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Visualizzazione dei post da dicembre, 2010

AIDS Sutra

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In questa antologia 16 autori indiani (o di origini indiane o affini) raccontano i molti volti della diffusione dell'Aids in India, che, inizialmente negata, sta ora espandendosi con preoccupante rapidità.  L'antologia è stata realizzata in collaborazione con Avahan , il progetto della Fondazione Bill & Melinda Gates (su cui ho sentito dire tutto e il contrario di tutto) che si occupa di prevenzione dell'Aids in India. Sono 16 saggi che ci portano a conoscere diverse comunità, la maggior parte "ad alto rischio", in diverse zone dell'India: da Bangalore a Calcutta, dall'Andhra Pradesh al Manipur. Kiran Desai ci porta nei villaggi di prostitute nell'Andhra Pradesh (uno degli stati a più alta diffusione dell'Aids), Salman Rushdie fra gli hijra (diciamo "transessuali" - semplificando molto) di Bombay, Sunil Gangopadhyay nei bordelli di Calcutta dove si rifugiava da giovane con gli amici per bere whisky di nascosto, William Dalrymple

Days and nights in the forest (Aranyer Din Ratri)

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di Sunil Gangopadhyay Il film di Satyajit Ray Days and nights in the forest proiettato la scorsa settimana al River to River è capitato proprio a fagiolo, visto che ho appena finito il bel romanzo da cui è stato tratto. Days and nights in the forest ( Aranyer Din Ratri ), scritto in bengali nel 1968 e tradotto solo ora in inglese, è il secondo romanzo di Sunil Gangopadhyay, scrittore e poeta osannatissimo in Bengala ma poco conosciuto da queste parti. Sunil Gangopadhyay è nato nel 1934 in un villaggio che oggi sta in Bangladesh e vive a Calcutta. Ha iniziato soprattutto come poeta fondando la rivista letteraria Krittibas , ma ha scritto poi anche decine di romanzi, vincendo il Sahitya Akademi Award nel 1985 per il romanzo storico Those days ( Sei Samay ), e oggi è il presitente della Sahitya Akademi (la rinomata accademia letteraria indiana). Chi è stato al Salone del Libro di Torino, lo ricorderà a presentare le letterature in lingue indiane e a recitare le sue poesie. Recen

Di ritorno dal River to River, 2010

Eccomi di ritorno dal weekend fiorentino trascorso al River to River , il bellissimo festival di cinema indiano. Molto belli i film di Satyajit Ray, il regista bengalese su cui quest'anno è incentrata la retrospettiva. Per me il suo capolavoro resta sempre la Trilogia di Apu , ma i tre film che ho visto al festival sono ugualmente memorabili, peccato non poter vedere anche The chess players che verrà proiettato mercoledì. Il primo dei tre, Charulata ( The lonely wife ), è la storia di Charu, una moglie sempre troppo sola, dedita alla lettura e al ricamo, che osserva il mondo con i suoi binocoli da dietro alla finestra. L'arrivo del cugino del marito sconvolgerà in modo sottile l'atmosfera familiare e le dinamiche fra i membri della famiglia. Jalsaghar ( The Music Room ), il film che mi ha più emozionato, descrive invece la passione per la musica di un proprietario terriero: nonostante ormai la sua proprietà stia ormai cadendo a pezzi, la sua famiglia sia distrutta e s