La vergogna

di Salman Rushdie

La vergogna sta al Pakistan come I figli della mezzanotte sta all'India.

Così come I figli della mezzanotte raccontava dell'India che, ottenuta l'indipendenza dagli inglesi, in una sola notte diventa una nazione con tutti i suoi difetti e tentennamenti, allo stesso modo La vergogna lo fa con il Pakistan.

Così come il Pakistan è meno popoloso dell'India, le pagine della Vergogna sono meno numerose, come se fosse un fratello minore, e l'intreccio è leggermente meno complesso, anche se lo stile pieno di digressioni, intrecci e personaggi è quello inconfondile di Rushdie.

La vergogna è meno monumetale del suo fratello maggiore, come se i colori, le statue di mille divinità e i numerosi livelli di un tempio hindu si fossero trasformati nell'archittettura di una moschea pakistana, pur sempre ricca di intarsi, fronzoli e ricami.
È un romanzo più cupo, più sarcastico, più politico, meno famoso e più folle. 


L'avevo ripreso in mano, dopo tanto tempo, leggendo questo articolo di Rushdie sulla strage di Charlie Hebdo, in cui scriveva:

"Il mio romanzo La vergogna è probabilmente il romanzo più direttamente satirico da un punto di vista politico che abbia scritto ed è piuttosto dura, la satira di questo romanzo. Eppure è un libro di cui sono fiero: stranamente, un quarto di secolo dopo, lo sento quasi più attuale di quando l'ho scritto, per come è andato il mondo."

L'ho poi riletto da poco e, sì, è davvero attuale nel descrivere gli equilibri di potere, le violenze intestine, la politica e suoi intrecci con la religione, con una storia che è soprattutto una farsa grottesca, in cui la menzogna storica rappresenta meglio la realtà che non la verità oggettiva (se mai può esistere) dei fatti.

La storia è quella di Omar Khayam, che porta il nome di un poeta persiano, nato da tre sorelle contemporaneamente.
Contemporaneamente perché non si sa quale delle tre sia rimasta incinta, quale delle tre lo abbia partorito: tutte e tre hanno avuto il pancione e tutte e tre lo hanno allattato, nella simbiosi in cui vivono, nell'isolamento della loro labirintica fortezza. 

La sua storia si svolge in una non meglio precisata città di Q. (Quetta?), simbolo di un Pakistan dove la vergogna, nel senso di pudore (shame), convive e combatte con la vergogna nel senso di totale mancanza di pudore (shameless). 

In questa rappresentazione del Pakistan i fatti storici sono trasfigurati dalla narrazione magica e dall'allegoria politica dei leader del Pakistan, che diventano qui personaggi bizzarri.

Il nostro Omar Khayam avrà a che fare con due personaggi contrapposti: Iskander Harappa (leggi: Zulfikar Ali Bhutto, presidente e primo ministro del Pakistan) e Raza Hyder (leggi: il Generale Zia, il dittatore che è stato alla guida del Pakistan per 10 anni, ancora in carica all'epoca della pubblicazione del libro).
 
Le donne, sempre protagoniste anche in una società molto maschile, diventano invece bestie vendicative. 
Omar Khayam sposa Sufiya Zinobia, la figlia del generale e il personaggio della vergogna del titolo, che presto si trasformerà nella "Bestia": una donna ritardata e destinata alla sottomissione che a un certo punto incarca la rabbia di chi è costretto a vivere fra l'onore e la vergogna, decapitando teste e smembrando persone. 

Un po' come la memoria, ormai smembrata, e lo stesso Paese, decapitato dalla sua stessa violenza.
Ha ragione Rushdie a dire che oggi La vergogna, dopo 32 anni dalla sua pubblicazione, è ancora molto attuale, ancora (e sempre più) da leggere.


Salman Rushdie, La vergogna, Mondadori 2009
Traduzione di Ettore Capriolo
pp. 336, € 10

Commenti

  1. Grazie per questo ennesimo consiglio! Comunque è in uscita il nuovissimo di Rusdhie. 2 Years, 8 months, 28 nights... a breve...
    http://www.penguinrandomhouse.com/books/253057/two-years-eight-months-and-twenty-eight-nights-by-salman-rushdie/

    RispondiElimina
  2. Ciao Clara carissima!
    Sì, ho visto, l'ho già ordinato alla mia libreria di fiducia e dovrebbe già arrivare la settimana prossima.
    2 anni, 8 mesi, 28 notti = 1001 notti!

    RispondiElimina
  3. Io lo prenderò a Londra, sarò là per un weekend. Ti scrivo presto. Intanto sto leggendo "Il risciò fantasma e altre storie dell'arcano" di Kipling

    RispondiElimina
  4. Buon weekend londinese, allora!
    E il risciò fantasma com'è?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Molto interessante, un ottimo affresco dell'epoca. Una piccola edizione Adelphi, scovata in biblioteca. Te lo consiglio. Buona giornata

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il miracolo della letteratura indiana contemporanea

Una certa ambiguità

Shantaram