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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

Ritorni, partenze

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Dall'ultimo viaggio in India a oggi, ho scritto migliaia di parole, su questo blog e in centinaia di email, per stare in contatto con un mondo che amo.  Ne ho lette sicuramente molte di più, di parole, nelle pagine dei libri che ho divorato, famelica. Ho fatto tanti sogni. Tutto il resto, quello che non si può né scrivere né leggere e neanche sognare, torno a viverlo laggiù. Torno da persone care e vado a conoscerne di nuove, alcune incontrate anche nel piccolo mondo di questo blog e delle sue diramazioni. Torno sulle orme di libri letti e sognati, inseguendone altri. E poi, soprattutto, torno ad Akanksha , l'associazione per i bambini degli slum di Bombay dove ho lasciato il cuore. Se riuscirò, scriverò qui sopra, altrimenti ci sarà settembre per raccontare. Una dolce estate a chiunque passi di qui.

Fra due omicidi

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di Aravind Adiga "I personaggi di Maupassant non fanno altro che volere: vogliono, vogliono e vogliono. Soldi, donne, successo. E poi di nuovo: più soldi, più donne, più successo. I tuoi personaggi non vogliono niente!" Così si sente rispondere dal suo editore il protagonista di un racconto di Fra due omicidi , per sentirsi replicare che non si possono pubblicare le storie di chi non vuole niente. Così sembrerebbero essere anche gli stessi personaggi di questa serie di racconti dell'autore della Tigre bianca , ambientati nell'immaginaria città di Kittur, sulla costa fra Calicut e Goa, nel periodo di tempo compreso tra l'omicidio di Indira Gandhi e quello di suo figlio Rajiv, cioè tra il 1984 e il 1991. I personaggi, in realtà, vorrebbero. Ma non possono. Ci provano. Ma non riescono.  Vorrebbero anche poco: un lavoro dignitoso, un minimo di giustizia, un pranzo decente al giorno, un tetto sopra la testa, il superamento discriminazioni di casta o

Fiume di fuoco

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di Qurratulain Hyder Questo maestoso e grandissimo romanzo è, almeno a prima vista o prima approssimazione, un romanzo sulla Storia. La Storia che corre con il suo flusso incessante, inarrestabile, non lineare, fotografata in quattro episodi distinti e fra loro cronologicamente distanti. Quello che collega un momento storico all'altro sono i nomi dei personaggi, che ricorrono nei vari episodi, senza che siano in realtà reincarnazioni di vite successive, né che ricordino in alcun modo quello che è successo nei secoli antecendenti. Ovvero senza il senno del poi, di cui il lettore è l'unico depositario. Il primo dei quattro periodi è il quarto secolo avanti Cristo, in cui seguiamo un giovane "studente", un brahmachari errante nei boschi fra privazioni fisiche e meditazione, nel periodo in cui il buddhismo conquistava pacificamente adepti nelle foreste e fra le famiglie reali dell'India. Con un salto vertigionoso ci troviamo nel 1400 a seguire Kamal, un pers