Questa notte è un albero di dolore

Dopo tanto che non scrivo, rifaccio capolino da questo blog. 

Proprio mentre sognavo un viaggio in quelle terre, la tragedia di Peshawar mi ha riportato con grande tristezza a cercare qualche parola fra i poeti pakistani che tanto ho amato, a sfogliare le pagine di libri ingialliti, pieni di amore e dolore.
Ho ritrovato questa poesia di Faiz Ahmad Faiz, poeta pakistano in lingua urdu, che posso solo trascrivere senza aggiungere altro.
(La traduzione è di Alessandro Bausani)

Incontro

Questa notte è un albero di dolore
un dolore grande, più di te, più di me,
più grande, e nei suoi rami
ci sono migliaia e migliaia di carovane
di stelle, con le fiaccole in pugno,
e attorno sperduti mille
chiari di luna: nell'ombra
tutta la luce loro hanno pianto. 

Questa notte è un albero di dolore
un dolore grande, più di me, più di te.

Ma dall'albero di questa notte 
son cadute, pallide foglie,
questi pochi attimi, che 
nelle tue trecce impigliati son fiori di melograno;
e, della sua rugiada, queste poche 
gocce di silenzio sulla tua fronte
sono piovute, candido file di perle.

E' molto nera questa notte,
ma qualcosa vi si scorge, il fiume,
il fiume di sangue ch'è la mia voce:
nell'ombra se c'è ancora una luce,
questa è l'onda del tuo sguardo.
Il dolore, che, ora,
nel giardino delle tue braccia si sta accendendo,
(dolore che ci ha donato questa notte),
se ancora un alito di febbre si aggiunga
al caldo dei tuoi sospiri, si farebbe scintilla.
Scoccate dall'arco d'ogni nerissimo ramo
si son spezzate tante frecce e
l'hanno artigliato, il cuore, e d'ognuna
ho fatto ascia che taglia.

Gli sventurati, gli attristati
non vedono albe, nel firmamento.
Il piccolo punto dove tu e io ora stiamo
è, questo, orizzonte luminoso d'aurora.
E' qui che le scintille del dolore sbocciate
han creato un roseo giardino d'alba.
E' qui che le asce dei tormenti che uccidono
si son cambiate in collane infocate
fatte di lunghe teorie di raggi.
La tristezza che questa notte ci ha dato
è ora certezza d'aurora,
certezza più generosa del dolore
alba forte e grande, più che la notte.

Commenti

  1. Ciao Silvia, non ci sono parole. Tra l'altro, qui, tutto scorre così veloce, una notizia affonda l'altra. Anche io sono rimasta turbata. Quest'estate avevo scritto all'ambasciata italiana in Pakistan, avevo una mezza idea di andare a Lahore, idea subito scoraggiata dai consolari, e comunque... boh! Faiz Ahmed Faiz, tanto amato anche da me. Non sapevo della traduzione italiana, ho sempre letto i suoi versi in inglese. Buon Natale da Bombay e che il 2015 sia un anno di luce e pace

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    1. Cara Clara, è verissimo: una notizia affonda l'altra, tutto si succede velocemente, senza quasi lasciare traccia. Ormai se lo sono già dimenticati tutti...
      Di Faiz, conosco solo 3 sue poesie tradotte in italiano, quelle che sono sul libro "Le letterature del Pakistan, La letteratura afghana" di Bausani (collana Le letterature del mondo - non è che sia proprio nuovo nuovo: pensa che parla di Pakistan Orientale, giustamente è del 1968). Per il resto purtroppo non conosco niente altro in italiano.
      Anche io sogno Lahore, e anche Karachi e il Karakorum: speriamo in giorni di pace, anche se ora sembrano lontani.
      Ti auguro un meraviglioso Natale indiano e un 2015 ancora più luminoso.

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  2. Ti segnalo questo, Silvia, e speriamo di rivederci in Italia in primavera, di nuovo auguri.

    http://www.iconografiaindiana.com/un-gazhal-di-faiz-ahmed-faiz-cantato-da-iqbal-bano/

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  3. Bellissimo, grazie.
    Buona Bombay e speriamo veramente di vederci in primavera. Un abbraccio.

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