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Visualizzazione dei post da dicembre, 2009

I giovani per i giovani

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Sempre per restare in tema di giovani scrittori indiani, è con grande interesse che ho letto questo articolo del Times of India , dove si parla appunto di giovani autori che scrivono principalmente per  altri giovani come loro: dinamici, moderni e affamati di storie da leggere tutte d'un fiato. La Penguin India sta infatti per lanciare una nuova collana, Metro Reads , che accoglierà questo genere di romanzi dai toni colloquiali che rispecchiano le vite dei "giovani d'oggi". In particolare, il mio entusiamo è dovuto soprattutto al romanzo Dreams in Prussian Blue di Paritosh Uttam, in uscita a febbraio 2010 in India. Forse qualche veterano di questo blog ricorderà che avevo parlato di Paritosh e del suo bellissimo blog sull' Indian Writing in English. Nel frattempo Paritosh è diventato un caro amico e un ottimo consigliere di mille letture (ed è bellissimo pensare di avere scovato uno scrittore indiano ancora prima che pubblicasse il suo primo libro

India. Cinque racconti, sei reportage, tre fumetti

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Autori vari, a cura di Gioia Guerzoni " Undici storie e tre fumetti per raccontare la vita delle nuove città-mostro indiane, degli avvenieristici centri direzionali di Delhi e delle popolose baraccopoli di Mumbai. Luoghi di storia millenaria proiettati in un futuro ipertecnologico e iperconsumista, comunque lontano da stucchevoli esotismi e cliché bollywoodiani. " Così recita la prima pagina di presentazione di questa antologia , che raccoglie la voce dei nuovi scrittori trentenni con studi all'estero che lavorano come giornalisti freelance, registi o disegnatori nelle megalopoli indiane. Fra loro i più conosciuti, almeno per me, sono Altaf Tyrewala (autore di Nessun dio in vista ) e Sonia Faleiro (di cui ho letto un libro su Goa). Storie di jeans, indumento amato ed odiato (le belle ragazze in questi racconti sono sempre in jeans, mentre le vecchiarde sempre in sari, e con rotoli di grasso in vita), di attrici di film porno, di domestiche degli slum che lavorano ne

Fuoco sulla montagna

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di Anita Desai Un altro romanzo di Anita Desai, scritto nel 1977, sconsigliato a chi già di suo è depresso o  in balìa di istinti suicidi, e consigliato invece a chi ha voglia e coraggio di addentrarsi nelle solitudini di tre donne in una casa sulle pendici aride e polverose dell’Himalaya. Anita Desai descrive con minuziosa esattezza i rumori e i movimenti della natura che circonda la casa della protagonista, grande e vuota e quasi assediata dal mondo esterno: le galline che becchettano e inghiottono golosomante pezzetti di vermi, il vento fra i rami ondulati dei pini, il frinire delle cicale, i passi di una mantide religiosa su un'emerocallide in fiore. Quella descritta è una natura che partecipa nella sua disarmante nudità alla vita degli uomini, non con paesaggi consolatori in cui perdersi e sognare, ma con una presenza inquietante, ostile e metaforica, dalla luce del sole che, " non più lacca, diventa colla ", dal " ronzio delle mosche troppo pigre per vol

River to river parte seconda

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Eccomi di ritorno dopo due (soli) giorni passati al River to river , il festival fiorentino dedicato al cinema indiano. Era il mio secondo anno ed è stato bello ritrovarsi fra appassionati (per la verità, dovrei dire "appassionat e ") di India e di tutto ciò che da laggiù proviene: film, libri, canzoni, racconti di viaggi, ricordi. I film ci hanno riportato fra le vie di Bombay, sotto il sole indiano, all'interno di tradizioni, di case, di città e di sentimenti vissuti sulle note di una canzone. Khargosh , un film delicato e appassionante dalla fotografia impeccabile, ci ha portato in un sonnolento villaggio indiano e nei pomeriggi di un bambino che fa da tramite a due giovani innamorati, portando lettere e messaggi e diventando loro complice fra il tintinnio di braccialetti e gli sguardi sognanti. Con il film di Deepa Mehta, Heaven on Earth , claustrofobico e durissimo, invece abbiamo seguito una giovane ragazza indiana del Punjab andata a sposarsi in Canada, un parad