Jai ho!

Sebbene in questi giorni io sia totalmente persa in un altro film, Umrao Jaan (grazie a Serena, mia guru personale per quanto riguarda il cinema indiano, che mi ha gentilmente masterizzato il dvd), e nonostante Umrao Jaan sia tutta un'altra cosa (cioè molto meglio), festeggiamo il grande tripudio agli Oscar e le otto statuette a The millionaire.

In particolare, le statuette indiane per la migliore colonna sonora a Rahman, per la migliore canzone, Jai ho, a Rahman e Gulzar e per il miglior missaggio del suono a Resul Pookutty.
Jai ho!

(Nota spudoratamente personale e quindi del tutto superflua: il fatto che Gulzar abbia vinto un Oscar mi ha completamente scagionato agli occhi degli scettici che ritenevano impossibile guardare una serie televisiva indiana degli anni Ottanta, quella su Ghalib che sto diligentemente guardando. Ora che sanno che il regista di quella serie ha vinto un Oscar è tutto più credibile, anche se resta ancora aperto il dubbio su come un regista possa essere anche un compositore.)

Lasciamo da parte tutte le polemiche che sembrano aver preso campo in India: i sentimenti di offesa di fronte alla parola slumdog del titolo inglese (Slumdog Millionaire), l'inglese con accento troppo british messo in bocca agli abitanti dello slum, la visione occidentale di un'India stereotipata e terzomondista, bambini di strada sottopagati presi a recitare nel film e poi ributtati in strada.

Lascio anche io da parte un attimo le mie riserve sul film: festeggiamo questo pezzo d'India, anche se filtrato da un occhio inglese, arrivato vincitore a Hollywood. E soprattutto la sua musica.
Jai ho!

Voglio solo ricordare la parte di merito che va a Vikas Swarup, l'autore di Le dodici domande (Q&A in inglese), il libro da cui è stato tratto il film. L'idea geniale, che è l'anima del film, della vita ripercosa attraverso le domande del quiz televisivo è tutta sua.

Per festeggiare la canzone vincitrice inauguro anche la funzione video da youtube (spero funzioni).
Jai ho!

Commenti

  1. Il tuo tubo funziona perfettamente!

    Beh, Satyajit Ray ha composto egregie colonne sonore per se stesso, ma Gulzar in questo caso è l'Ira dei fratelli Gershwin, cioè il paroliere. In realtà è più famoso come paroliere/poeta: molto prima del giovane Rahman ha collaborato con S.D. Burman e altre Illustri Colonne della colonna sonora filmistani, e credo che non troppo tempo fa abbia pure vinto un Sahitya Akademi Award (Sahitya sta per "letteratura").
    Ma diciamo la verità: AR Rahman ha fatto ben di meglio rispetto a Jai Ho, specie nei bellissimi e visionari film del suo conterraneo Mani Ratnam. Comunque io sono un suo fan sfegatato, e non posso che unirmi al coro di gioia.

    Ecco... non mi dispiace essere chiamato Giri, anche se in realtà - come è smaccatamente evidente - è un anagramma. Giri sta per "montagna", ma pronunciato "ghiri", neh? "Mandi" ha più possibilità, a seconda della traslitterazione, ma direi che si può prendere il significato di "mercato", "emporio".

    Cercherò di onorare la tua solerzia nel festeggiare Rahman & C ricopiando un campione di Tagore nottetempo; premetto che la cosa forse più preziosa è la piccola pubblicità in frontespizio della casa editrice, che cercherò di trascrivere integralmente.

    Jai ho!

    RispondiElimina
  2. Ebbene, Tagore, anche se non c'entra molto qui -- insomma, lui Nobel e Rahman Oscar, qualcosina...

    Titolo: Ricolta votiva (originale: Fruit-gathering)
    Casa editrice: Carabba Editore, Lanciano.
    Anno: 1917 (in tempo di guerra!)

    Mitica dichiarazione d'intenti della collana "Scrittori italiani e stranieri"(da appendere in tutte le case editrici, grazie):

    COLLEZIONE DI LIBRI INSIGNI PER ARTE O SAPIENZA, NUTRIMENTO PIACEVOLE DELLO SPIRITO, GENTILE ORNAMENTO DELLA CASA.
    DILIGENTE SCELTA DEGLI AUTORI. ESATTEZZA DEI TESTI. TRADUZIONI ACCURATE. STUDI ILLUSTRATIVI CHIARI E COMPENDIOSI. NOTE OPPORTUNE E SOBRIE. EDIZIONI NITIDE. PREZZO MITISSIMO. ELEGANTI RILEGATURE IN TELA E ORO. COLORI DIVERSI PER I DIVERSI RAMI DELLA BIBLIOTECA.

    E dopo un capolavoro così mi zittisco inebriato e cerco una poesiola per il prossimo post.

    RispondiElimina
  3. (Traduzione di E. Taglialatela)


    "Or che il sole è tramontato e il cielo s'abbassa nereggiante sul mare come ciglio che cada sur occhio stanco, è tempo di deporre la penna e immergersi col pensiero nell'ime viscere degli abissi, per entro l'eterno mistero di quel silenzio".

    ("Now when the sun has set and the darkened sky draws upon the sea like drooping lashes upon a weary eye it is time to take away his pen, and let his thoughts sink into the bottom of the deep amid the eternal secret of that silence", Fruit-gathering, XXIII).

    Seguo il consiglio. Buonanotte!

    RispondiElimina
  4. Sono d'accordo. Lasciamo stare tutte le polemiche sul slumdog. secondo me, rahman ha fatto bellissimo lavoro. gli experimenti che lui ha fatto sono stupendi. ora, rahman diventato un vero musicista globale.
    Jai ho :)

    RispondiElimina
  5. Posso immaginare che ci sia di meglio, di musica, di film, ecc. ecc... ma a me il film è piaciuto molto, veramente tanto.
    E penso che abbia saputo dare comunque una visione dell'India anche a chi di India non ne sapeva niente.
    E poi anche a me la canzone piace molto!
    Festeggiamo!

    RispondiElimina
  6. E allora, per festeggiare, la ninna nanna "Dur kahin ik aam ki bagiya"da Zubeida, film bello e struggente, con una delle colonne sonore più eleganti del Rahman (http://www.songs.pk/zubeidaa.html dove la ninna la chiamano Pyara sa Gaon). Testo di Javed Akhtar.

    Lontano lontano c’è di manghi un giardino
    Nel giardino di manghi una radura ombrosa
    Nella radura un piccolo sentiero
    Porta il sentiero a un villaggio grazioso
    Nel villaggio una casetta
    Nella casetta un cortile ombroso
    Nel cortile una culla di sandalo
    Nella culla un piccolo bambino
    E scende il sonno negli occhi del bambino

    Nel cielo blu profondo
    C’è una terra di stelle
    Su una stella luccicante
    La casa di una principessa
    Che zitta zitta
    Si sveglia la notte
    E se aguzzi lo sguardo
    Vedi i gioielli della principessa
    Che luccicano sulla stella
    La principessa è giocosa
    La principessa canta:
    “Lontano lontano c’è di manghi un giardino…”

    Quando arriva mezzanotte
    Quando tutto il mondo dorme
    Dalle stelle la principessa scende
    E va alla casa del piccolo bambino
    E con sé porta sogni dolci dolci
    E piano piano posa quei sogni
    Sugli occhi del bambino addormentato
    Piano piano arriva
    E dolcememente canta:
    “Lontano lontano c’è di manghi un giardino…”

    RispondiElimina
  7. Raj, sicuramente così molta gente al di fuori dell'India che prima non conosceva Rahman, ora l'ha conosciuto e apprezzato.

    Elisa, allora potresti provare a leggere anche il libro!

    Giri ("montagna" mi piace: le montagne sono un'altra mia passione; in effetti avevo qualche dubbio sulla pronuncia, non certo sull'anagramma), penso che sia sempre un po' così per i vari riconoscimenti internazionali, viene sempre da dire "ma c'era di meglio". Questo anche con robe letterarie. Ma se può servire a fare conoscere un po' di più certi mondi, forse va bene anche così.

    Complimenti questa volta per la tua solerzia, che a questo giro io però non ho prontamente ricambiato.
    Assolutamente da capolavoro la descrizione della collana della casa editrice (ma dove l'hai pescato questo libro d'epoca?)... soprattutto per il gusto lessicale d'altri tempi ("insigni, compendiosi, sobrie, nitidi, mitissimo" sono le classiche parole che a me sono vietate anche solo di pensare).
    Anche la relativa traduzione d'altra parte non è da meno.

    Grazie per Tagore e per la bellissima ninna (ma è tua la traduzione?), per me è proprio venuta l'ora di sentirla e di farmi trasportare "dur" da quei sogni dolci dolci visto che anche sui miei occhi il sonno sta scendendo piano piano.

    RispondiElimina
  8. Ma è bella anche Jay Ho, magari è un po' più omogenizzata sul gusto internazionale rispetto a certi colpi di genio del nostro. Beh, diciamo la verità, non è che il nostro Rahman abbia troppo bisogno di riconoscimenti internazionali,è già una star interplanetaria da anni, se lo contendono anche sui mercati asiatici, i cd vanno a ruba e fa concerti da popstar anche fuori dall'India.
    La ninna-nanna nel film è proprio commovente -- un effetto che fa in generale anche il resto di Zubeida. Superba parte da non protagonista della tua Rekha, tua nel senso che sei fresca di Umrao (al quale potresti aggiungere anche Pakeeza, l'altro pilastro del genere kotha).
    Sì, l'umile è frettolosa traduzione della ninna è mia. Il Tagore l'ho pescato a suo tempo da uno di quei bancarellari che vendono libri usati nei mercatini settimanali. Dodicimila lire, c'è scribacchiato a matita, e non so più se sia poco o tanto.
    Eh, mitico il Taglialatela (se avesse fatto il pittore anziché il traduttore forse avrebbe anticipato Fontana). Non posso esimermi da un altro frammento:

    "A notte poi tornerò a restituirti il flauto.
    M'intonerai con esso la musica della mezzanotte, quando solinga la luna crescente vagola fra gli astri". (ibid., 22)

    RispondiElimina
  9. Certo, AR è globalmente famosissimo in tutto il mondo, ma non pensare che in Italia sia così famoso.
    Per il 90% dei miei amici/conoscenti questa è stata la prima volta che ne hanno sentito parlare, o comunque se ne avevano sentito parlare, questa è stata la prima volta che hanno visto al cinema un film con la sua colonna sonora (pochi forse l'avevano sentito in Water).
    Ora che sanno che ha vinto ben due Oscar, si è creato un certo interesse nei confronti della sua musica.

    È bella la tua traduzione (in realtà non avevo dubbi che fosse tua). E a questo punto cercherò di guardare sia Zubeida sia Pakeeza, anche se la coda di dvd in attesa è veramente lunga.

    Vedo che il Taglialatela che solingo vagola fra le parole anche questa volta non si smentisce!

    RispondiElimina
  10. Non penso affatto che in Italì sia famoso, ma penso che le sodisfazioni altrove gli possano bastare! Più in generale dubito anche che dalle nostre parti ci sia una particolare attenzione per gli autori delle colonne sonore di qualsiasi nazionalità...

    RispondiElimina
  11. Eh già... magari però qualcuno questa volta si interessa (non ci credo molto, ma ci spero).
    In effetti penso che a lui non serva più di tanto, ma noi sì!
    (il mio egoismo non ha limiti)

    RispondiElimina
  12. Oh, oh, oh! Il Rushdie ha perso l'ennesima occasione per stare zitto! Stronca film e libro, spinto come al solito da evidente livore e invidia per opere ben più fresche e fragranti delle sue...

    RispondiElimina
  13. Sì, ho appena visto anche io!
    Non si è forse accorto che "l'improbabilità" di libro e film è del tutto voluta? (non che poi i suoi libri siano proprio dei campioni di credibilità, e meno male, era lì tutto il bello...)
    Però io il Salman l'avevo tanto amato fino alla follia che lo tollero anche così, anche quando fa un po' lo spocchiosetto e scrive robe non certo all'altezza del fantasma di se stesso...

    RispondiElimina
  14. Giri, mi hai dato un mucchio di suggerimenti per film che non ho visto.....Wah!
    Grazie mille!

    a propostito di Rahman: il film "Jodhaa-Akbar" ha appena vinto l'oscar indiano e indovinate di chi è la colonna sonora??
    Comunque a me piace moltissimo quando scrive per film Tamil, anche se colonne sonore come quella per "Swades" e "Rang de Bansati" sono (per me almeno) a dir poco fantastiche!

    RispondiElimina
  15. Io invece sono malvagissimo, e in virtù delle loro esternazioni impacchetterei Rushdie, Naipaul e Baricco su un Hercules e li paracaduterei sulla frontiera del Nord-Ovest a fare lezioni di scrittura creativa ai talibani, magari torna utile a tutti.

    Serena, di nulla, è un piacere! Per quel poco che ho visto anche secondo me il Rahman eccelle nei film delle sue terre natie, ma veramente riesce sempre e comunque a dare zampate geniali ed eleganti.
    In effetti mi ricordi che Jodha-Akbar giace incellofanato e scintillante a prendere polvere in qualche cantuccio, sarà ora di armarsi di coraggio e... coraggio perché mi riesce difficile immaginare la coppia reale nelle sembianze dello Shah Rukh e della nuorona di Big B. In realtà non mi sono ancora ripreso dal pessimo Ashoka (Shah Rukh punta a interpretare tutti gli imperatori indiani?), ma la colonna di Rahman è un incentivo...

    RispondiElimina
  16. Eh, no...non mi toccare Sciarukkino!!!! Scherzo ;-)
    Comunque in Jodhaa-Akbar non c'è il Khan, ma H.Roshan .
    Anch'io non l'ho ancora visto ma ho letto buone critiche, anche se questo non sempre fa fatto!

    RispondiElimina
  17. Meno male, meglio il Rittikino! Naturalmente Sciarukkino ha tutta la mia stima, soprattutto da quando ha dichiarato che il suo profumo preferito è l'odore delle sue ascelle. Que hombre! Diciamo che è meglio che si dedichi ai ruoli moderatamente brillanti, in Ashoka è uno sfacelo. Resta il problema della Ashwariona, ma in quanto parente di Big B tutto le è concesso...

    RispondiElimina
  18. Leggo con colpevole ritardo (ero all'estero e senza computer) ma...concordo sia con Raj sia con Giri Mandi, che mi ha preceduto ricordando l'esempio di Satiajit Ray sia regista sia compositore di ottime musiche. Ma aggiungo che mi piacerebbe entrare in contatto con Giri Mandi, però ho provato a rintracciare il suo blog e mi è parso fermo...forse sono io che mi sbaglio? Fatti vivo, io sono marco restelli e mi trovi sul blog Milleorienti
    ciao a tutti

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il miracolo della letteratura indiana contemporanea

Una certa ambiguità

Shantaram