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Visualizzazione dei post da giugno, 2009

La stanza della musica

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di Namita Devidayal "Tornai a Kennedy Bridge la settimana successiva. Durante la nostra prima lezione, Dhondutai mi invitò a chiudere gli occhi e ad ascoltare il fedele compagno dei cantanti, il tanpura. Io ero incuriosita dallo strumento, che somiglia a un sitar, ma produce solo quattro note, ripetute senza sosta. Dhondutai passò le dita sulle corde e un suono grave, ritmico e ipnotico, prese a colmare la stanza, creando un costante mormorio di serenità. Ben presto, tutti i rumori dell’ambiente - il ronzio del ventilatore, il ticchettare smorzato dell’orologio da tavolo, le grida occasionali dei bambini e degli ambulanti per la strada, il russare sommesso di Ayi, il sibilo della pentola a pressione in cucina - trovarono il loro posto in rapporto a quel suono di sottofondo. Da allora in poi, il nostro linguaggio fu quello della musica." È attraverso le lezioni di Dhondutai, che Namita Devidayal, autrice di questo libro di grande successo in India e ora in uscita anche

Kamala Das

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È da un po’ che volevo tornare dove per me tutto iniziò, in Kerala, e scrivere di Kamala Das, poetessa e scrittice in inglese e in malayalam. Volevo tornare in quella calda mattina all’università di Calicut, passata a parlare per ore con Sreeta, una dottoranda immersa nei suoi studi sui poeti contemporanei del Kerala. Ricordo che Sreeta mi disse: se ti potessi fare un solo nome, fra tutti i miei poeti, senza dubbio sarebbe quello di Kamala Das. Mi è giunta solo ora la notizia che la poetessa indiana è morta domenica scorsa, il 31 maggio, a 75 anni, in un ospedale di Pune. Nata in Kerala nel 1934 da una famiglia indù, Kamala Das venne data in sposa a 16 anni a cugino più anziano di lei con cui si trasferì a Calcutta. Personalità controversa e rivoluzionaria, descrive nei suoi racconti e nelle sue poesie le emozioni intime e intense di una donna indiana in una società in cui è difficile poter parlare dei propri sentimenti. Nel 1999 si è convertita all’Islam, fra critiche e scalpor