Agenzia matrimoniale per ricchi
di Farahad Zama
Consiglio sinceramente questo libro a chi vuole avvicinarsi all'India con cautela e senza sforzarsi troppo.
A chi è interessato ai riti matrimoniali e pre-matrimoniali indiani e, dopo Monsoon wedding, si vuole beccare ben due matrimoni in un colpo solo (uno indù e uno musulmano).
A chi fa piacere trovare la precisazione che Ganesh è la divinità con la testa di elefante e, nel caso comunque gli sia sfuggito qualcosa, ha a disposizione una serie di appunti finali in cui si spiega dov'è la città in cui è ambientato il romanzo, che lingua si parla e che cosa si mangia.
A chi ha voglia di una lettura distensiva, leggera e gradevole, in cui compaiono gli aspetti più particolari (ai nostri occhi) dell'India visti attraverso gli annunci di una agenzia matrimoniale - per ricchi, in modo che i drammi o le sventure siano presenti ma lasciati sullo sfondo o facilmente risolti.
A chi troverà interessante capire la logica e la cultura del matrimonio combinato e conoscere tutte le richieste per trovare un "buon partito" a figli, nipoti, fratelli o sorelle: casta e sottocasta, dote, situazione e patrimonio familiare, carnagione, altezza, titolo di studio e posizione lavorativa (meglio se ingegnere per gli uomini e casalinga per le donne).
Faharad Zama, l'autore, è un indiano residente da tempo a Londra, originario di Vizag, nell'Andhra Pradesh, la città descritta nel romanzo, e felicemente sposato attraverso un matrimonio combinato (che sarà contro la nostra mentalità ma avrà anche notevoli vantaggi).
E' riuscito a scrivere una storia leggera e carina, piena di personaggi simpatici, che sarebbe perfetta per la sceneggiatura cinematografica di una commedia familiare, e che probabilmente piacerà a molti per la sua gradevolezza. Anzi, sicuramente è già piaciuta, visto che ha scritto anche un secondo libro, sequel del primo, e ne sta scrivendo un terzo, sempre di argomento matrimoniale.
Ma anche se la storia continua, io questa volta penso di fermarmi qui.
Sono d'accordo su tutto, anche sul fatto che come film sarebbe un'ottima commedia per famiglie. Speriamo però che non passi che la letteratura indiana è tutta leggera leggera come questo libro!
RispondiEliminaForse prima c'era l'idea che fosse pesante e fatta solo di tomi da mille pagine, e ora magari passa che è leggera...
RispondiEliminaIn realtà, c'è veramente tutto, leggero o pesante che sia!
Comunque devo dire che i matrimoni restano un'altra di quelle situazioni ripetute fino alla nausea (ma forse questo è vero per tutta la letteratura mondiale, per non parlare del cinema).
Ben venga la letteratura leggera se invoglia alla lettura chi di solito si spaventa di fronte al numero di pagine degli altri romanzi consigliati da Silvia! Sempre che l’argomento trattato non venga descritto in modo banale o superficiale. Il tema dei matrimoni combinati interessa a molti ma ho notato che esiste molta confusione a proposito. Si e’ piu’ portati a credere che si tratti sempre di una costrizione e non, come spesso accade, di una scelta consenziente di due adulti che si affidano alla tradizione.
RispondiEliminaconsiderando le letture pesantine degli ultimi miei giorni, prenderò in considerazione il tuo consiglio.
RispondiEliminai miei amici indiani mi dicono che ultimamente quello dei matrimoni combinati è un rito meno pregnante rispetto al passato. fanno eccezione naturalmente le realtà di villaggio o quelle un po' isolate culturalmente.
a livello artisico, film-libri, rimangono invece un "must".
Nell'ultimo testo che ho letto "il dono della Dea", c'è un bifrontismo sull'esito di due matrimoni combinati: uno vincente e uno disastroso
Secondo me c'è un confine (che è poi soggettivo) oltre il quale la leggerezza comunque non vale più la pena: a volte meglio niente che una cosa troppo banale che lascia idee sbagliate.
RispondiEliminaIn questo caso, no, meglio questo che niente. (ma sarebbero mille volte meglio altri libri...)
Penso che la tradizione dei matrimoni sia diversa da realtà a realtà. Personalmente conosco molte più persone che hanno avuto un matrimonio combinato, o comunque con amici di famiglia e quindi in qualche modo "controllato" dall'ambiente familiare.
In certe realtà, soprattutto per le ragazze può essere considerato un brutto segno avere un matrimonio non combinato ma scelto da loro: vuol dire che si sono "intrattenute" (in vario modo, anche solo a scambiare due parole) con un uomo!
Comunque in questo libro, per quanto in effetti non molto approfondito, l'autore fa vedere che il matrimonio combinato non è sempre una costrizione: in molti casi i baldi giovani vanno loro stessi all'agenzia per trovare la moglie ideale e le ragazze sono ben contente se i genitori scelgono loro uno sposo adeguato.
L'amore arriva dopo il matrimonio, non prima!
Poi però c'è anche il matrimonio d'amore, che fa un po' "e vissero tutti felici e contenti"...
ciao silvia, scusami se mi faccio vivo con mesi di ritardo :)
RispondiEliminahai ancora il problema dei post che appaiono in ordine sparso?
Ciao Tenebrae e grazie mille per la tua risposta (immagino che con tutti quelli che come me ti scrivono per miseri problemi tecnici, non avrai molto tempo per rispondere a tutti)!
RispondiEliminaNo, per fortuna dopo circa un mese tutto si è rimesso magicamente a posto da solo, senza che intervenissi in nessun modo... bho!
Ma comunque grazie mille e un salutone!
ordinato in libreria :)
RispondiEliminaciao
RispondiEliminanon ho letto il libro di cui parli, ma, dai tuoi commenti, penso che la questione dei matrimoni combinati viene descritta e esaminata con più spessore da altri autori indiani (penso a C B Divakaruni, Anita Desai, ecc.)in romanzi più completi. Per quanto riguarda il rapporto uomo - donna in generale è un problema ovviamente diffuso a tutte le civiltà e società. Mi viene in mente, al di là dell'India, la recente lettura di "Il museo dell'innocenza" di Oran Pamuk che affronta il tema nella Turchia moderna (romanzo che, comunque, al di là della magnifica ambientazione a Istambul, mi è risultato piuttosto stucchevole, con buona pace del premio Nobel)
Fabrizio
sono d'accordo con Fabrizio su Pamuk, piu' di un suo libro mi ha trasmesso questa impressione.
RispondiEliminaE' vero, nella Divakruni il tema matrimoniale e' importantissimo, basti pensare a Matrimonio combinato di Einaudi
...senza poi parlare del "Ragazzo giusto", tanto per ritornare sulle migliaia di pagine!
RispondiEliminaNon penso che fosse lo scopo di questo romanzo fare un'analisi appronfondita del matrimonio combinato né tanto meno della relazione uomo-donna e infatti rimane un romanzo "debole", poco approfondito.
Quello su cui più si insiste sono le richieste delle famiglie per avere lo sposo ideale: quelle su cui si può anche sorvolare e quelle su cui invece non si transige.
Poi non sappiamo mai cosa succede dopo che la gente si è sposata...
Non ho letto Il museo dell'innocenza, di Pamuk ho letto solo Istanbul e Il mio nome è rosso, che mi sono piaciuti molto.
Ciao Silvia, ecco che arrivo anche di qua!
RispondiEliminaIl libro ce l'ho e conto di leggerlo a breve.
Ciao Sylver,
RispondiEliminache bello "vederti" anche qui!
Poi facci sapere come ti è sembrato il libro...