Un libro su Ghosh

Amitav Ghosh
di Alessandro Vescovi

Questo libro è arrivato proprio al momento giusto: non appena finito di leggere Il fiume dell'oppio, proprio quando stavo cercando di fare il punto sui romanzi di Ghosh che ho letto in modo casuale e a distanza di anni uno dall'altro.

Infatti è stato molto interessante leggere Amitav Ghosh di Alessandro Vescovi (che insegna letteratura inglese e dei paesi anglofoni all'università di Milano e che ho avuto il piacere di incontrare in alcune occasioni "indiane").

La lettura mi ha finalmente dato una visione d'insieme e un senso cronologico dell'opera di Amitav Ghosh, dal realismo magico degli esordi passando per una narrazione destrutturata per tornare poi a una scrittura più fluida e ottocentesca, fra India e New York, fra Egitto e Calcutta, con una narrativa che di volta in volta prende le forme della fantascienza, del diario di viaggio, dell'epopea storica.

D'altra parte, il libro può anche essere letto come introduzione ai romanzi di Ghosh, senza necessariamente averli letti prima (ma in questo caso si finirà necessariamente a leggerli subito dopo).



Alessandro Vescovi individua nella varietà dei temi trattati da Ghosh una tendenza comune, quella di unire una scrupolosa ricerca condotta con rigore scientifico a un atteggiamento umanistico.

Così nel Paese delle maree la ricerca su un luogo particolare come i Sundarban (la foresta lagunare al delta del Gange) confluisce in romanzo poetico e lirico con un forte messaggio ecologico, nel Palazzo degli specchi la ricerca storica diventa memoria e immaginazione, in Cromosoma Calcutta l'epistemologia e l'analisi della scienza coloniale svelano nessi magici e misteriosi.

Inoltre, nella sua ricerca storica (ricerca che spesso è anche geografica, abbondante com'è di dettagli minuziosi delle località descritte), Ghosh sceglie storie o luoghi ai margini della storiografia, cancella la distinzione fra centro e periferie, rappresenta i subalterni senza illudersi di dar loro voce né farli diventare l'oggetto di un freddo studio antropologico, grazie a un cosmopolitismo che fa da antidoto alla globalizzazione.

In tutto questo, come nel seguire l'animo dei suoi personaggi, è sempre ben consapevole che la necessaria ricerca sul campo non sempre è sufficiente perché esistono luoghi o momenti non conoscibili: è quindi la memoria a vincere sulla storiografia, e l'immaginazione sulla conoscenza.

Allo stesso modo, è sempre l'atteggiamento umanistico a prevalere nei suoi romanzi.

L'aspetto che più mi è piaciuto di questo libro è che Alessandro Vescovi fa proprio come Amitav Ghosh: da una parte porta avanti una ricerca minuziosa e rigorosa sui testi, attenta ai termini usati, ai rimandi letterari, ai particolari dei contenuti, ma dall'altra prevale la componente umana, che in questo caso è l'entusiamo nei confronti della narrativa di Ghosh e la passione per la letteratura.


Commenti

  1. sembra interessante; in effetti trovo che la scrittura di Ghosh cambi molto dai suoi primi libri (mi erano piaciuti tanto Il cerchio della ragione o Le linee d'ombra)a questi ultimi, che mi sembrano più 'commerciali'.
    Ma forse sono troppo critica :)
    comunque rimane un grande (l'ho anche conosciuto di persona, e mi era piaciuto)
    ciao e buona domenica!

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  2. ah! e poi, si era ventilata la possibilità di vederci per un altro epico pranzo... dopo pasqua?
    bacioni

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  3. Le linee d'ombra d'ombra è uno dei miei romanzi preferiti in assoluto.
    Fra l'altro, proprio leggendo questo saggio su Ghosh, a posteriori mi sembra che non sia solo un romanzo (per altro bellissimo e complesso), ma una chiave di lettura di tutta la produzione futura e passata di Ghosh, in cui molti aspetti che caratterizzano tacitamente altri libri sono esplicitati: l'impotanza dell'immagizione, l'osservazione dei dettagli, l'inconoscibilità della storia, la soggettività dei punti di vista.

    Non so se i romanzi successivi siano più commerciali, direi sicuramente più epici, più romanzoni in stile ottocentesco. Anche meno criptici di quelli iniziali, quindi in questo senso più accessibili. Ma forse non direi commerciali: se si vuole si possono trovare molti riferimenti come in quelli iniziali (ma si possono leggere anche come storie più "facili").

    Io dopo Pasqua parto per il Giappone (finalmente!), quindi per il pranzo non ci sarò fino al weekend del 12 maggio...

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  4. ciao Silvia,
    infatti, i suoi primi romanzi -come le linee d'ombra- hanno molto più spessore e profondità degli ultimi. Almeno questa è la mia impressione, e dato che credo sia uno scrittore capace di fare qualsiasi cosa della sua scrittura -è bravissimo-, deduco che lo stile (e il volume) degli ultimi romanzi non siano casuali. Ma ripeto, so di essere molto critica, a volte. Prendetemi così!

    cambiando discorso: beata te che vai in Giappone!! ti invidio molto :-) allora aspettiamo che tu torni con tutte le storie giapponesi e poi facciamo un altro incontro con pranzetto...
    bacioni!

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  5. Fai benissimo a essere critica!
    Secondo me si è lasciato "prendere la mano" dalle epopee storiche: si vede che gli piace proprio andarsi a cercare storie un po' dimenticate e a farci sopra dei romanzoni.
    In questo senso questi ultimi romanzi, più "facili", hanno il pregio di farti conoscere storie poco conosciute con una grande leggerezza (soprattutto nel Fiume dell'oppio): è impressionante quanta storia ci sia pur restando estremamente scorrevole.
    Comunque può essere che il suo stile cambi ancora: se leggi questo libro su Ghosh il suo percorso, pur nella sua diversità, ti sembrerà (forse) più coerente.

    Va bene, ci vediamo sicuramente al mio ritorno (non vedo l'ora di partire), allora!

    Bacioni!

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  6. "Le linee d'ombra" aspetta paziente sulla mensola della libreria. Adesso che mi avete detto che lo stile e' diverso dagli ultimi romanzi sono ancora piu' curiosa di leggerlo. Ti faro' sapere!
    Che bello che finalmente vai in Giappone!!! Come mi manca! Se solo il viaggio fosse piu' economico ci tornerei ogni anno, anche per rivedere le mie amiche che mi mancano tanto!!! Spero che ti piaccia e aspetto di sapere come ti e' sembrato.

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  7. Ciao Karachan!
    "Le linee d'ombra" è davvero bello, è uno dei pochi libri che ho riletto più volte. E' uno di quei libri che ha diversi piani temporali e spaziali, a me è piaciuto parecchio.

    Eh già, finalmente parto per il Giappone! Ti scrivo per email: se hai dei consigli da darmi sono sicuramente bene accetti!
    ciao!

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  8. certo, chiedi pure!
    pero' dal 4 aprile saro' in italia dai miei e quindi non avro' sempre accesso a internet.
    se mi scrivi prima e' meglio!

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  9. ecco, ti ho scritto! ora ti pentirai di aver nominato il Giapppone... :-)

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