Squame

di Clara Nubile La vita è ovunque, in India. Nelle baraccopoli, che fanno "ciao ciao" con la mano quando ci si passa accanto in treno. Nel monsone, che "ci spia dal balcone ". Nel cielo, che "si trucca con bacche e cardamomo ". Tutto è vivo. Non si capisce se sia la natura a imitare l'uomo o viceversa, ma forse questa distinzione non ha senso: tutto è metamorfosi, ogni parola è una metafora. Le persone e le cose che popolano il mondo sono semplicemente una mimesi degli stessi identici sentimenti, precari e clandestini. E Bombay, di questa India, ne è l'anima: una città ammaliante e crudele. Una città di sigarette, corvi, cemento, mendicanti, clacson, fantasmi, dove ci si smarrisce in un tramonto color zucca e ci si ritrova in un urlo di maledizione. Una città che sa di nostalgia, anche quando ci sei dentro. Soprattutto quando ci sei dentro: la nostalgia del presente che sta in ogni istante diventando passato. ...