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Visualizzazione dei post da settembre, 2013

Il suono del respiro e della preghiera

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di Tahmima Anam      Di Tahmima Anam, scrittice originaria del Bangladesh emigrata in Inghilterra, avevo letto I giorni dell'amore e della guerra , ambientato durante la guerra di indipendenza del 1971. Il libro mi era piaciuto, anche se non mi aveva convinto fino in fondo. Ora mi è arrivato direttamente dal Bangladesh, da due miei carissimi amici viaggiatori (grazie!), il secondo romanzo della scrittice, The good muslim che è poi la continuazione del primo. In realtà si può anche leggere in modo indipendente e sta perfettamente in piedi da solo, ma se li volete leggere entrambi, iniziate senza dubbio dai Giorni dell'amore e della guerra. Solo una precisazione sui titoli italiani: qui The good muslim originale è diventato Il suono del respiro e della preghiera . Non dico altro... Questo secondo romanzo, che poi dovrebbe essere seguito da un terzo, mi è piaciuto più del precendente. Mentre nei Giorni dell'amore e della guerra si parlava del gran

Tree without roots (Lal Shalu)

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di Syed Waliullah Cerco ora di recuperare un po' e di parlare dei libri che ho letto nell'ultimo inverno che ancora non si sono guadagnati un loro post in queste pagine. Mi riattacco al discorso sulla letteratura del Bangladesh (se a qualcuno fosse sfuggito qualcosa dopo tutto questo tempo, vi ricordo la pappardella in due puntate qui e qui ): è ora giunta la volta di  Tree without roots di Syed Waliullah (1922-1971), che ha molto gentilmente spedito Mahmud Raman . Il libro è stato pubblicato in bengali nel 1948 con il titolo di Lal Shalu (stoffa rossa) e poi è stato tradotto in inglese nel 1967 dal suo stesso autore, che nel tradurlo l'ha anche un po' reinventato. La storia è quella di Majeed, che arriva come straniero in un piccolo villaggio bengalese. Majeed riesce a convincere abbastanza facilmente gli abitanti del villaggio che una vecchia tomba abbandonata subito fuori il centro abitato è il realtà il mausoleo di un santo, di cui si autoproclam