solo in quel sottile confine che sta in mezzo fra l’India e l’Occidente, oppure sia proprio una inevitabile condizione di questa vita, “sospesa a metà fra il vuoto e l’illusione”.

Commenti

  1. Ti confesso che l'ho comprato uno o due anni fa ma non l'ho mai cominciato. Ma per come l'hai descritto mi attira e così... ti farò sapere quando lo leggerò. Invece La tentazione dell'occidente come puoi immaginare mi attira molto. Lo cerco. Grazie!

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  2. Anche a me ispira molto.
    Ho letto anche io dei suoi articoli (sul Kashmir), sono sicuramente interessanti, un punto di vista nuovo rispetto ai soliti giornalisti italiani...
    ciao!

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  3. non ho letto Pankaj, la storia sembra un po mysterioso..
    la altra cosa che non sapevo è non mai imaginato che cosi tanti libri indiani sono tradutti in italiano. è una cosa fantastica!

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  4. Cristina, visto che la cosa ti interessa, in questo romanzo "la tentazione dell'occidente" non è tanto riposta della modernità (con cui più spesso l'occidente viene identificato, in contrasto alle tradizioni), ma più che altro proprio nel pensiero occidentale, nei filosofi e nei libri. Per poi scoprire che gli occidentali in realtà tutti questi libri non li hanno mai letti... e così perdersi fra la realtà e le filosofie.

    Elisa, anche io ho trovato interessanti i suoi articoli sul Kashmir, ma non sono mai sicura di avere capito fino in fondo quello che intendeva dire... ma forse sono io che non ho chiarissima la situazione!

    Raj, come vedi un certo interesse nei confronti degli scrittori indiani c'è! Anche se spesso in Italia si traducono scrittori che sono già famosi in Inghilterra o negli Stati Uniti.
    Io vorrei sempre tanto che si traducessero non solo i libri scritti in inglese, ma anche quelli scritti in altre lingue indiane (ci spero sempre...).

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  5. Ti capisco, ma i libri in altre lingue sono tradutti molto raramente. Forse Gitanjali di Tagore è un esempio più famoso.

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  6. E se non si capisse dove vogliano parare gli articoli del Pankaj perché -- saggisticamente parlando: ignoro la sua narrativa -- l'autore è (ora più ora meno) farraginoso? Del resto il suo bel nome significa "nato dal fango" (il riferimento è ai fiori di loto), una certa torbidezza è scusabile.

    E nessuno esulta per la vittoria del grande A.R. Rahman agli Oscar?

    Chiedo scusa per il mancato post di Tagore: travolto dalle onde e dalle correnti avverse del tempo, ma prima o poi il vascello della mia buona intenzione raggiungerà la tua sponda digitale... Ho trovato l'antico libricino, è già qualcosa...

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  7. Raj, Tagore mi piace tantissimo (ovvio, come fa a non piacere?).
    Ma tu ci dici un qualche bel libro in marathi? (tradotto in inglese, please)


    Giri (il tuo nome ha preso ad apparirmi così nelle segnalazioni dei commenti che arrivano per email, si vede che ormai ti conoscono), la torbidezza fangosa mi è sempre piaciuta... io ancora al Pankaj gli do il beneficio del dubbio. Di sicuro non è diretto ed esplicito!
    D'altro canto il suo essere farraginoso, nella narrativa ci sta: nei Romantici il protagonista non sa bene cosa vuole, chi è, cosa fa, è sempre incerto su tutto, sempre impiastricciato nella fanghiglia (e di fiori di loto d'altra parte non se ne vedono).
    Non ti preoccupare per il mancato post... se conto i miei mancati post (e non solo post) sono ben di più. E, tanto per restare in tema, i miei vascelli sono tutti incagliati in acque torbide e fangose.

    Ma sì! Abbiamo esultato privatamente per Rahman. E perché non pubblicamente? Non lo so... mi sa che fa parte dei post mancati. Ma visto che dici di festeggiare, ora vedo di farlo.

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  8. Giri, hai visto che brava? Ti ho preso in parola. E ora mi do anche da fare anche per le svariate altre mancanze.

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  9. È molto difficle trovare. ma ho trovato uno qua..
    http://www.geocities.com/ssksearch/tukaram/mauli.html
    queste sono le traduzioni di poesia di Santo Tukaram (~1550-1650). Parlano di dio, ma anche di filosophia.
    ti dico se trova qualcosa altro.

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  10. Allora, ho appena letto di un libro nuovo che traduce poesia e storie in Kannada, Tamil, Konkani and Tulu. E tutti gli autori sono donne.

    http://www.caferati.com/kgaf/2009/02/05/curtain-raiser-hot-is-the-moon-poems-and-stories-by-women-in-kannada-tamil-konkani-and-tulu/

    non ho trovato sul Amezon, forse è presto.

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  11. Grazie Raj! Poesie in Tulu... interessante! Ti è piaciuto?
    Vedo che è curato da Arundhathi Subramaniam: ho letto qualche sua poesia sparsa, so che l'anno scorso è stata in Italia a un festival di poesia.

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  12. Scusami, non ho letto il libro. Ho letto la nitizia di uscita. :P
    adesso, sono securo che devo migliorare mio italiano :-)

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  13. Raj, assolutamente no: sono io che ho letto male, tu hai scritto giusto.
    Hai scritto "ho letto di un libro", che è giustissimo e che vuol dire che hai letto la notizia, non il libro.
    Sono io che ho letto un po' troppo di fretta (presa dall'entusiasmo della notizia di poesie tulu!).
    Scusa!

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  14. Ciao Silvia, e bentornata! Immagino le emozioni che devi aver provato durante questa tua seconda visita in India, si capisce anche dai tuoi messaggi! Io ho raccolto l'ennesimo tuo suggerimento, e non sono rimasta delusa, come sempre. Certo, è vero che Mishra è un po' farraginoso, trasmette sempre come un senso di incompletezza, ma mi pare di capire da altri suoi libri che questa è un po' la sua cifra stilistica...e poi, la prospettiva di un indiano affascinato dall'occidente, che osserva degli occidentali affascinati dall'oriente, è molto intrigante! grazie per la dritta ;-D PS ho raccolto altri tuoi suggerimenti, ma te ne parlerò nelle discussioni specifiche, se ti interessa...

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  15. PS mentre ero a Auckland, in visita da mio fratello, sono andata al cinema a vedere un film indiano (khatta Meetha, per la cronaca), e ho conosciuto due simpaticissimi indiani dell'Uttar Pradesh, del Sangam esattamente,proprio mentre leggevo Mishra! dimmi se non è kismet, questo...;-D

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  16. Ciao Anto, grazie mille per il tuo commento: fa sempre piacere sapere che quello si scrive ha qualche riscontro da qualche parte nel mondo... Quindi, si', mi interessa sicuramente sapere delle tue altre letture!
    Devo dire che qui l'essere farragginoso ben trasmette il senso di incompletezza degli occidentali e degli indiani che cercano di trovare quello che non hanno nelle altre culture...
    ma l'incompletezza e' piu' psicologica che culturale (anche se le due cose sono legate), e quindi questa ricerca alla fine non porta da nessuna parte.
    Io non ho ancora capito dove portera' la mia, di ricerca (questo e' il quarto viaggio in India), ma stavolta finalmente riesco a intrevvedere una possibilita'... poi quando ho elaborato lutto della fine del viaggio, vi diro'! :)

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  17. PS (ho letto solo ora il tuo PS): vorra' dire che dovrai andarli a trovare!

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  18. Questo romanzo è semplicemente magnifico..i parallelismi con L'Educazione Sentimentale disegnano delle pagine di incantevole letteratura e raffinata sensibilità..dal momento che solamente pochissime persone che conosco l'hanno letto, mi piacerebbe molto condividerne le impressioni. AndreaValo@hotmail.it

    Andrea

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  19. Ciao Andrea e benvenuto in questi lidi!
    Questo romanzo mi era piaciuto, ripensandoci a distanza di quasi 3 anni, è ben scritto e il protagonista si fa amare, nella sua indecisione, irrequietezza, fragilità e ricerca di sentimenti e di filosofie.
    Ricordo che qualcuno su un forum lo aveva definito uno smidollato, qualcun altro si era innamorato/a di lui...
    Che cosa ti è piaciuto particolarmente del romanzo?

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