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Visualizzazione dei post da 2013

10 anni dopo

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Il tempo, i tempi. Ci sono cose che hanno tempi diversi dai nostri, da quelli che ci aspettiamo, da quelli che vorremmo, dal nostro "tutto e subito". I semi piantati crescono, a distanza di anni, o di decenni. Anche quando ormai ci abbiamo rinunciato e abbiamo stabilito che ormai "non è più tempo". Ma alla fine il tempo non lo decidiamo noi. Ho conosciuto Rajeevan 10 anni fa, a Calicut in Kerala, nel campus dell'università, a un pranzo in una capannetta di adivasi vicino a un fiume. Lui era il direttore di una piccola casa editrice, Yeti books, un poeta in lingua malayalam e in inglese.  Abbiamo parlato di letteratura, poesia, teatro, di India, di religione, di tante cose. Lui ha provato a venire in Italia una volta che era in Croazia, ma gli hanno rifiutato il visto. Ho fatto da garanzia per farlo venire qua, giurando per iscritto che se lui diventava un clandestino io andavo nei guai. Gli hanno respinto nuovamente il visto. Ho provato a

Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente

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di Mohsin Hamid Amore o denaro? Che cosa conta di più nella vostra vita? E nell'Asia emergente? Leggere questo libro mi ha fatto venire in mente uno dei miei giorni passati ad Akanksha , un'associazione indiana che si occupa dell'istruzione dei bambini degli slum di Bombay e di Pune. La storia è raccontata in questo vecchissimo post , ma in pratica la domanda dell'insegnante alla classe era: conta di più l'amore o il denaro? Le risposte dei bambini che vivono negli slum di Bombay, nel cuore pulsante dell'Asia emergente, sono state chiarissime: il denaro. Senza quello non si va da nessuna parte. E così lo scrittore pakistano Mohsin Hamid, autore del Fondamentalista riluttante (a proposito: qualcuno ha visto il film tratto dal libro? io non ci sono ancora riuscita...), sulla scia di questa certezza, scrive un libro brillante e originale nello stile, con l'espediente di essere un libro di self-help, di autoaiuto, come quelli per smettere di fum

Il sospiro lieve dei sensi

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di Tarun J Tejpal Un romanzo davvero forte e inquietante. Nelle prime pagine il protagonista inizia a raccontare la sua storia a un registratore, ha poco tempo, perché fra poco arriveranno a ucciderlo. Capiamo che è fuggito da qualche posto e si è rifugiato a vivere insieme a una donna, in una vecchia casa in un villaggio indiano. Ci racconta in modo dettagliato tutta la sua vita, affinché nella "farmacia delle storie del mondo" qualcuno possa trarre giovamento dalla sua: è vissuto all'interno di una grande comunità (o setta, ma questa parola non viene mai usata) che segue i dettami di Aum (letto "ohm", la lettera primordiale dell'universo), un guru-profeta che durante la sua vita ha fondato un nuovo modello di vita in una valle dell'Himalaya, lontano da tutte meschinità del nostro mondo: il possesso, l'ego, l'invidia, l'individualismo, la disuguaglianza. La storia, al crescere del protagonista, che cresce non solo ana

Imperi dell'Indo

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La storia di un fiume di Alice Albinia È un viaggio che ho sognato anche io, un giorno sulle sponde dell'Indo ad Alchi, in Ladakh, quello di poter percorrere il fiume fino alla foce nel Mare Arabico, lasciandosi portar via dalla sua corrente impetuosa che dona angoli verdi di vegetazione in un deserto d'alta montagna. Alice Albinia , giovane giornalista inglese, ha fatto invece questo viaggio a ritroso, controcorrente, dalla foce fino alle sorgenti dell'Indo.   L'Indo è il fiume che ha dato il nome all'India e all'induismo, ma che oggi per la maggior parte scorre in Pakistan, un fiume che ha visto le prime città del mondo, che ha attratto conquistatori assetati e lungo cui sono passate le principali religioni e civiltà del subcontinente, un "fiume selvaggio e magnifico, moderno, storico e preistorico", anche se oggi viene continuamente messo in pericolo dall'incuria dell'uomo e dalle dighe. Leggere Imperi dell'Indo , pubblica

Il suono del respiro e della preghiera

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di Tahmima Anam      Di Tahmima Anam, scrittice originaria del Bangladesh emigrata in Inghilterra, avevo letto I giorni dell'amore e della guerra , ambientato durante la guerra di indipendenza del 1971. Il libro mi era piaciuto, anche se non mi aveva convinto fino in fondo. Ora mi è arrivato direttamente dal Bangladesh, da due miei carissimi amici viaggiatori (grazie!), il secondo romanzo della scrittice, The good muslim che è poi la continuazione del primo. In realtà si può anche leggere in modo indipendente e sta perfettamente in piedi da solo, ma se li volete leggere entrambi, iniziate senza dubbio dai Giorni dell'amore e della guerra. Solo una precisazione sui titoli italiani: qui The good muslim originale è diventato Il suono del respiro e della preghiera . Non dico altro... Questo secondo romanzo, che poi dovrebbe essere seguito da un terzo, mi è piaciuto più del precendente. Mentre nei Giorni dell'amore e della guerra si parlava del gran

Tree without roots (Lal Shalu)

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di Syed Waliullah Cerco ora di recuperare un po' e di parlare dei libri che ho letto nell'ultimo inverno che ancora non si sono guadagnati un loro post in queste pagine. Mi riattacco al discorso sulla letteratura del Bangladesh (se a qualcuno fosse sfuggito qualcosa dopo tutto questo tempo, vi ricordo la pappardella in due puntate qui e qui ): è ora giunta la volta di  Tree without roots di Syed Waliullah (1922-1971), che ha molto gentilmente spedito Mahmud Raman . Il libro è stato pubblicato in bengali nel 1948 con il titolo di Lal Shalu (stoffa rossa) e poi è stato tradotto in inglese nel 1967 dal suo stesso autore, che nel tradurlo l'ha anche un po' reinventato. La storia è quella di Majeed, che arriva come straniero in un piccolo villaggio bengalese. Majeed riesce a convincere abbastanza facilmente gli abitanti del villaggio che una vecchia tomba abbandonata subito fuori il centro abitato è il realtà il mausoleo di un santo, di cui si autoproclam

Non solo India - Divagazioni letterarie centroasiatiche

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Questo blog, come ben sapete, è nato per condividere le mie letture indiane.  Ma ultimamente, pur rimanendo l'India e il subcontinente il centro di gravità delle mie esplorazioni di ogni tipo, ho letto molte altre robe e mi è venuta voglia di parlare anche di loro.  Quindi inauguro l'etichetta " Non solo India ", per scrivere anche di altre realtà e altre letture (per lo più asiatiche). Ma non temete, l'India resterà sempre al centro dei miei pensieri e di questo blog!  Bene, allora attacco subito.  Sono appena tornata da un viaggio in Kirghizistan (ma dov'è? e cosa ci sei andata a fare? Per sapere dov'è c'è sempre Google Maps . Cosa ci sono andata a fare: niente, a vedere com'è. E' bellissimo), e quindi ho letto un po' del più famoso scrittore kirghiso, Čyngyz Ajtmatov (a volte anche traslitterato come Tschingis Aitmatov).  Čyngyz Ajtmatov (1928-2008) nacque in un piccolo villaggio kirghiso e, oltre a essere un grande s

Thinner than skin

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di Uzma Aslam Khan Eccomi, rieccomi! Riprendo il blog dopo questa lunghissima pausa, sperando che qualcuno passi ancora di qua, per tornare questa volta non in India ma in Pakistan e parlare di un gran bel libro, Thinner than skin di Uzma Aslam Khan . Non è ancora stato tradotto in italiano, ma spero proprio che lo sarà presto.  Thinner than skin è una bella storia ambientata nella Kaghan Valley, regione pakistana di una bellezza rara e incontaminata, fra ghiacciai, popolazioni nomadi, laghi freddi e profondi. Della vicenda abbiamo tre punti di vista: quello di Nadir, un fotografo pakistano che vive negli Stati Uniti e che insieme alla sua compagna Farhana intraprende un viaggio fra i ghiacciai del Pakistan. Nadir andrà per fotografare qualcosa che soddisfi il gusto americano, che vuole bazar e mendicanti come immagine stereotipata del Pakistan, mentre Farhana studierà i ghiacciai nel nord del Pakistan ma soprattutto andrà alla ricerca del paese in cui è nato suo p

Solo una pausa

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Come qualcuno si è accorto, è da qualche mese che non scrivo nuovi post. Ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno scritto per chiederemi se va tutto bene.  Sì, va tutto bene! Sono viva, in piena salute e continuo a leggere e a sognare di India.  Sono solo alle prese con una storia che mi sta occupando molto (e che poi è una cosa anche bella), ma tornerò! Il blog non chiude, questa è solo una (lunghissima) pausa. Grazie a tutti!