Intervista a Dhananjay

Ancora storie bengalesi

Tanto per restare in tema e continuare con altre storie bengalesi dopo avervi già abbondantemente annoiato con gli ultimi post su Tagore, qualche tempo fa avevo chiesto al mio amico Dhananjay di essere intervistato all'interno di un articoletto sulle letterature dell'India. L'articolo poi non è uscito del tutto, e allora ecco qui questa piccola intervista. 

Dhananjay Ghosal è stata la mia guida "turistica" a Calcutta e nel Bengala, ma soprattutto è stato (ed è sempre di più) la mia guida spirituale in quello splendido e sconfinato territorio che è la letteratura bengalese. 
Dhananjay ha scritto varie raccolte di poesie e romanzi in bengalese (ed è stato scelto come uno dei rappresentati della letteratura bengalese l'anno scorso al Salone del libro di Torino, dove ci siamo conosciuti).

Se avete altre domande non esitate a chiedere!


Parlaci di te: che cosa hai scritto e quali sono i tuoi temi preferiti?

Scrivo poesie e romanzi. Amo andare alla ricerca dell'eredità culturale bengalese e della nostra storia, ma nei miei romanzi cerco anche di rappresentare la situazione sociale in cui viviamo.
Adesso sto scrivendo un romanzo che racconta della vita nei Sundarbans, un luogo incredibile dove la popolazione incontra ogni giorno diversi problemi, ma cerca di superarli nella quotidianetà.
Il mio romanzo precedente era sui Baul, i menestrelli bengalesi, con la loro particolare filosofia di vita che mi ha molto influenzato e che mi motiva a esplorare i loro rituali e pensieri. I Baul sono cantori di storie e di canzoni folk bengalesi, e hanno uno stile di vita particolare e misterioso, che io ho cercato di esplorare per capire la loro filosofia nascosta. 

La letteratura bengalese ha una lunghissima tradizione. C'è qualche scrittore o qualche opera che ti ha influenzato particolarmente?

Nessuno mi ha influenzato in modo particolare, ma c'è sicuramente un processo di assimilazione che questa lunga tradizione contina a portare. Prima di iniziare a scrivere, ho "consumato" la mia tradizione e allo stesso tempo cerco di stabilire una mia identità prendendo da tutti questi strati letterari. In realtà è un processo di emancipazione.
In qualche modo sono stato influenzato da Samoresh Basu.

Rabindranath Tagore è il bengalese più famoso del mondo. Ha ancora influenza sugli scrittori contemporanei?
 
La grandezza di Rabindranath è himalayana, ma si può dire che gli scrittori contemporanei non lo seguano.
La sua filosofia e le sue creazioni ci spingono a capire il nostro presente: Rabindranath è profondamente accettato anche dai più giovani, che però non scrivono come lui: nel frattempo i parametri sociali sono cambiati e la nostra contemporaneità ci impone nuove idee. 
Tagore però rimane necessario per capire la nostra realtà e per superare le barriere.

Che cosa leggono oggi i giovani di Calcutta: libri in bengalese o in inglese?

La maggioranza in bengalese. Una parte di loro legge però sia in bengalese sia in inglese. 

Quali autori bengalesi suggeriresti ai lettori italiani?

E' difficile fare una lista... sicuramente Rabindranath.



Commenti

  1. Grazie per questo articolo! A parte Mahasweta Devi, che ho letto a lungo, non conoscevo nessun altro. Buona giornata

    RispondiElimina
  2. Ciao Clara!
    Purtroppo degli altri in italiano non c'è praticamente niente (solo un racconto di Sunil Gangopadhyay).
    Di Sunil Gangopadhyay non mancano però traduzioni in inglese, con lui ci si può abbastanza sbizzarrire (Fakir, Those Days, Days and nights in the forests, First light). Anche lui l'ho conosciuto a Torino, è molto famoso nel mondo bengalese e ora è anche il presidente della Sahitya Akademi.

    Samoresh Basu è famoso perché un suo romanzo è stato accusato di oscenità (ma non conosco nessuna traduzione), mentre di Shirshendu Mukhopadhyay non mi risulta ci sia niente! :-(

    RispondiElimina
  3. ciao Silvia, che interessanti questi spunti per leggere, come sempre:-)
    io non ho mai letto nulla degli autori indicati qui sopra, anche se vorrei regalarmi qualcosa di Mahasweta Devi. Ho letto però Alka Saraogi, che è anche lei bengalese e che mi è piaciuta molto (soprattutto la Storia di Ruby Di).
    Grazie! Buon fine settimana!

    RispondiElimina
  4. Ciao Elisa!
    Mahasweta Devi è bravissima, nei suoi racconti crudi, spietati e sinceri.
    Anche a me piace molto Alka Saraogi (anche se in effetti scrive in hindi e non in bengali): mi è piaciuto molto anche Bypass al cuore di Calcutta, ma anche La storia di Ruby Di è molto bello.
    Un buonissimo fine settimana anche a te!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il miracolo della letteratura indiana contemporanea

Una certa ambiguità

Shantaram