Mehwish parla al sole
di Uzma Aslam Khan
La geometria di Dio
La geometria di Dio
Ambientato fra Islamadab e Lahore, questo romanzo racconta la storia di due sorelle, a partire dalla fine degli anni Settanta per arrivare fino agli anni Novanta, sullo sfondo di un Pakistan difficile e insicuro che vuole imporre alla società un'idea distorta di religione.
Detto così può sembrare davvero banale, la solita storia delle donne e l'islam. Invece no, è un romanzo molto intelligente, profondo, originale, ben scritto, e del tutto lontano da stereotipi e luoghi comuni.
E' nelle prime pagine del romanzo che la piccola Amal partecipa agli scavi nel Salt Range pakistano insieme al nonno Zahoor, paleontologo, scienziato e libero pensatore, e a soli otto anni scopre un fossile, un osso a forma di S.
E' un indizio della struttura del cane-balena che il nonno sta cercando: un mammifero di transizione tra la moderna balena e un antenato simile a un lupo, che un tempo nuotava nell'Oceano Tetide.
E' un indizio della struttura del cane-balena che il nonno sta cercando: un mammifero di transizione tra la moderna balena e un antenato simile a un lupo, che un tempo nuotava nell'Oceano Tetide.
Ed è in quello stesso momento che Mehwish, la sorella più piccola, diventa cieca, forse per aver fissato troppo a lungo il sole.
Un episodio che ritornerà spesso nelle narrazioni dei tre giovani personaggi che raccontano la storia in prima persona, con tre punti di vista diversi, con scritture e parole davvero uniche (finalmente un libro in cui quando si cambia narratore si cambia davvero anche stile, tanto che leggendo una riga a caso si riconosce chi è che parla - senza nessuna forzatura).
Oltre alle due sorelle, il terzo narratore è Noman, figlio di un politico del Partito della Creazione (partito islamico contrario alla scienza e alle libertà individuali), che abbandona il suo talento per la matematica per scrivere controvoglia articoli e discorsi per il padre, diviso fra l'ubbidienza alla famiglia e l'onestà intellettuale.
Amal e Mehwish vivono in una particolare simbiosi in cui è la sorella maggiore a prendersi cura della più piccola, diventando i suoi occhi sul mondo.
Amal è intelligente e pratica, ribelle ed equilibrata, mentre la piccola Mehwish, da non vedente, sembra cogliere i significati più profondi di quello che succede, interprentandoli con i suoi discorsi assurdi e i suoi giochi di parole fra urdu e inglese, che confondono lettere mute e parole composte: benzina adutera, spiega azioni, virgo elette, forza di grave età, clacsuono (qui il traduttore, Norman Gobetti, racconta come sia stato difficile tradurli).
Amal è intelligente e pratica, ribelle ed equilibrata, mentre la piccola Mehwish, da non vedente, sembra cogliere i significati più profondi di quello che succede, interprentandoli con i suoi discorsi assurdi e i suoi giochi di parole fra urdu e inglese, che confondono lettere mute e parole composte: benzina adutera, spiega azioni, virgo elette, forza di grave età, clacsuono (qui il traduttore, Norman Gobetti, racconta come sia stato difficile tradurli).
Ma è Zahoor a essere il personaggio centrale nei racconti dei tre narratori: il nonno con il suo grande carisma, il suo spirito illuminato e la sua anima da scienziato ricca di fantasia e di curiosità, darwinista osteggiato dal potere e incarcerato da eretico e apostata per la sua attività scientifica.
Un tema fondamentale del romanzo è il contrasto fra religione e scienza: il fondamentalismo nega alla radice lo stesso metodo scientifico e impone di rigettare una qualsiasi ingadine della realtà; non c'è bisogno di nessuna scienza, tutto è spiegato ricorrendo a Dio. "Non è per la gravità che stiamo seduti su una sedia, ma perché lo vuole Allah."
Così il Corano viene strumentalizzato: nei suoi articoli Noman deve dimostrare logicamente, usando i versi del Corano come assiomi da cui far discendere per deduzione un intero sistema, che bisogna cancellare Einstein e la relatività, Mendel e la genetica, Darwin e l'evoluzione. Un paradosso logico, scientifico, religioso.
Il romanzo non si riduce però all'arido conflitto scienza-religione, e non è solo intellettuale (anche se di piacevolmente intellettuale c'è molto): la storia si nutre dell'affetto fra i personaggi, delle relazioni familiari, della storia d'amore di Amal, delle riflessioni e difficoltà di ogni personaggio.
E' una storia molto intima e quotidiana: la politica si infiltra nella società pakistana, che viene abilmente descritta nelle sue sfacettature, ma è filtrata dagli occhi dei personaggi.
E' anche un libro coinvolgente, con personaggi a cui ci si affeziona da subito, quando sono ancora bambini. Poi procedendo nella storia e negli anni i personaggi diventano fra loro più indipendenti, e anche noi ci distacchiamo un po', e la storia diviene più spezzettata, eterea, incerta.
"La
geografia esiste prima nella mente": altra frase che ricorre spesso nel libro, a indicare confini, punti di riferimento, geografie personali, umane, politiche e sociali fra le fazioni, fra i membri della stessa famiglia, fra i personaggi.
Personaggi che formano un triangolo e poi un quadrato, in questa geometria di Dio (ma quanto era bello il titolo inglese, The Geometry of God! Dava anche un senso a molti aspetti descritti nel romanzo).
Geometria dei versi in rima e dei ghazal che Mehwish compone con il nonno, geometria di Amal che diventa una scienziata come il nonno in un mondo ostile di soli uomini. Geometria di piani e prospettive, di angolazioni e di dimensioni che si moltiplicano o si appiattiscono.
Una geometria imperfetta ma non per questo meno divina.
me lo vado a regalare!
RispondiEliminagrazie!!
ti abbraccio
Grazie per le tue belle recensioni, io sono interessatissima all'argomento di cui parli. Prendo nota anche di questo libro e lo aggiungo alla mia ormai lunghissima lista dei desideri!
RispondiEliminaCome sai Silvia lo voglio leggere in inglese, e concordo The Geometry of God è stupendo come titolo. Me lo regalerò, assieme a quelli di Anuradha Roy, una volta a Bombay. Di Uzma Aslam Khan ho amato Trespassing, credo che in italiano si chiamo Trasgressione, un libro di rara bellezza. E come sempre belle le tue recensioni :-)
RispondiEliminaSqwerez: buona lettura allora! Un abbraccione
RispondiEliminaBetelgeuse: sono certa ti piacerà.
Clara, leggerò sicuramente Trespassing: ecco una di quelle autrici di cui dopo aver letto un libro ne vorresti subito leggere un altro!
Fatemi poi sapere se l'avete letto e come l'avete trovato!
ma che bello deve essere questo libro! da come ne parli, sembra proprio una storia in cui i personaggi quasi quasi diventano delle persone, sembra che siano veri, con una personalità luminosa.
RispondiEliminaGrazie della bella recensione, e ne approfitto per farti tutti i miei auguri per queste feste!
bacioni:-)
Alla fine nn ho resistito e l'ho preso oggi in biblioteca. Ti dirò. Tanti cari auguri, Silvia, e passa un Natale felice e sereno :-)
RispondiEliminaGrazie e tanti cari auguri anche a voi!
RispondiEliminaSì, i personaggi sono proprio autentici.
Clara, io oggi invece vado a fare il mio cambio mensile in biblioteca, forse prendo Trespassing!
Sono già a pag. 72 e mi sta piacendo un sacco. Buon Natale!
RispondiEliminagrazie cara Silvia vado a comprarmelo oggi pomeriggio prima che la libreria chiuda! Poi ti dirò.
RispondiEliminaLa tua recensione è molto bella e molto stimolante per me.
Grazie e buon Natale,
cris
Ragazze, caspita come siete recettive, che brave!
RispondiEliminaMi fa molto piacere, fatemi sapere come procede.
Io poi ieri ho preso Tasgressione in biblio, ma ancora non l'ho iniziato!
Un buon natale di letture a tutti!