Pakistan Graffiti

di Shandana Minhas

Il ritmo incalzante del traffico di Karachi, l'immediatezza dei graffiti e delle scritte dipinte sul retro dei risciò, il tono graffiante e metropolitano di una città che è "una puttana costruita da uomini e governata da uomini per soddisfare uomini".

Tutto questo nel racconto in prima persona di una giovane donna in coma dopo un incidente automobilistico per le strade di Karachi, "con la sua miriade di fragranze, i vecchi armoniosi edifici e nuovi sfacciati caseggiati, i rari vialoni che elemosinano velocità, quella città che una volta appariva così bella e vibrante, così elettrizzante e piena di lusinghe, che sembrava diventata minacciosa e sordida".


Della protagonista del libro che ci racconta la sua storia, Ayesha Siddiqui, impareremo a capire tutto, un po' alla volta. 
Dal coma, senza alcun controllo sul corpo ma con la mente lucida, sarà lei a dirci tutto: ripercorreremo la sua vita e impareremo ad apprezzare la sua rabbia, quella di una trentunenne indipendente e brillante con un lavoro di responsabilità nella società patriarcale pakistana, e la sua storia familiare e sentimentale. Fino ad arrivare a capire perché nel momento dell'incidente i suoi occhi erano pieni di lacrime. 

Dotata di un'ironia acuta e dissacrante, Ayesha ci racconta della sua famiglia (madre, fratello e un padre scomparso da un giorno all'altro), dei suoi fidanzati (bravi ragazzi che però non riescono a uscire del loro ruolo), del suo percorso di studi (laurea in chimica e MBA) e della sua vita lavorativa (responsabile delle vendite in una casa farmaceutica, “unica donna di un gruppo di manager in larga parte composta da acidi uomini di mezza età”).

Ayesha ci fa entrare nella cuore della società pakistana, dove convivono globalizzazione e dinamiche antichissime e retrograde, dove l'unico scopo nella vita di una donna è quello di sposarsi e procreare. 
È (anche) per questo che Ayesha è sempre in conflitto con tutti e a tratti appare scorbutica e un po' prepotente: sta semplicemente lottando per essere se stessa in mezzo ai paradossi del suo ambiente, primo fra tutti quello di un padre assente in una società patriarcale.

I titoli dei capitoli si sposano perfettamente al tono sarcastico della scrittura: sono i graffiti sui muri di Karachi, le scritte sul retro degli autobus, gli slogan sugli striscioni o dei messaggi pubblicitari, geniali e schietti nella loro popolare saggezza.
Pakistan Graffiti è scritto con una linguaggio tagliente e sagace, accompagnato da un senso dell'umorismo sottile e arguto, capace di rendere vividi i personaggi e la lettura divertente (e alla fine, anche commovente). 

Pubblicato in India nel 2007 con il titolo Tunnel vision, tradotto in italiano nel 2012 dalla casa editrice La Linea, Pakistan Graffiti è il romanzo d'esordio di Shandana Minhas, blogger e giornalista molto attiva nel dibattito sulla modernizzazione della società pakistana. 
Insomma, una lettura interessante e vivace, e soprattutto molto "fresh", come direbbero miei amici indiani. 


Shandana Minhas, Pakistan Graffiti, La Linea 2012
Traduzione di Valentina Ballardini 
368 pagg., 16,50 € 

Commenti

  1. Grazie Silvia! È sempre bello leggere i tuoi post sui libri dal subcontinente. Fa piacere vedere che stai riprendendo le tue pubblicazioni sul blog. Questo Pakistan graffiti mi incuriosisce molto. Credo che lo leggerò, ma prima devo finire L'anno dei fuggiaschi, di Sunjeev Sahota. È una delle più belle cose dall'India che abbia letto negli ultimi tempi. Se l'hai letto sono curioso di sapere cosa ne pensi. Un saluto!

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  2. Ciao Gianni, scusami per il ritardo nella risposta! Però ho subito colto il tuo suggerimento e ho appena iniziato a leggere "L'anno dei fuggiaschi", che avevo giusto lì in attesa da un po'. Ti dirò sicuramente! A presto!

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  3. Gianni, l'ho appena finito e mi è piaciuto tantissimo. Mi sono affezionata a tutti i personaggi come se fossero miei fratelli e non riuscivo a smettere di leggere delle loro disgrazie. Che lettura coinvolgente. Che umanità in tutta questa mancanza di umanità.
    Grazie per il tuo consiglio! Ne parlerò presto qui sul blog.

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