L'anno dei fuggiaschi

di Sunjeev Sahota 


È uno di quei libri che ho letto di notte. 
Di quelli che si iniziano alla sera prima di dormire con l'idea di leggere qualche pagina e ci si ritrova dopo un centinaio di pagine alle due di notte che ancora non si riesce a staccare. 

È uno di quei libri pieni di disgrazie, di mancanza di umanità, di persone ai margini che subiscono ogni tipo di ingiustizia. 
Eppure, in questa mancanza di umanità, quanta umanità hanno i personaggi! Ti ci affezioni e diventano come tuoi fratelli, non riesci a smettere di pensare a loro, anche di giorno, di preoccuparti per loro e per le loro sventure. 


La storia è quella di tre giovani indiani emigrati in Inghilterra, ognuno con una lunga vicenda alle spalle, ambientata in India e ampiamente raccontata, tanto che ogni storia "indiana" potrebbe essere un romanzo a sé. Il più fortunato e benestante ha "solo" il problema della malattia del padre che non può più lavorare per il governo indiano, mentre a quello più sfortunato hanno massacrato tutta la famiglia. 

Alla loro storia si intreccia poi quella di una ragazza di origini indiane, nata in Inghilterra ma totalmente legata alla cultura di origine, una sikh devota con una religiosità profonda, alla ricerca di un modo di fare del bene in un mondo che sembra non meritarlo. 

Le storie si dipanano in un racconto che dura un anno e segue il ritmo delle stagioni, con un lunghissimo inverno e una fugace estate.  

La vita in Inghilterra di questi fuggiaschi indiani è durissima: i tre ragazzi sono sempre alla ricerca di lavori pagati pochissimo, sempre in bilico fra l'ultima sterlina e la possibilità che se non ripaghi i debiti gli strozzini ti ammazzino tutta la famiglia.
Una vita inglese per la quale ci si è letteralmente venduti un rene, in cui gli inglesi non compaiono mai: per ogni cosa c'è una comunità indiana che decide tutto di te, dalla casa in cui vivrai a quale lavoro farai. Eppure, è questa l'unica possibilità per costruirsi un futuro, o anche solo per sopravvivere. 

Il romanzo ci fa addentrare nella vita quotidiana dei "fuggiaschi" indiani per le strade della città di Sheffield: si passa per una casa abitata da soli indiani al gurdwara (tempio sikh) ai cantieri edili.  L'India, crudele e brutale, è costantemente lì dietro, anche se le telefonate diventano sempre più rare, la linea sempre più disturbata e le persone dall'altra parte sempre più lontane.  

Pubblicato in Inghilterra nel 2015 e arrivato in traduzione italiana nel 2018, L'anno dei fuggiaschi è una storia toccante, capace di farci immedesimare nei personaggi e di soffrire con loro. Per riflettere al di fuori degli slogan e della retorica sul tema dell'immigrazione, ma anche - niente di meno che - sull'umanità intera. 


Sanjeev Sahota, L'anno dei fuggiaschi, Chiarelettere 2018
Traduzione di Sara Reggiani
512 pagg., 19 € 

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