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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Indulekha

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di O. Chandu Menon Due giovani sono innamorati, ma un nobile ricco e potente vuole lei in moglie, a tutti i costi. Ricorda qualcosa? No, non è I Promessi sposi , ma Indulekha . Il suo autore, O. Chandu Menon (1847-1899), lo scrisse nel 1889 e, anche se tecnicamente è il secondo romanzo in lingua malayalam, viene di fatto considerato il primo in ordine di importanza, quello che ha definito la narrativa malayalam moderna, che ha dato dignità letteraria alla lingua parlata nella vita di tutti i giorni, rompendo con la tradizione della lingua sanscritizzata fino ad allora usata in letteratura. Lei, Indulekha, è una giovane colta e determinata, un po' come il suo innamorato: intelligente, bello, istruito e di idee moderne. Il don Rodrigo in questione è un nambuthiri , un appartenente alla casta bramina, con tutti i privilegi possibili, letteralmente ricoperto d'oro, abituato a veder soddisfatto ogni suo desiderio. Il matrimonio che vorrebbe concludere con Indulekha è

Una certa ambiguità

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di Gaurav Suri - Hartosh Singh Bal “L'intento principale di Una certa ambiguità è mostrare al lettore che la matematica è bellissima.” Così inizia, nella nota degli autori, questo “ romanzo matematico ”, scritto a quattro mani da due matematici indiani. Forse però questo non era il libro giusto per me. Non perché non mi piaccia la matematica, al contrario proprio perché che la matematica fosse bellissima l'ho sempre pensato e non c'era alcun bisogno di convincermi. Una certa ambiguità racconta come Ravi, un giovane studente indiano a Stanford, scopra la matematica quasi per caso, con un corso sul concetto di infinito non previsto nel suo piano di studi. Allo stesso modo, sempre per caso e grazie alla matematica, in parallello Ravi scopre a poco a poco le vicende giudiziarie dell'amato nonno matematico (morto quando lui era bambino), arrestato per “blasfemia” in una piccola cittadina di provincia americana, nel lontano 1919. C'è molta più matematica che India, in t

Musica, libri, danza, pakora e samosa a Polesine

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Tempo di festival, senza dubbio. Lo scorso weekend ero a quello di Internazionale a Ferrara, a sentire un intervento di Steven Johnson sui nuovi mezzi di informazione (blog, social network e varie altre diavolerie sul web). Una delle obiezioni del pubblico è stata se così non si diventa alienati a stare ore al computer perdendo il contatto con la vita reale. Steven Johnson ha risposto che al contrario il web dà molte occasioni di incontrarsi nella vita reale e spinge, sempre si vuole, a uscire e ritrovarsi con persone che condividono gli stessi interessi, a venire a conoscenza di eventi e di luoghi che altrimenti resterebbero ignoti. Come preannunciato, ieri sono stata al festival Namastè Italia , a Polesine Parmense, piccolo paesino sul Po nella bassa parmense, in cui mai mi sarei sognata di andare se un giorno di maggio del 2008 non avessi iniziato a scrivere questo blog. La mia giornata è iniziata con il concerto di sitar e tabla di Nadim Khan e Arup Kanti Dass che hanno

Il Festival Namastè Italia a Polesine Parmense

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Segnalo il Festival delle culture Italia-India, Namastè Italia , che si terrà il prossimo weekend (9-11 ottobre) a Polesine Parmense (PR). Riporto qui il programma, ringraziando chi ha avuto il buon cuore di invitarmi e facendo notare che l'evento Letterature che si incontrano di sabato 10 ottobre alle 17:00 è abbastanza imperdibile... VENERDÌ 9 OTTOBRE ore 18.00 Le autorità incontrano la stampa e il pubblico per la presentazione di Namastè Italia ore 21.00 Marionette indiane spettacolo di Naurang Ji SABATO 10 OTTOBRE ore 11.00 Turismo Italia India incontro con Bashir Khan ore 13.00 Pranzo: gastronomia indiana ore 15.30 Concerto sitar di Nadim Khan e Arup Kanti Dass ore 17.00 Letterature che si incontrano con Guido Conti, Silvia Merialdo, Vincenzo Mingiardi, Alessandro Vescovi ore 19.30 Cena : gastronomie italiana e indiana ore 21.30 Sul fiore di loto di Simona Zanini. Teatro-danza classico indiano in stile Bharata Natyam (1a nazionale) DOMENICA 1

Il Mahabharata su Twitter

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Cercando qualche link per il post precedente su MT Vasudevan Nair (che poi alla fine neanche ho messo), mi sono imbattuta in questa notizia : Chindu Sreedharan, un lecturer indiano della Bournemouth University in Inghilterra, sta raccontando il Mahabharata sulla sua pagina di Twitter , che non a caso ha chiamato Epic retold . Il più lungo poema epico della storia dell'umanità "fatto a pezzi" in tanti piccoli post di massimo 140 caratteri. Non c'è dubbio che il dono della sintesi sia molto apprezzato oggi... Chindu Sreedharan ha iniziato a fine luglio e finora ha scritto 205 post (o meglio, tweets). E' stato ispirato proprio dalla lettura di Randamoozham di MT Vasudevan Nair, che ha riletto più volte, e nei suoi post ha scelto il punto di vista di Bhima. Nel postare su Twitter poi ha seguito prevalentemente Bhimsen, un'altra riscrittura del poema, che Prem Panicker ha scritto sul suo blog , a sua volta ispirata a Randamoozham e quindi ancora riscri