Fuoco sulla montagna

di Anita Desai

Un altro romanzo di Anita Desai, scritto nel 1977, sconsigliato a chi già di suo è depresso o  in balìa di istinti suicidi, e consigliato invece a chi ha voglia e coraggio di addentrarsi nelle solitudini di tre donne in una casa sulle pendici aride e polverose dell’Himalaya.

Anita Desai descrive con minuziosa esattezza i rumori e i movimenti della natura che circonda la casa della protagonista, grande e vuota e quasi assediata dal mondo esterno: le galline che becchettano e inghiottono golosomante pezzetti di vermi, il vento fra i rami ondulati dei pini, il frinire delle cicale, i passi di una mantide religiosa su un'emerocallide in fiore.

Quella descritta è una natura che partecipa nella sua disarmante nudità alla vita degli uomini, non con paesaggi consolatori in cui perdersi e sognare, ma con una presenza inquietante, ostile e metaforica, dalla luce del sole che, "non più lacca, diventa colla", dal "ronzio delle mosche troppo pigre per volare, che restano impigliate nella tela vischiosa del meriggio".

Lo stesso tipo di descrizione è riservato ai sentimenti delle tre donne, prima fra tutte Nanda Kaul, che si è chiusa in un geloso e religioso isolamento, ricercato e conquistato dopo una vita da madre di molti figli e dai troppi impegni sociali.

A turbare per prima la sua solitudine sarà Rakha, la pronipote convalescente venuta a stare da lei, una bambina strana, che ama la solitudine forse più di lei, in modo istintivo e naturale, che passa le giornate scomparendo in solitarie passeggiate "lungo i dirupi, tra le rocce, verso le fornaci, le agavi e i rifiuti della scarpata, verso le fausi gialle spalancate della pianura sottostante".

Solo alla fine arriverà anche Ila Das, stridula amica di lunga data di Nanda, che manifesterà apertamente il suo disagio, in modo tanto grottesco da disgustare le altre due.
Nei rapporti fra le tre donne prevale il silenzio rispetto ai dialoghi, la totale assenza di solidarietà e un doloroso sentimento di indipendenza, di segreti ben nascosti dentro, che qua e là fanno capolino con una parola appena accennata, con una sfumatura di colore, con un movimento di un insetto.

E solo nelle ultime pagine, con raffinatezza estrema, arriva veloce l'inesorabile e inaspettato finale, lapidario e senza giudizi.

Commenti

  1. Pensavo di aver letto tutto della Desai, ma questo romanzo mi manca. Me lo farò regalare a Natale a visto che non sono depressa, lo leggerò subito. Grazie!

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  2. Finalmente qualcuno che non è depresso!
    Fammi poi sapere come l'hai trovato.

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  3. Questo è uno dei miei romanzi preferiti della Desai.
    Elisa

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  4. Ciao Silvia,
    Neanch’io sono depressa in questo periodo. Credo dipenda dal fatto che il mese scorso ho potuto fare un bel viaggio di due settimane in Messico e questa settimana (dopo neanche un mese di lavoro) riparto di nuovo, ma questa volta per l’Italia, visto che la mia famiglia e miei amici mi aspettano per Natale! E poi, senza accorgermene, devo essere finalmente riuscita a far capire ai miei amici che mi piace leggere, cosi’ per il mio compleanno ho ricevuto due buoni libri e un libro! Insomma, ora non mi resta che riprendere in mano la lunga lista di libri di cui parli sul tuo meraviglioso blog, a cui ho aggiunto ovviamente anche questo della Desai, e comprare tutto quello che trovo. E non vedo l’ora di poter passare almeno un pomeriggio in giro tra le numerose librerie della mia citta’!
    Per l’anno nuovo mi auguro solo di trovare il tempo per leggere tutto…

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  5. Ciao,arrivo qui dal post di Eniko!
    non sono stata ancora in india (per ora!) ma conto di andarci presto,mi ispira e mi appassiona, legegrò questo libro che segnali e tornerò a sbirciare qui cosa scrivi, sognando l'india.. :-)
    un abbraccio e passa a leggermi se ti va
    Daniela
    www.ilcoltellodibanjas.blogspot.com

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  6. Elisa,
    il mio romanzo preferito è Chiara luce del giorno, ma anche questo mi era piaciuto molto.


    Karachan,
    bene, mi fa piacere trovare gente non depressa, al giorno d'oggi è merce rara (e anche io non scherzo...)! Certo che i viaggi aiutano a scacciare via depressione e sentimenti negativi. Non sono mai stata in Messico, immagino che debba essere un luogo molto interessante.
    Qual è la tua città in Italia?
    Nel tuo giro per librerie, già che ci sei, potresti aggiungere anche questo libro alla lista (non ho ancora avuto tempo, modo e parole di parlarne, ma è stupendo):
    Fiume di fuoco di Qurratulain Hyder.
    Buon viaggio e buone letture!


    Ciao Daniela e benvenuta da queste parti!
    Anche io ho iniziato a sognare l'India con i libri, o meglio, sono proprio i libri che mi ci hanno portato. L'esperienza personale di un viaggio in India poi è sicuramente molto più forte, ma anche un libro può essere un primo passo per iniziare un viaggio.
    Torna a trovarci, io ora vado a leggere il tuo blog, ciao!

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  7. Anche a me questo libro della Desai è piaciuto molto, però è vero che è sul depressivo andante...
    I suoi libri hanno quasi sempre per protagonisti degli emarginati, per volontà propria o altrui. I personaggi di "Fuoco sulla Montagna", arroccati sulla loro montagna, sono un esempio perfetto dei personaggi che ci sforna di continuo la Desai. La cosa che più mi stupisce è che nonostante l'indole depressiva, i suoi libri mi piacciano così tanto. Penso siano le descrizioni precise e delicate e l'introspezione a renderli così belli. In questo, ma anche nel suo insuperabile "Chiara luce del giorno", c'è anche molta poesia, proprio nelle parole (la maggior parte li ho letti in inglese, il che vuol dire tanto).

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  8. aggiunto, grazie per il suggerimento!
    si', il messico e' veramente fantastico, lo consiglio vivamente, non solo per le spettacolari rovine precolombiane, ma anche per le belle citta' costruite dagli spagnoli e per la splendida e varia natura.
    amo viaggiare, la depressione mi viene se per lunghi periodi sono costretta a rimanere sempre nello stesso posto!
    la mia citta' e' padova. a me piace molto, ma non sono obiettiva!

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  9. Karachan, anche tu veneta? Io sono di Treviso! Perà non mi piace molto, preferisco Venezia, o anche Padova non è male. Tra l'altro in una classifica delle librerie Treviso era agli ultimi posti, come si può amare una città così?

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  10. Si' Stefania, nata e cresciuta a Padova. Pero' ho studiato a Venezia, citta' bellissima che mi manca tanto. Quando torno in Italia se posso cerco di passarci sempre almeno un giorno. Treviso invece e' diventata il punto d'incontro con gli ex compagni d'universita'. Ci ritroviamo ogni anno a Pasqua e Natale. Io la trovo carina, pero' e' vero che ha poche librerie, l'ho notato anch'io!

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  11. Stefania, è vero, i personaggi della Desai sono spesso degli esclusi, o degli auto-esclusi, eppure sono tutti diversi perché le sue descrizioni sono così puntuali e precise che ognuno ha la sua unicità, i suoi motivi, le sue esperienze alle spalle (di cui sappiamo sempre in modo indiretto).

    Allora un giorno ci vedremo tutti a Venezia, che ne dite?!

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  12. Uno dei libri che più ho amato. crudo però molto bello. ha delle sfumature che ricordano i villaggi himalayani. Amo molto questa scrittrice.
    Neanche io sono depressa :)

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  13. Bella idea Silvia!
    Magari l'anno prossimo in primavera.
    Visto che parto domani ti auguro buone feste!

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  14. Karachan,
    buone feste italiane anche a te e allora a presto, in una Venezia indiana e primaverile.

    Sonia nepalese-per-fortuna-non-depressa-neanche-lei, è sempre bello sapere che abbiamo letto e ci piacciono esattamente gli stessi libri!
    Le sfumature himalayane...
    A proprosito di sfumature, penso che sia proprio una capacità incredibile della Desai, a volte mi stupisco di quante parole non banali riesca a mettere nella stessa pagina, senza che tutto però risulti pesante, e riuscendo invece a rendere ogni minima sfumatura di un paesaggio, di uno stato d'animo, di un colore.

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  15. è vero. credo inoltre che sia bravissima ad evocare gli stati d'animo femminili. molto meglio della Divakaruni, che alla fine è diventata famosa per questo. i personaggi della Desai sono meno tormentati

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  16. Penso che, anche se in molti libri le protagoniste sono femminili, sia brava anche con quelli maschili, come per esempio in Notte e nebbia a Bombay e In custodia.
    Non ho letto Il palazzo delle illusioni, ma per me non c'è assolutamente paragone fra le due scrittici: vince secondo ombra di dubbio la Desai. Se devo essere sincera, la Divakaruni a me in generale non piace: una visione un po' troppo esotica dell'India, una prosa che è sì affabulante ma per me troppo costruita.

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  17. no dai...esotica la Divakaruni? molti suoi libri sono ambientati in America, non in India.oppure all'interno di case di persone di casta alta....no dai..esotica no!:)
    Ecco..forse il Palazzo delle illusioni.....ma del resto il mito é il mito! :)
    sono comunque d'accordo con te sulla Desai, é indubbiamente molto brava.

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  18. Esotico il suo modo di richiamare l'India, forse appunto proprio perché vista da lontano o in contrasto con il mondo americano.
    Per esempio, il tripudio di spezie e di magia della Maga delle spezie per me è un po' troppo esoticizzante!

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  19. Ah si...troppo speziato :) quello si...
    Hai mai visto il film?
    C'é solo in inglese e se vuoi lo trovi anche su you tube. in alcune scene ridevo come una pazza.....:)
    C'é l'attrice indiana stupenda, ora mi sfugge il nome.....tanto bella ma...la bellezza non é tutto...

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  20. Non ho visto il film, me ne hanno parlato, sia bene che male...
    L'attrice è la bellissima Aishwarya Rai, vero?

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  21. Credo di si. stupenda...ma...a volte non bastano gli occhioni da cerbiatto. preferisco le attrici della Metha, più vere

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  22. Ciao Silvia, che bello Fuoco sulla montagna, è stato il primo libro della Desai che ho letto. E' vero, la prima volta che l'ho letto, dopo ho pensato 'bellissimo ma...non leggerò mai più NIENTE di questa scrittrice'...e invece poi ho letto quasi tutto, e questo l'ho anche riletto, e la seconda lettura mi ha depresso molto meno, anzi! Ti dirò che mi ha depresso di più Notte e nebbia a Bombay.E comunque è vero quel che dici, certe sue pagine lasciano a bocca aperta per finezza e profondità, mai pesante o banale...
    Anto (da Bollytalia), in arretrato di tante tue recensioni...;-)

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  23. Cara Anto!

    E' strano, certi libri lì per lì ci fanno dire "mai più!", ma poi evidentemente fanno qualche gioco con le nostre emozioni di cui neanche ci rendiamo conto per cui ci convincono dell'opposto che inizialmente avevamo pensato.

    In effetti anche Notte e nebbia non è che sia sull'allegro andante... penso sia più malinconico e nostalgico, mentre Fuoco sulla montagna è molto più crudo/crudele.
    Un caro saluto e torna presto da queste parti!

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  24. Ho letto Il Palazzo delle illusioni, non mi pare interpreti in modo corretto il Mahabharata. La costante infatuazione di Draupadi per Karna non mi ha convinto. In realtà è un tema che non ho mai trovato nelle edizioni del Mahabharata che ho letto. Draupadi poi mi sembra un po' troppo polemica ed antagosnista nei confronti dei mariti, in particolare di Yudhishthira. Nel Mahabharata ci sono alcuni momenti in cui Draupadi contesta il marito, ma sono marginali e la regina è sempre innamorata di tutti e cnque i suoi sposi. Inoltre Draupadi in questo libro si considera causa principale della guerra di Kurukshetra, in realtà il conflitto dipende da ben altre ragioni che non l'umiliazione subita da Draupadi.

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  25. Ho letto Il Palazzo delle illusioni, non mi pare interpreti in modo corretto il Mahabharata. La costante infatuazione di Draupadi per Karna non mi ha convinto. In realtà è un tema che non ho mai trovato nelle edizioni del Mahabharata che ho letto. Draupadi poi mi sembra un po' troppo polemica ed antagosnista nei confronti dei mariti, in particolare di Yudhishthira. Nel Mahabharata ci sono alcuni momenti in cui Draupadi contesta il marito, ma sono marginali e la regina è sempre innamorata di tutti e cnque i suoi sposi. Inoltre Draupadi in questo libro si considera causa principale della guerra di Kurukshetra, in realtà il conflitto dipende da ben altre ragioni che non l'umiliazione subita da Draupadi.

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  26. Domenico,

    grazie mille per il tuo commento, molto interessante. Io continuo imperterrita a NON avere letto il Palazzo delle illusioni!

    Visto che in effetti la Divakurani non è che mi sia troppo simpatica, capisco le tue obiezioni, però penso che sulla base di una storia ci possano essere diverse interpretazioni e riscritture e se lei voleva rivedere la storia facendola tutta girare intorno a Draupadi, secondo me aveva la libertà di farlo.

    L’importante è che sia chiaro che sia una sua personale versione “liberamente ispirata e rielaborata” (se non addirittura travisata!) e che non si spacci invece per una versione “corretta” del poema epico, in questo caso sarebbe veramente prendere in giro la gente…

    Ma, a parte il "piccolo" particolare della storia travisata, il libro ti é piaciuto?

    Nella versione malayalam di MT (Second turn), raccontata dal punto di vista di Bhima, invece Draupadi preferisce Arjuna (è lui che l'ha vinta!), e così Bhima è geloso. Ma tutto è molto sottile, lasciato all'intuizione e detto fra le righe. Per di più, là l'operazione era chiara, visto che si rivolgeva a un pubblico di lettori indiani che sapevano il Mahabharata a memoria.

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  27. Ciao Silvia, complessivamente al libro della Divakurani darei un sei scarso.

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  28. Grazie mille.
    Certo che ora mi è proprio passata la voglia di leggerlo!

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