Hotel Calcutta

di Sankar

"Gente che va, gente che viene."

Descrivere la vita attraverso gli eventi e i personaggi che si incontrano in un grande albergo è un sicuramente un'idea suggestiva e intrigante.
Ma tutto diventa ancora più interessante, almeno ai miei occhi, se l'hotel in questione è lo Shahjahan della Calcutta degli anni Cinquanta, e se gli occhi che guardano la gente che viene e che va sono quelli di Shankar, giovane impiegato - quasi per caso - nell'albergo più prestigioso della città, "un palazzo in cui avrebbero potuto risiedere il nimaz o il maharaja di Baroda senza sacrificare la propria gloria o la propria magnificenza".

Lo Shahjahan diventa per Shankar un luogo di lavoro e di crescita, dove abbondano le occasioni di incontrare persone particolari: ballerine e nani per le serate di cabaret, grandi industriali che combattono giochi d'amore e di potere fra le suite numero uno e la suite numero due, star del cinema in crisi con il marito, responsabili dell'Organizzanizzazione Mondiale della Sanità con un passato commovente, mogli di ricchi divise fra le cene di beneficienza per scopi umanitari e incontri segreti con gli amanti, hostess di compagnie aeree sempre in giro per il mondo.
Tutto si intreccia fra arrivi notturni, pranzi di gala, ricevimenti e cocktail, fra le leggi proibizioniste sugli alcolici, i fiumi di whisky e la riservata complicità del personale dell'albergo.

Ma le storie più affascinati sono quelle di chi nell'albergo ci lavora o, meglio, ci vive: il direttore Marco Polo, un orfano dal passato particolare, Rosie, la segretaria dalla pelle scura scappata e poi tornata, Natahari, il bramino che è finito a occuparsi delle federe dei cuscini e di come abbinarle al colore delle tende, Gomez, il musicista con la passione per Händel e Beethoven, e il sempre presente Bose-da, receptionist e mentore del nostro narratore.

Mani Shankar Mukherji, grande scrittore bengalese più conosciuto con il nome di Sankar, scrisse questo romanzo in lingua bengali nel 1962 con il titolo Chowringhee (dal nome del quartiere di Calcutta). Il libro ebbe un grande successo e nel 1968 ne fu tratto un film, che si può interamente vedere su questo sito, gratuitamente e con sottotitoli in inglese (e che consiglio vivamente).
Il libro è stato tradotto in inglese nel 2007, e ora ritradotto in italiano.

Hotel Calcutta è un romanzo imperdibile che fa rivivere la Calcutta luccicante, sofisticata e ipocrita degli anni Cinquanta, vista da dietro il bancone di un hotel (oppure in brevissimi viaggi-missioni, quasi sempre notturni) nelle sue pieghe più buie.
E' imperdibile anche e soprattutto per il fascino dei tanti personaggi, così vivi che sembrano saltare fuori dalle pagine, per poi rituffarcisi dentro con le loro occupazioni, paranoie e storie commoventi da seguire.

Il protagonista, entrato come ingenuo ragazzino alla ricerca di un lavoro, matura a poco a poco confrontandosi dolorosamente con un mondo in cui il passato scivola via velocemente, un mondo in cui tutto scorre, senza sconti per nessuno.
E come lui stesso dice, diventa capace, con un po' di egoismo, di infliggere ai suoi lettori le gioie e i dolori degli incontri che tanto hanno significato per lui, di servire quelle voci del passato sulla tavola del presente con immediatezza e partecipazione.

Ma alla fine, è sempre meglio aver amato, sofferto e perduto, che non aver amato affatto e a lui resteranno invece, se non altro, gli ingredienti e l'altruismo per un ghiottosissimo banchetto di storie e personaggi da servire ai suoi lettori.

Commenti

  1. Ma! Lo sto leggendo proprio adesso! :))

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  2. sembra carino! chissà quando "Quel" Il ragazzo giusto mi permetterà nuove letture!
    Buon Anno!

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  3. Interessante, grazie per la segnalazione ^^
    Ero giusto alla ricerca di qualcosa da leggere :)

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  4. Enikő, fammi poi sapere quando l'hai finito!

    Sonia, prima o poi... comunque sono contenta che poco a poco Il ragazzo ti stia un po' prendendo...

    Irene, grazie mille per la visita e se poi lo leggerai veramente, fammi sapere! Se spulci un po' per questo blog troverai altre idee di lettura, se sei alla ricerca di cose da leggere (visto che praticamente non scrivo d'altro...).

    E buon anno a tutti!

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  5. Molto interessante. Calcutta tra l'altro è per me una città letterariamente inesplorata.
    Questo libro mi fa un po' pensare ad un romanzo che ho letto recentemente ma che proviene da tutt'altra parte del mondo, l'Egitto. S'intitola "Miramar" (l'autore è Nagib Mahfuz) ed è anch'esso ambientato in un hotel. E' un po' un modo per fare una carellata di diversi uomini che soggiornano nella pensione un po' decadente ma che conserva un ricordo dello sfarzo dei tempi che furono. Grazie per il link al film, sempre gradito.

    Parlando di libri che ispirano film e film che ispirano libri, ho scoperto che "Earth" di Deepa Mehta è tratto da un romanzo, scritto in inglese, di Bapsi Sidhwa intitolato "Cracking India", mentre da "Water" la stessa scrittrice ha scritto un romanzo con lo stesso nome del film. Curioso quando da un film ne esce un libro, no? (E' successo anche con "Lezioni di Piano").

    PS: Anch'io sto leggendo un libro che mi sta tenendo occupata da parecchi giorni. Si tratta di "David Copperfield" di Dickens, un classico che non avevo mai letto.

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  6. Sono sempre interessanti le relazioni libro-film.
    Sì, Earth è tratto da Cracking India. Notare che il libro ha anche nomi diversi: Cracking India e Ice Candy Man, da noi invece La spartizione del cuore (bisognerebbe abolire la parola "cuore" dai titoli...). Ne avevo parlato qui (tanto per autopromuovermi!) e mi era piaciuto, anche se il punto di vista di una bambina lasciava un po' disorientati (presumo volutamente) su quello che stava succedendo.

    Water (il libro) invece secondo me non funziona, si vede che c'è qualcosa di innaturale nella scrittura, si vede che non è nato come libro - ma forse la penso solo così perché l'ho visto dopo il film, che mi era piaciuto di più.
    Il libro Lezioni di piano invece non l'ho letto!

    Bello Nagib Mahfuz! Di suo ho letto solo Il nostro quartiere. Mi era piaciuto molto, e in un certo senso anche lì il quartiere è un po' un luogo per fare una carrellata di tanti personaggi diversi che si incrociano.
    Da quello che dici Miramar mi ispira molto, bene, grazie!

    Anche io dovrei rileggere Dickens, letto tanto tempo fa, penso che oggi lo apprezzerei molto di più.

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  7. è vero, il film è più poetico. la colonna sonora poi è stupenda. per Earth invece preferisco il libro perchè lascia spazio all'immaginazione.

    Hotel calcutta non l'ho comprato..non so perchè ma non mi ispirava. il mese scorso ho comprato "in dono della dea" di Jha. Adesso però mi hai incuriosita.

    @sonia: capisco le difficoltà per il ragazzo giusto. quando ci sono le descrizioni politico-agricole fai un bel respiro e conta fino a 1000000 mentalmente...prima o poi finiscono e tutto torna gradevole :)
    scherzo :)

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  8. A me invece non isparava tanto Il dono della dea, ho letto il suo precedente libro L'odore del mondo e non mi era piaciuto per niente.
    Ora però mi dovrai dire, una volta letto, com'era: ci conto!

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  9. Sto finendo di leggere Hotel Calcutta. E' un bel libro, con bei personaggi. C'è una varia umanità e l'autore sembra proprio che parli di una reale sua esperienza di vita. Ne esce un quadro molto interessante, che tra l'altro scorre bene e si legge con piacere. Grazie Silvia per le tue recensioni e per questo blog

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  10. certo che ti racconto! :)

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  11. Grazie Sonia e benvenuto Scoronconcolo! Sono d'accordo: il libro è piacevole, scorre bene ed è intriso di vita. A presto!

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  12. L'ho appena comprato, ti farò sapere.

    a presto, cris

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  13. Cara Silvia, l'ho finito ieri sera, e stasera mi dispiacerà andare a letto senza gli ospiti dell'hotel calcutta, e soprattutto senza Shankar e Bose-da (di cui mi sono ovviamente innamorata!). E' scritto così bene che è stato naturale immedesimarsi nei personaggi, vedere il mondo attraverso i loro occhi e dal bancone della reception... Se riesco a non crollare tra poco continuo a scriverne su globalstories.

    un abbraccio, cris

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  14. un breve commento per sonia nepalese. l'hai letto poi "il dono della dea" di Jha? se quando hai tempo vuoi dirmi cosa ne hai pensato, puoi scrivere un commento alla recensione sul mio blog: http://www.globalstories.it/2009/12/22/il-dono-della-dea/#more-43

    grazie!

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  15. Mi fa piacere che ti sia piaciuto!

    Ti sei innamorata di Bose-da?
    Io no, non l'ho visto come una persona di cui ci si possa innamorare. O meglio, è un brav'uomo, una certezza in mezzo a tutto il via vai dell'albergo, il receptionist perfetto, ma gli manca quel pizzico di follia che caratterizza invece tutti gli altri personaggi.

    Ma è bello sapere che a ognuno lo stesso personaggio ha scatenato reazioni diverse!

    A proposito di crollare dal sonno, spesso nel libro i personaggi crollano dal sonno: mi veniva anche a me da crollare (sono molto influenzabile sul piano fisico: se uno ha freddo in un libro, io congelo, se uno ha fame, mi si lamenta lo stomaco) ma comunque era tanta la voglia di andare avanti che non sono mai crollata!

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  16. Mi sono innamorata di bose-da perché mi è sembrato un uomo molto intenso e pieno di contraddizioni irrisolte. Non l'ho mai pensato come un brav'uomo. Shankar invece mi è piaciuto molto come personaggio, ma come uomo meno.

    Molto bello che sei influenzabile fisicamente da quello che leggi! sei un esempio lampante dei "neuroni specchio"! Evidentemente quando un personaggio di un romanzo ha freddo o sonno nel tuo cervello si attivano gli stessi neuroni che si attiverebbero se davvero fossi stanca o fossi in un ambiente freddo.
    Non a caso si dice che i neuroni specchio abbiano a che fare con l'empatia!

    prima di andare a dormire ieri sera ho visto il film, grazie per il link. e poi ho ho rimandato al tuo post dal mio blog...

    buona giornata, cris

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  17. Mi fa piacere che anche tu abbia visto il film, è molto carino.
    E grazie mille per il link e le belle parole sul tuo blog.

    Il buon Bose-da secondo me è un brav'uomo nel senso che è l'unico che si prende cura del povero e inesperto Shankar, è l'unico che ha un residuo di moralità in questo mondo sfavillante e ipocrita. E' vero, ha mille contraddizioni irrisolte e davanti al mondo si pone con una maschera di solidità e integrità che riesce a nasconderle.

    Giusto, evidentemente sono un caso di neuroni specchio (potrei fare da cavia, secondo me l'influenza della lettura non è ancora stata ben studiata)!
    In effetti mi succede solo i libri (per esempio non con i film e neanche con i racconti orali).
    Un caso eclattante: ho letto Canto di Natale in pieno agosto e nonostante i 40 gradi mi sono dovuta andare a mettere un maglioncino perché stavo congelando...
    Stessa cosa ma opposta con Crepuscolo a Delhi, letto a dicembre su un treno senza riscaldamento: il vento caldo che scorre nel libro mi ha fatto addirittura togliere la giacca.
    Con Farenheit 451 invece ho istintivamente nascosto il libro che stavo leggendo (cioè Farenheit 451 stesso!) non appena è entrata mia madre in camera mia, per paura che mi beccasse e me lo bruciasse.

    Forse sono un caso patologico.
    Forse è per questo che mi piace tanto leggere.

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  18. Bellissime queste tue doti empatiche!

    Non mi risulta che abbiano fatto esperimenti su "i lettori gravi" come te :-), so che li hanno fatti con la pittura e i risultati sono molto interessanti. Potresti davvero proporti come cavia!

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  19. Ho letto il libro, mi è piaciuto. Interessanti le 'interferenze' tra India chic e India che lotta per vivere.

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  20. Ciao Domenico,
    anche secondo me è molto interessante la descrizione di questo mondo chic nel quale il povero Shankar entra, inizialmenteda disperato, in cerca di un lavoro.
    E come dici tu, sono giustamente "interferenze", non "contrasti" come spesso invece vengono definiti.

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  21. Mi toccherà fare la voce stonata fuori dal coro, ma a me questo libro non è proprio piaciuto...
    E' un libro che sconsiglierei!
    L'incipit è interessante, ma non ha niente delle emozioni che un romanzo corale dovrebbe avere.
    I personaggi (tranne forse il nano e la sorella) non hanno spessore e l'intreccio è ...slegato. Mi è sembrato tutto molto artificioso e poco coinvolgente, per non dire NOIOSO!
    Mancava proprio di vitalità e non è facile con l'ambientazione scelta (un hotel a Calcutta!). Davvero un'occasione persa...

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  22. Dudu, le voci fuori dal coro sono benvenute, se no finiremmo a pensarla tutti uguale!
    Io ho trovato invece i personaggi molto vitali, soprattutto visti attraverso gli occhi di Shankar, che li rielabora secondo le sue esperienze.

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  23. ;)
    Per ora ho finito i romanzi indiani a meno che valgano anche "la cuna del mondo" di Gozzano, "l'odore dell'India" di Pasolini e "il palazzo della mezzanotte" di Zafon che si svolge a Calcutta.. Ho pronto ad aspettarmi "Il ragazzo giusto" di Vikram Seth, ma devo cogliere il momento ...giusto! ;)
    Intanto però bazzicherò sicuramente fra questi lidi a carpire informazioni sulle parole indiane che vale la pena di gustare. Davvero complimenti!!

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  24. Sopra sono io (Dudu), ma non riesco più a scrivere registrandomi...

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  25. In effetti, per il ragazzo giusto ci vuole il momento giusto (e oltre a essere giusto il momento deve anche essere lungo)!
    Gozzano, Pasolini e Zafon te li faccio valere solo se ti spingeranno a leggere autori indiani-indiani... :)

    Grazie allora, spero vivamente che troverai qui qualche spunto per le tue letture.

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  26. Hello. It was wonderful to read your blog post and the comments on Sankar's novel Chowringhee. (My interest stems from the fact that I translated it from the original Bengali into English.) I used Google translator to read your post in English - will you have to do the same to read it in Italian? :)

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  27. Dear Arunava,
    thanks a lot for your comment.
    I am very happy that you wrote me.

    Congrats for your translation: it has brougth a wonderful novel to the world of non-Bengali speakers, and also to Italian readers!

    By the way, I am about to read "My kind of girl" by BB, that you also translated into English.
    So I am starting to be very interested in Bengali literature...
    Is there any other Bengali novel that you have translated that you think I should read?

    (I made without Google translator this time!)

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  28. Hi Silvia :)

    Thanks for your reply. Maybe I should try Google translator and write this in Italian - next time, perhaps :)

    Thank you for your kind words. And I'm looking forward to your response to My Kind of Girl. The Italian edition looks beautiful.

    There are, of course, plenty of other Bengali novels that deserve to be read. Only a few have been translated so far. You might be interested in Sankar's The Middleman (I don't think Italian rights have been sold, however). If you like BB's MKOG, you might enjoy another of his books, It Rained All Night, which came out in English translation (not mine) recently in india. Also, two more of his novels are due out in the next two years.

    Lovely to hear from you, and I hope we can keep talking.

    regards
    Arunava

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  29. Hi Arunava,
    I will be very happy to let you know about My kind of girl as soon as I finish it (I haven't started it yet!)

    Thanks for your advices on Bengali novels. I will try to get The Middleman for sure.
    I just orderd a book of BB's Selected poems published Oxford University Press.
    Poetry is usually very difficult to be translated, but however a translation is better than nothing!

    Of course we can keep talikng, with great pleasure (you can also email me of you like).
    Where do you live in India?

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  30. Appena finito di leggere. Mi è piaciuto molto. All' inizio mi lasciava un po' freddo, mi sembrava che tutte queste storie fossero solo un lungo elenco di personaggi senza costrutto.
    Ma piano piano tutto prende forma e tutte le figure diventano il mosaico di una storia unica ed omogena, ognuno un piccolo tassello indimenticabile di quella epoca e di quella Calcutta. Ogni personaggio è a tutto tondo, anche quelli di minor rilevanza. Ricordo un critico cinematografico che disse che le commedie di Blake Edwards erano le migliori perchè erano i personaggi di contorno ad essere ben tratteggiati ... ecco questo secondo me vale anche per "Hotel Calcutta". Ho visto che hai postato "Fiume di fuoco" ... ce l'ho ben piazzato nel mio armadio...

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  31. Ciao Graziano,
    secondo me in qualche modo seguiamo le esperienze del protagonista: all'inizio l'unico vero personaggio è lui, tutto il resto rimane sfocato. Poi, non appena lui inizia a rapportarsi con gli altri e a capire un po' "come gira il mondo" anche tutti i personaggi secondari si mettono a fuoco.

    Fiume di fuoco è veramente grandioso... poi fammi sapere!

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  32. eccomi, ci sono anche io a leggerlo, a distanza di anni, ma che importa! Non ho letto tutti i commenti, perché ancora non l'ho finito, ma è un romanzo delicato e discreto, così come la figura del receptionist in un albergo di lusso, c'è quando ne hai bisogno, è cordiale e anche amichevole ma velocemente riprende la sua distanza...

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  33. Ciao Sonia!
    Ma certo, che importa, i libri non invecchiano, poi tanto questo è del 1962: anno più anno meno!
    Poi, dopo un po' che ci stai, nell'albergo e nel libro, il receptionist diventa anche tuo complice...
    Facci sapere quando lo finisci!

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