Lo zefiro di Iqbal

Ecco allora un'altra poesia.
È di Muhammad Iqbal (1873-1938), poeta e filosofo molto amato in Pakistan, considerato l'antesignano di uno stato musulmano indipendente come soluzione ai problemi religiosi dell'India (vorrei far notare che morì una decina d'anni prima della nascita del Pakistan).
Aveva studiato in Europa, scriveva in persiano e in urdu.
Questa poesia l'ho presa dal Messaggio dell'Oriente (tradotto da Bausani), scritto in persiano ispirandosi al Divan Occidentale-Orientale di Goethe, quasi in risposta al "mazzo di fiori" che Goethe così porgeva in segno di rispetto all'Oriente.


Lo zefiro del mattino

Vengo dal vasto mare, dalle cime de' monti,
ma non conosco il luogo lontano dove sono nato.
Al triste uccello porto messaggi di Primavera,
in fondo al suo nido riverso gelsomini d'argento.
Rotolo sopra l'erba, e allo stelo del tulipano m'avvinghio,
e colori e profumi gli spremo nell'intimo seno;
e, a che non si pieghi a mie carezze il suo gambo,
soavissimo e lieve mi abbraccio al colle del fiore.
E quando il Poeta lamenta il dolor dell'Amica
alitando a fiotti, mi mescolo ai suoi melodiosi sospiri.

Commenti

  1. Bella!
    Non so dirti perchè, ma mi sembra anche un po' tagoriana...

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  2. Direi che suona tagoriana perché suonano entrambi shelleyani... mah, comunque sia su questo genere romantico-naturalistico-idilliaco-ecc-ecc (che non è in realtà molto iqbaliano) preferisco il buon Tagore.

    Sì, Iqbal è fra i promotori ideologici del Pakistan, e direi che come figura d'intellettuale è molto emblematica e inquietante... una miscela esplosiva preparata nel crogiolo delle università britanniche: Bergson + Nietsche + modernismo populista islamico (ovvero cancellare secoli di raffinate esegesi ed eleborazioni giuridiche e metafisiche dell'islam a favore di un ritorno populistico/utopistico/pan-nazionalista alla purezza delle fonti originarie cui tutti devono/possono avere libero accesso; sufismo visto nella migliore delle ipotesi come oppio e fuga dalla realtà, ecc ecc: insomma, stessa musica di certi suoi più o meno contemporanei, non a caso forgiati in università indo-britanniche, che sono diventati i padri putativi e i vati di wahabiti, salafiti & C.)

    Si capisce che Iqbal non mi è molto simpatico? Ma no, invece mi è simpatico, perché leggevo un suo poemone, tradotto ovviamente dal Bausani, quando mi nascondevo in biblioteca mentre marinavo il liceo.

    Eppoi è un bravo poeta (e anche contraddittorio, il che non guasta, come nel caso di Kipling che è un fascinosissimo ganglio di contraddizioni: Iqbal biasimava il sufismo in quanto oppiaceo, detestava Hafiz in quanto "molle e decadente" ma per esempio amava Rumi, e ha anche scritto un'ode sulla tomba di Hazrat Mujjaddid, noto santo sufi di Sirhind... beh, ecco un esempio della sua prosa nicciana: "The highest art is that which awakens our dormant will-force and nerves us to face the trials of life manfully. All that brings drowsiness and makes us shut our eyes to Reality around, on the mastery of which alone Life depends, is a message of decay and death. There should be no opium-eating in Art. The dogma of Art for the sake of Art is a clever invention of decadence to cheat us out of life and power" [The New Era, 1916, p. 251])

    Insomma, preziosa Silvia, grazie mille per la trascrizione, e per i continui spunti di riflessione!

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  3. Eccomi, scusatemi: questa settimana sono stata talmente occupata che non sono neanche riuscita a rispondere ai vostri commenti (priorità assoluta, il bello dei blog sta ben nei commenti...).

    Elisa e Giri, sarà che mi piace il genere tagoriano e allora scelgo poesie che gli assomiglino? Oppure che sono un po' shelleyana anche io? (A proposito, non a caso sono riuscita a far entrare una poesia di Shelley su un libro di fisica di cui ho fatto la redazione, cosa c'entra Shelley con la fisica? Non molto di più di quanto c'entri Tagore, infatti di lui non sono riuscita a far entrare una poesia, però sono riuscita a metterci una bellissima fotona - insieme ad Einstein in Germania nel 1930, due premi Nobel che discutevano di chi fosse più religioso...)

    Giri, grazie a te per i tuoi interessantissimi spunti.
    Iqbal sembra davvero contraddittorio, dalle poche poesie che ho letto, mi sembra anche contraddittorio nei confronti del rapporto con la divinità: da una parte riconoscimento assoluto del Dio supremo, dall'altra autonomia dell'uomo che decide per se stesso... o è una mia impressione?

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  4. ho fatto la tesina su questo poeta.e ho portato all'esame un' opera il poema celeste è basta sul modello esteriore della divina commedia ed è stata molto interessante

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  5. Ottima scelta per una tesina, complimenti!
    Se ci vuoi raccontare qualche cosa di più, siamo qui che ti ascoltiamo interessati. :)

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  6. Il giorno 8 Febbraio 2013 presso il MART Museo Arte Moderna)di Rovereto (TN) sara` effettuata (molto probabilmente) una performance di euritmia (poesia in movimento) con un breve brano di Iqbal tratto dal Poema Celeste.

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