Non solo India - Divagazioni letterarie centroasiatiche

Questo blog, come ben sapete, è nato per condividere le mie letture indiane. 

Ma ultimamente, pur rimanendo l'India e il subcontinente il centro di gravità delle mie esplorazioni di ogni tipo, ho letto molte altre robe e mi è venuta voglia di parlare anche di loro. 
Quindi inauguro l'etichetta "Non solo India", per scrivere anche di altre realtà e altre letture (per lo più asiatiche). Ma non temete, l'India resterà sempre al centro dei miei pensieri e di questo blog! 

Bene, allora attacco subito. 

Sono appena tornata da un viaggio in Kirghizistan (ma dov'è? e cosa ci sei andata a fare? Per sapere dov'è c'è sempre Google Maps. Cosa ci sono andata a fare: niente, a vedere com'è. E' bellissimo), e quindi ho letto un po' del più famoso scrittore kirghiso, Čyngyz Ajtmatov (a volte anche traslitterato come Tschingis Aitmatov). 

Čyngyz Ajtmatov (1928-2008) nacque in un piccolo villaggio kirghiso e, oltre a essere un grande scrittore, ebbe anche ruoli policiti: fu ministro di Gorbachev durante la Perestrojka e ambasciatore del Kirghizistan, attento alle cause delle minoranze e ai temi ambientali. 

Ho letto tre dei suoi libri (ma ne ha scritti a decine, sia in russo sia in kirghiso, e sono numerose anche le traduzioni in italiano): Melodia della terra, Il battello bianco e Il primo maestro.




Melodia della terra è il titolo italiano di Giamilja, il romanzo breve che per primo rese celebre Ajtmatov. 
E' stato scritto nel 1958, quando il Kirghizistan faceva parte dell'Unione Sovietica (è uno stato indipendente dal 1991), ed è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il Kirghizistan vedeva da lontano ma con partecipazione l'evolversi della guerra, mandando i suoi uomini come soldati sul fronte. 
E' in una fattoria collettiva che le tradizioni kirghise, fatte di rispetto per gli anziani, di sottomissione delle donne, di stretti rapporti con la natura e di nomadismo, si mescolano con quelle sovietiche. Ed è nei prati e nelle steppe circostanti che sboccia "la più bella storia d’amore del mondo", come la definì Louis Argon, che per primo tradusse il romanzo in francese. 
Sarà infatti Giamilja, giovane moglie di un soldato al fronte, a capire il dolore espresso attraverso il canto struggente di un orfano vagabondo e sarà il suo giovane cognato a dipingere e a raccontare, affascinato, la loro storia. 

Il battello bianco, del 1970, è ambientato sulle montagne sopra il Lago Issyk Kul, dove un bambino senza genitori costruisce la sua fiaba e il suo sogno, quello di diventare un pesce del lago che vede da distante e su cui ogni sera vede passare un battello bianco. 
Il suo mondo innocente e pieno di meraviglia, fatto di dialoghi con gli elementi della natura, è però in forte contrasto con il mondo che lo circonda: a parte il nonno, depositario di leggende e tradizioni, tutta la sua piccola comunità è un mondo di egoismo e crudeltà, che culminerà in un banchetto in cui gli uomini, ubriachi e cruenti, diventaranno l'allegoria del disprezzo e della rottura con le tradizioni e la natura. 
Il contrasto si risolverà in una tragedia che contrappone i sentimenti puri alla cecità del male e che rivendica la scelta di non lasciarsi contaminare. 

Il primo maestro, del 1962, è ambientato nel 1924, quando la rivoluzione sovietica iniziava a fare capolino nell'estremità remota della terra kirghisa. 
Racconta la storia di un maestro semianalfabeta e portatore dei valori rivoluzionari che arriva in un villaggio arretrato di contadini per diffondere l'istruzione di tutti i bambini, maschi e femmine. Troverà l'ostilità di un mondo contadino restio al cambiamento, dove una stalla vale più di qualunque scuola, ma anche la soddisfazione di insegnare nuovi valori ai bambini di un villaggio della steppa. 
Anche qui incantano la purezza e gli ideali del protagonista, gli echi rurali del villaggio e l'intreccio fra le tradizioni kirghise e le nuove idee del comunismo: quando un'alunna verrà data in sposa da bambina, il maestro farà di tutto per salvarla. 

In tutti e tre questi brevi romanzi, ho apprezzato la semplicità narrativa, il lirismo e la descrizione di una natura spesso commovente (lasciatemi dire: alla lontana assomiglia un po' a Tagore!), i sentimenti fragili e onesti dei protagonisti in un mondo crudele e l'immersione nelle tradizioni e nella cultura kirghisa. 

Li consiglio vivamente a chi vuole farsi un'idea di questo piccolo gioiello che sta alla periferia estrema del mondo, che da allora non è cambiato più di tanto e che, soprattutto, ha molto da insegnare. 


Tschingis Aitmatov, Melodia della terra - Giamilja, Marcos y Marcos 2006 
Versione italiana di Andrea Zanzotto 
pp. 128, € 10,00 

Tschingis Aitmatov, Il battello bianco, Marcos y Marcos 2007 
Traduzione di Gigliola Venturi 
pp. 208, € 14,50 

Cinghiz Ajtmatov, Il primo maestro, Aer Edizioni 1996 
Traduzione dal russo di Guido Menestrina 
pp. 88, € 8,27  


Commenti

  1. Cara Silvia, che piacere leggerti!
    Deve essere stato proprio un bel viaggio...
    E grazie del consiglio di questi 3 libri che mi andrò subito a cercare.
    Ti abbraccio,
    cris

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    Risposte
    1. Ciao Cristina! Come stai? E' un po' che non ci sentiamo, spero vada tutto bene!
      Sì, è stato proprio un bel viaggio, un posto poco conosciuto ma pieno di ricchezze, in un mix di popoli e di tradizioni!
      Un abbraccione

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  2. di ritorno dall'India è un piacere leggerti....anche su cose non indiane:)
    baci

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  3. Benissimo
    Tante novitá, tanti incontri
    E adesoo...tanta nostalgia
    Mi sono messa in societá con un amico indiano
    Evviva!
    Il loro spirito imprenditoriale é impressionante!

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    Risposte
    1. Evviva!
      Be', questa della società me la dovrai raccontare in dettaglio!

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