Intervista a Paritosh Uttam

Breve riassunto delle puntate precedenti: Paritosh Uttam, che avevo conosciuto attraverso il suo interessantissimo blog sull'Indian Writing in English, ha appena pubblicato un romanzo per la collana Metro reads della Penguin Books India, dedicata a giovani lettori metropolitani (rimando al post sul suo libro, Dreams in Prussian Blu).
Oggi ci dedica molto gentilmente un'intervista. Io spero che il suo romanzo, oltre alle parole che corrono sul filo del web, possa anche arrivare fin qui anche in carne e ossa, o meglio, in carta e inchiostro.  

Paritosh al parco che scrive 

Ci puoi dire qualcosa su di te e di come sei arrivato a scrivere Dreams in Prussian Blu?
Ho 33 anni, sono sposato e abito a Pune, una città vicino a Mumbai. Lavoro come ingegnere informatico ma mi è sempre piaciuto leggere e scrivere.  Dreams in Prussian Blue è il mio primo romanzo a essere pubblicato, ma è il secondo che ho scritto: mentre cercavo di pubblicare il mio primo romanzo sono venuto in contatto con un'editor della Penguin Books  (in India gli agenti letterari non sono molto diffusi e si può ancora mandare il manoscritto direttamente agli editori). All'editor sono piaciuti il mio stile e alcuni racconti che avevo messo sul mio sito. Stava progettando la collana Metro Reads e mi ha chiesto se potevo sviluppare un romanzo a partire da uno dei miei racconti: ecco come è nato Dreams in Prussian Blue.

Che rapporto c'è fra la tua vita da ingegnere informatico e la tua vita da scrittore?
Non c'è alcun rapporto: a volte mi sembra di vivere come dottor Jekyll e Mr Hyde! Scrivo al mattino quando la mente è ancora fresca e dedico il resto della giornata al lavoro. Mi sforzo di dividere la testa in due compartimenti separati: a volte passare dall'uno all'altro è difficile, ma ora sono diventato più bravo in questi passaggi mentali (in entrambe le direzioni). 
In un certo senso, alcuni aspetti del mio lavoro, come gli algoritmi o la programmazione, mi aiutano a strutturare la trama o sistemare gli eventi in ordine cronologico.

La tua storia si è dovuta adeguare in qualche modo alla collana Metro reads? Hai scritto pensando a un giovane lettore metropolitano?
Ho scritto questo romanzo partendo da un racconto. Per adeguarlo alla collana, ho reso i personaggi più giovani e più identificabili con il lettore. E penso che l'argomento di cui parla, la convivenza di due giovani, sia di grande interesse per un pubblico di giovani lettori urbani indiani.

Sul tuo blog hai scritto che scrivere in inglese invece che nelle lingue indiane può portare a una perdita di autenticità. Come è stata la tua esperienza di scrivere in inglese? Hai dovuto sacrificare qualcosa? I tuoi personaggi nella vita reale parlerebbero inglese o hindi?
In questo romanzo non ho dovuto preoccuparmi molto di questo aspetto. La collana Metro reads in genere prevede personaggi che parlino l'inglese senza problemi, quindi scrivere in inglese non è mi sembrato strano. Nel romanzo i miei personaggi sono studenti universitari ed è accetabile che parlino in inglese. Nella vita reale, i personaggi userebbero però l'hindi o il marathi a casa con i loro genitori. Se avessi voluto rendere questo romanzo veramente autentico, avrei dovuto usare due o tre lingue, ma  sarebbe stato poco pratico per il lettore.
Ho cercato di aggirare il problema cercando di descrivere ogni personaggio attraverso caratteristiche diverse nei dialoghi, ma usando sempre l'inglese. Personaggi come Michael o Naina esprimono pensieri più profondi, mentre il vocabolario della madre di Naina e i suoi pensieri sono limitati a casa, famiglia e serie televisive.
Nel prossimo romanzo che ho in mente sarebbe più naturale che i miei personaggi parlassero in hindi, ma li farò parlare in inglese: l'alternativa sarebbe restringere i personaggi a una certa classe sociale. E' un problema di tutti gli scrittori indiani in lingua inglese: lo prendo come uno dei vari vincoli della scrittura e non mi preoccupo più di tanto.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti? Qualcuno di loro ti ha ispirato?
Ci sono parecchi scrittori che mi piacciono. Tendo ad ammirare chi ha uno stile particolare nella prosa o nell'architettura di un romanzo. Penso che lo stile non debba essere ovvio o troppo immediato, ma piuttosto crescere al progredire nella lettura. Alcuni scrittori che ammiro sono Naipaul, Nabokov, Dostoevskij, Tolstoj, e qualche romanzo di Gabriel Garcia Marquez e Faulkner. Ammiro il loro stile e cerco di imparare dal loro modo di scrivere che riesce a ottenere effetti straordinari. Ma cerco di non imitare nessuno, almeno consciamente. 

Quali autori indiani (a parte te stesso!) consigliesti ai lettori italiani?
Dipende da cosa cercano. Molti scrittori indiani vivono all'estero, ed è difficile definire uno scrittore "indiano". Suggerirei senz'altro: Salman Rushdie (I figli della mezzanotte), Amitav Ghosh, Anita Desai, I. Allan Sealy per la narrativa, S. Naipaul (i suoi tre libri sull'India) e Suketu Mehta per la saggistica. 
In genere cerco di evitare di leggere scrittori indiani miei contemporanei per non esserne inconsciamente influenzato.

Il tuo romanzo descrive la relazione di due giovani che convivono a Mumbai. Abbiamo sentito recentemente la notizia della decisione della Corte Suprema di New Delhi di considerare legali le convivenze: sta cambiano qualcosa nella società indiana? Convivere al di fuori del matrimonio sta diventando più comune? Che cosa ne pensi?
Non penso che convivere fosse illegale, ma era (ed è) visto con disapprovazione in molti settori della società. La corte ha solo interpretato la legge e confermato che non è illegale.
No, non direi che sia comune, ma ora evoca reazioni meno scandalizzate rispetto a prima. Le convivenze delle star cinematografiche sono di pubblico dominio e vengono molto discusse, ma la gente comune non ha un atteggiamento aperto verso questo tipo di relazione.
Personalmente penso che stia all'individuo. Se due adulti convivono senza recare danno a  a nessuno, non c'è di che preoccuparsi: ci sono problemi molto più seri in India. E' solo che tradizionalmente è compito della società e della famiglia combinare i matrimoni, e il matrimonio è un legame sacro: non siamo abituati a individui che fanno le loro scelte e decidono di vivere insieme al di fuori del matrimonio.

Nel tuo libro la convinenza diventa presto un incubo, mentre il matrimonio combinato porta pace e stabilità. Questo vorrebbe suggerire in qualche modo che il matrimonio alla fine è meglio?
No, ho cercato di non dare giudizi. Anche un matrimonio può diventare un incubo. Ho scelto di parlare di una convivenza perché è una questione che interessa ai giovani lettori metro reads. E se tutto fosse andato bene nella convivenza di Naina, non ci sarebbe stato nessun romanzo.

Tu vivi a Pune, ma hai ambientato il tuo romanzo a Mumbai: sembra che Mumbai sia una città cara a molti romanzi recenti ambientati in India. C'è qualche ragione per cui hai scelto Mumbai?
La ragione è che la maggior parte della gente pensa a Mumbai o a Delhi quando si parla di grandi metropoli indiane, anche se ultimamente ci sono alcune storie ambientate anche a Bangalore. Per il mio romanzo, avevo bisogno di una scena artistica fatta di gallerie d'arte ed esibizioni. Anche Pune ha la sua vita artistica, ma non è paragonabile a Mumbai, visto che la maggior parte degli eventi culturali indiani avvengono a Delhi o Mumbai. Ho scelto Mumbai perché la conosco meglio, ci sono stato molte volte. Quando poi mi riferisco a punti della città come Marine Drive, sono immediatamente riconoscibili per tutti, mentre non sarebbe stato lo stesso per Pune.  

Il tuo prossimo romanzo?
Ci sto lavorando, ma è troppo presto per parlarne. Tra un anno circa dovrei avere di più concreto e allora mi metterò alla ricerca di un editore.


Sul sito di Paritosh altre informazioni, racconti, recensioni, libri e storie. 

Commenti

  1. grazie Silvia,per aver condiviso in ree notizie su un autore a me ignoto.

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  2. Grazie a te Sonia per aver letto l'intervista!

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  3. Molto interessante!
    E' bello conoscere autori che da noi sono ancora sconosciuti!

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  4. Grazie Silvia per l'intervista: è molto interessante sentire il punto di vista diretto di uno scrittore che vive in India e che ha scelto di scrivere in una collana rivolta a un pubblico giovane che legge in inglese. Mi ha colpito la sua risposta alla tua domanda sul fatto che nel suo romanzo la convivenza diventa presto un incubo mentre il matrimonio combinato porta pace e stabilità, e se questo voglia suggerire che il matrimonio è meglio. La sua risposta mi sembra un po' affrettata, nel senso che non può averlo scritto solo perché interessa ai giovani lettori metro reads! Ma condivido il fatto che non è semplice parlare di queste cose, capisco che possa temere, dicendo davvero qualcosa di positivo sul matrimonio o di critico sulla convivenza, di essere giudicato antiquato o conservatore, ecc. E invece sarebbe interessante conoscere davvero il suo punto di vista su un argomento come questo, che non deve essere necessariamente "un giudizio" come giustamente dice lui.

    Mi sa che mi sono dilungata un po' troppo!

    Ultima cosa: l'hai consigliato a Metropoli d'Asia?

    Un caro abbraccio,
    cris

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  5. Cristina, dilungati pure!
    Anzi grazie per lo spunto di approfondimento, che posso immaginare interessi a molti.
    Non voglio rispondere per Paritosh, forse ci può rispondere lui stesso (ora traduco la tua domanda e glielo chiedo!). Intanto forse ci può aiutare quest'altra intervista a Paritosh su questo sito.

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  6. Sì, è vero, anche a me piacerebbe sapere che cosa ne pensa esattamente un giovane indiano sulla convivenza rispetto ai tradizionali matrimoni combinati :-)
    E' vero che, come dice, ci sono problemi ben più gravi, ma penso che sia anche un modo di vedere come si evolve la società...

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  7. Hi Cristina, Valentina,

    Silvia translated your comments/questions for me. She said I could answer in English and you would understand, or Silvia can translate it back into Italian :-) Let me put down my views on this subject as a whole, instead of focussing on any particular point.

    You can look at this as two separate debates: live-in relationships versus marriages; and within marriages (this is something specific to India), arranged marriages versus non-arranged ones (popularly called love marriages).

    The argument about live-in versus marriage is more relevant to middle-class urban society, and is essentially seen as a questions of morality. Celebrities/film stars, etc. don't have to care what others think and the poorer ones cannot afford to do so. In rural society, people are very strict about marriages following the caste hierarchy so the concept of live-in is hardly applicable there. I am saying all this just so that you are clear how much relevance this question has to India has a whole; most people simply wouldn't care about it.

    Since this topic would be of more relevance and interest to the younger urban generation (the Metro Reads target readership), I chose to have the characters involved in a live-in relationship instead of a marriage. Editorial suggestion was another factor. A marriage gone sour and not working out may not have been as interesting to those readers.

    In India, approval by society is important. People don't see that a relationship between two people is their own business. Live-in relations are frowned upon because they are seen as amoral, not bound by the sacred ties of marriage. A live-in couple will look to avoid making the nature of their relationship public, outside their immediate friend circle, and almost certainly conceal it from their parents.

    Live-in is seen as a temporary arrangement. You are just trying out a partner, and if it doesn't work out with him/her, you are free to go your different way without much hassle. On the contrary, in a marriage, you feel more bound and you will try harder to make it work. It is not that easy to walk out of a marriage than a live-in. A live-in requires more maturity to make it long-lasting and stable. A marriage, on the other hand, since it is society-approved, tends to be more stable since it is not that easy to rock the boat.

    To be continued...

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  8. ...continued

    A love marriage versus an arranged marriage (as if an arranged marriage cannot have love in it!) is a scaled down version of the same argument. An arranged marriage, which is the traditional way where parents or elders choose your partner for you, has higher approval ratings by the society :-) A love marriage, where you choose your own partner, regardless of caste, region, religion, etc., has become more accepted and common with time.

    In a live in or a love marriage, the partners know each other well, as against an arranged marriage where they get to know each other only after marriage. So an arranged marriage is a gamble of sorts. But you are ready for it, and unless your partner turns out to be a total nightmare, you are prepared to accept and compromise and work around some faults, and you have your whole family supporting you. All this adds to stability but probably at the cost of compromising on your individuality in some aspects.

    In a live in or a love marriage, the probability of finding such a mismatch will be lower since you have got into a relationship because you know each other. And if you do find that mismatch or fault in your partner, you might be less ready to accept and compromise. You will not have society/family approval. You have gone for a live in or love marriage because you believe in your individuality and freedom of choice so will have lower tolerance for compromise. A live in would be easier to come out of, than a love marriage.

    If you want my personal views, I believe in the freedom of choice of the individual. As long as you are not hurting anyone else, you should be free to live or marry whom you want, without facing interference/disapproval from others because it is none of their business. I have had a traditional arranged marriage. I never felt the need for a live-in. I would have been fine with a love marriage but then you need to find a willing partner :-)

    Hope this long post answered some of your questions.

    Regards,
    Paritosh.

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  9. Thanks a lot, Paritosh!
    It is very interesting.

    Se avete bisogno di una traduzione, ditemi (che vi farò però fra una decina di giorni se oggi riesco a imbarcarmi dopo 3 giorni di cancellazioni di voli...).

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  10. Grazie per la intervista, Silvia. Molto interssante.

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  11. Thank you, Parithosh. Your answer is very clear and useful.

    Your explanations about arranged marriages vs love marriages do not surprise me since in Italy arranged marriages were common until late in the XX century. The only difference is that all the world around us was doing the same, while the world which surrounds contemporary India, especially through mass media, is different and influences you culturally because it wants to influence you economically. Probably very soon in India there will be only love marriages and live-in relationships.

    An important passage in your answer concerns what you call “the approval by society”. In the West “the approval by society” is no more so important. There is only an approval mainly based on wealth, beauty, and power. The concept of “the approval by society” disappeared in the West and it was replaced by an extreme individualism which makes us feel very alone. Human beings are not accustomed to be so alone. They have always had a reference community at the level of the family, the village, as well as in more complex societies. I think this explains why in the West young people are so confused nowadays, with their increased use of drugs and extreme behaviours.

    to be continued...

    RispondiElimina
  12. ... continued.

    People who are scandalized by the fact that in India there still are arranged marriages, do not realize the constant and strong conditioning in the West on the part of the media, so that our only freedom is the freedom to consume not only things but also cultural forms and finally our life.

    Obviously I suffer when I think about a young woman forced to marry an old and horrible man, but I also suffer when I think that in India the Western cultural model will soon displace traditional culture. I don’t want to come back to arranged marriages. Mine is a happy love marriage :-). But I think that we have to look ahead and try to understand what we don’t like in our world and try to do something to change it, together with those in non-Western countries who still are in a situation somewhat different from ours.

    Thank you again.
    Ciao, cristina

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