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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

Incontriamoci!

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Con le ragazze che seguono questo blog (e che scrivono a loro volta bellissimi blog) abbiamo pensato che è sempre emozionante incontrarsi fra appassionati di libri e di India. Noi ci vediamo sabato 15 ottobre a Bologna per pranzo, con annessa scorpacciata in ristorante indiano.  Siete tutti benvenuti a unirvi a noi (nel caso scrivetemi)! 

Il gioco di Ayyan

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di Manu Joseph Divertente, simpatico e intelligente, Il gioco di Ayyan è la storia di un dalit che lavora come umile impiegato tuttofare nell'Istituto per la Teoria e la Ricerca di Bombay, un centro di ricerca popolato da scienziati di alto livello, tutti di casta bramina.   Il romanzo d'esordio del giornalista Manu Joseph, dal titolo originale Serious Men , ha vinto il The Hindu Best Fiction Award ed è stato recentemente tradotto da una casa editrice che si occupa principalmente di scienza, Edizioni Dedalo. E' il mondo degli scienziati, delle loro guerre interne, dei loro assurdi modi di dire e di pensare a essere al centro del libro, un mondo che si intreccia con questioni di casta (scienziati bramini che pensano che i dalit non siano intelligenti come loro e che le quote non funzionino perché ammazzano il merito), questioni di genere (sono tutti uomini, tramite la bella e giovane Oparna, unica ricercatrice donna dell'istituto su cui tutti puntano c

I giardini di Ceylon

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di Shyam Selvadurai " Questo non è Orgoglio e pregiudizio, akka. Il tuo Dancy non arriverà a cavallo ". Così dice a un certo punto di questo romanzo una giovane ragazza alla sorella in età da marito.  E in effetti il suo Dancy non arriverà a cavallo, però per certi versi sembra proprio di essere in un romanzo di Jane Austen, per le descrizioni dei personaggi, stretti fra voglia di autonomia e convenzioni sociali, per l'abilità di delineare un'epoca, per la trama fatta di intrecci famigliari e ricerca di mariti, per i dialoghi che mandano avanti la storia.  Qui siamo però in Sri Lanka alla fine degli anni Venti, quando ancora l'isola si chiamava Ceylon e faceva parte dell'impero britannico. Il sapore del romanzo è molto coloniale, un po' retrò, con le descrizioni delle camicette da sari dell'epoca, dei mobili e delle tende, dell'archittettura delle case e dei quartieri di Colombo, girati in macchina o in risciò.  Il titolo