Grazie
Ormai che anche questa avventura è giunta al termine, un enorme grazie a tutti gli indiani che hanno reso il mio viaggio assolutamente fantastico, che mi hanno aperto le loro case, le loro cucine, i loro armadi e i loro cuori, che mi hanno scarrozzato in giro, che hanno cucinato i loro piatti migliori, che hanno condiviso con me i loro sari, i loro gioielli e le loro bindi adesive, che mi hanno accompagnato a visitare le loro città, i loro templi, i villaggi dove sono nati, i luoghi in cui sognano e scrivono, che mi hanno fatto scoprire posti che sulle guide neanche esistono, che mi hanno fatto partecipare alle loro serate poetiche e letterarie e che, come se non bastasse, mi hanno riempito di regali e trattata come un pascià.
Questa volta non ho fatto tour turistici, non ho praticamente mai dormito in albergo se non a Bombay dove i bambini di Akanksha non potevano certo ospitarmi, ho esplorato più le case che i monumenti e sono diventata familiare con gli oggetti della vita quotidiana.
Vivere nelle famiglie indiane è stata un'esperienza profonda, perché ora mi sento parte di quelle famiglie, e sempre di più di quella grande famiglia a cui tutti apparteniamo.
Grazie, e alla prossima.
how nice,must be very poetic in Italian, makes me feel like learning Italian and a bit envious too :)
RispondiEliminaI am envious because you speak hindi and I don't!
RispondiEliminaThanks a lot for everything, really.
And see you soon, somewhere!
Silvia, leggendo le tue parole viene davvero voglia di sapere qualche dettaglio in più del tuo viaggio...non è che hai fatto un diario di viaggio, vero?
RispondiEliminaSai che leggendo le tue parole mi veniva in mente com'era (e spero sia ancora, è tanto che non ci vado) il nostro sud quando ci andavo in visita da parenti, il calore, l'ospitalità, la generosità, il genuino interesse vero l'altro...è un paragone privo di senso?? A presto rileggerti!
Ciao Anto, non ho tenuto un diario vero e proprio, ma scritto molte annotazioni e varie elucubrazioni mentali... Ora le ordino un po' e scrivero' sicuramente qualcosa.
RispondiEliminaDi sicuro c'è questo fortissimo senso di ospitalità e una voglia matta di avere uno straniero da ospitare e con cui confrontarsi.
Non è così sempre e ovunque, c'è anche chi cerca solo di spillarti più soldi possibile!
Ma quando se sei ospite a casa di un indiano hai veramente tutta la casa al tuo servizio...
Non so se sia come al sud, putroppo il sud lo conosco abbastanza poco.
L'altro giorno raccontavo a mio padre questa atmosfera, e secondo lui era simile all'Italia degli anni '50 quando i primi stranieri arrivavano a visitare il nostro paese.
Quindi è possibile che al sud sia (o sia stato) così.
A prestissimo!
Ciao Silvia, mi vengono i brividi a leggerti... in partenza per il mio sud, prima di tornare a nord. Un abbraccio, attendo altri racconti indiani.
RispondiEliminaUn abbraccio anche a te, fra nord e sud!
RispondiEliminaciao Silvia,
RispondiEliminabentornata! intanto devo dire che è molto carina la nuova fotografia in sari, molto elegante!
E poi non vedo l'ora di leggere di altri libri e di altre avventure.
un abbraccio
elisa
Grazie Elisa!
RispondiEliminaMi sto lentamente riprendendo dal trauma del ritorno... appena ripresa, riprendo con i racconti (e anche a leggere il tuo blog, ho visto che ci sono nuovi post da leggere, non manchero').
barvissima! L'India vera si vive davvero solo nelle case con la gente, io anche dove non conosco nessuno evito l'albergo e cerco stanze in affitto da privati.
RispondiEliminaMarged
E stavolta neanche ho pagato l'affitto! :)
RispondiEliminaHo visto che hai da poco aperto un blog sulla musica indiana, sarò fra le tue lettrici, a prestissimo!