La trilogia dell'oppio: caro Amitav...

Caro Amitav,

sei un mare in tempesta, un fiume un piena, un diluvio universale. 
La tua trilogia dell'oppio è un mare di parole, un fiume di storie, un diluvio di immaginazione.
Con il tuo mare di parole, mi hai conquistata con la storia di Deeti e Kalua intrecciata a quella della coltivazione dell'oppio. 
Alla fine sono rimasta lì, in mezzo all'Oceano, con un piede sulla Ibis e uno su una scialuppa di salvataggio, nel bel mezzo di una tempesta. Per tre anni. 

Nel tuo fiume di storie, pensavo di rincontrare anche la storia di Deeti, ma presto ho capito che la storia era più grande, più lunga e più complessa, e alla trama bisognava intrecciare nuovi fili, nuove storie, perché l'oppio è più grande di tutto, porta fino in Cina.

E infine, mi hai scaraventato addosso il tuo diluvio di immaginazione, portandomi nel cuore della guerra dell'oppio, nel mondo militare dei sepoy, proprio al centro delle battaglie navali.


E alla fine di tutto questo, che cosa è rimasto?

Di Deeti non mi hai più parlato, né di Kalua. E io che mi aspettavo di fare un salto a Mauritius per vedere come stavano (no, quella mezza pagina non è sufficiente).

Paulette l'hai messa in disparte, da sola fra le sue piante, a "coltivare il suo giardino", orfana dei suoi genitori e del suo autore.

Te la sei cavata con una seconda fuga, dopo quella del Mare, ancora una volta in mezzo al mare e altrettanto misteriosa, e con quella hai risolto tutto.
Questo perché hai deciso che era più importante la Storia, e non le storie dei personaggi.
Più importante il messaggio della narrazione.  

Mi dispiace dirtelo, ma te lo devo dire: ti ho odiato. Profondamente.

Sai, io sono una lettrice paziente, che lascia fare ai suoi scrittori tutti i giri che vogliono prima di arrivare al dunque, soprattutto se nel frattempo scrivono come fai tu, con tutti quei dettagli, con tutte queste parole.

Sono una lettrice che accetta i finali aperti, sospesi, e che non vuole essere compiaciuta a tutti i costi dalla storia. 
Per esempio, ho amato tantissimo il tuo delirio febbrile di Cromosoma Calcutta e le tue Linee d'ombra, così sottili e immaginarie.

L'unica cosa che chiedo a uno scrittore è di non tradire la mia fiducia.
No, tu non mi hai tradita. 
E infatti io ti ho amato di nuovo, quando ho capito che cosa hai fatto.

Le vicende degli amati personaggi sono la trama che tu hai tessuto intrecciando sempre nuovi fili intorno all'ordito della Storia.

Mi hai fatto talmente appassionare a queste storie che ho pensato che la Trilogia fosse la loro storia.
Invece no. Per capirla bisogna alzare gli occhi, ed è difficile farlo, perché tu mi hai inchiodato lì, a seguire un filo o quell'altro.

Alzando gli occhi, invece, si vede un meraviglioso tessuto, un intreccio che va visto da lontano. Non importa se proprio quel filo che avevi tanto amato scompare, se passa sotto e non si vede più: è bellissimo lo stesso.

E poi, questo tessuto, hai deciso di non rifinirlo da un lato, di non farci nessun tipo di chiusura o di orlo. Hai lasciato i fili sciolti, un po' svolazzanti.
Non potevi fare altrimenti: nulla può finire, la Storia continua.

Ti ringrazio e ti abbraccio.

Tua (ormai per sempre)
Silvia



(Scusate: volevo scrivere un post riassuntivo sulla trilogia di Ghosh dopo qualche mese dalla lettura... ma alla fine il post è diventato una lettera)

Commenti

  1. Cara Silvia, sottoscrivo ogni parola. Facci sapere cosa ti risponde.

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  2. Non ho letto la trilogia, non è ancora il momento credo, ma questa tua lettera è speciale, mandagliela!

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  3. Molto bella questa tua recensione. Comunque devo dire che per fortuna dei lettori nell'ultimo volume, almeno alcuni fili del romanzo hanno trovato una loro conclusione logica. In fatti, pensando agli altri 2 volumi, ho pensato che Ghosh deve aver ricevuto molte critiche dai lettori per queste sue dimenticanze dei personaggi e alla fine ha deciso di riparare, in parte! :)

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  4. Ciao Sunil!
    Sì, è vero, dopo il Fiume, qui si ricollega di più alle storie precedenti.
    Ma forse io mi aspettavo una ripresa più forte, perché qui siamo proprio alla fine, mentre comunque il Fiume poteva essere solo una parentesi e c'era ancora tempo per chiudere le storie in un volume successivo.
    E invece, alcune sì e altre no... come dici giustamente tu, ha rimediato in parte!
    Un abbraccio, ciao!

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