Il giardino delle delizie terrene

di Indrajit Hazra

Intrigante questa doppia storia di due personaggi, un piromane insonne a Calcutta e uno scrittore in ostaggio a Praga, questo doppio mondo, questo doppio sogno.


A Calcutta, Hirenmoy Bose dorme una notte ogni dieci, ha il brutto vizio di appiccare fuochi e dopo che la storia con la fidanzata è andata... in fumo (letteralmente) torna a vivere dai suoi amici del pensionato, dove tutti pendono dalle labbra di Ghanada e dalle sue storie incredibili di avventure improbabili.

A Praga, il celebre scrittore indiano Manik Basu è in fuga dal suo editore: ha firmato un contratto per cinque libri in cinque anni, intascando un grosso anticipo, ma ancora non ne ha scritto neanche uno. E proprio a nella città di Kafka verrà sequestrato e imprigionato fino a che non avrà concluso il suo romanzo.

Chi è più vero? Verso quale comune destino stanno correndo ignari i protagonisti di questo romanzo che a capitoli alterni descrive le storie di Hirenmoy e Manik?
Sono due mondi separati e paralleli o uno dipende dall'altro? Oppure, piuttosto, uno ha inventato l'altro?

L'articolarsi delle storie parallele è surreale, a tratti onirico, molto kafkiano e un po' fantasmagorico.
Può anche lasciare perplessi, e quindi indifferenti: non è uno di quei romanzi che ti prendono l'anima, è invece uno di quelli intriganti, brillanti, furbi (nel senso buono della parola), pieni di humor e un po' bizzarri.

Indrajit Hazra è un giovane scrittore e giornalista dell'Hindustan Times e ha riempito questo romanzo di riferimenti letterari e non: per esempio il nome del piromane a Calcutta richiama proprio Hieronymus Bosch, il pittore del Giardino delle delizie terrene che dà il nome al libro e Ghanada, il contastorie contafrottole del pensionato, è un personaggio delle storie per bambini dello scrittore bengalese Premenda Mitra.

Ma la sua vera abilità sta "nell'estetica del raccontar frottole", nel saper raccontare storie che contengono storie in modo del tutto lineare e con pochi eccentrici personaggi, incastrando libri e vita reale, editoria e scrittura, sogno e veglia, immaginazione e invenzione, menzogne e alibi.

Commenti

  1. Che interessante: Metropoli d'Asia sta facendo proprio delle belle scelte, per nulla scontate. Devo proprio decidermi a comprarne uno. A questo punto: "Ravan & Eddie"? Oppure questo? Mi piacciono molto le storie che contengono riferimenti letterari, anche se molto spesso la metà di questi riferimenti non li colgo!

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  2. Ciao Silvia. Lo comprai qualche anno fa a Bombay. Lo lessi sempre in India, e mi colpì in modo particolare. Lo proposi, inutilmente ad alcuni editori. Be', almeno l'ha tradotto Gioia Guerzoni, che è molto brava (e simpatica, ci siamo incontrate di persona quest'inverno a Bombay). Buonanotte

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  3. Stefania, sono due libri totalmente diversi. Alla fine a me ha colpito di più Ravan & Eddie, ma perché non tutti e due? :-)
    Il riferimento letterario qui è abbastanza sfuggente per noi, a meno che tu non conosca perfettamente le avventure di Ghanada in bengalese...

    Clara, io e Gioia ci siamo conosciute a Torino, praticamente subito dopo che ho conosciuto te (sono stati giorni decisamente densi di incontri...). Quindi grazie a Gioia per la traduzione (e la simpatia)!
    E poi, voi traduttori scusatemi se non vi nomino mai... un giorno rimedierò.

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  4. @Silvia: figurati! Bella la fiera del libro dell'anno scorso, anche per me è stata densa di incontri piacevoli... io sono in stand-by con le lettura (causa trasloco imminente) ma non vedo l'ora di leggere Mumbai Fables... anche se ti confesso che dopo aver letto Giochi Sacri l'estate scorsa, faccio ancora fatica a trovare un libro indiano altrettanto coinvolgente! Tu l'hai letto "Terra rossa e pioggia scrosciante?" Cosa mi sai dire in merito? Baci e buona giornata

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  5. @Silvia: ho appena trovato il tuo post sul libro in questione, me lo leggo subito. Io avevo letto Love and Longing in Bombay, e mi era tanto piaciuto... mi sa che quest'estate mi concederò Red earth and pouring rain. Baci

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  6. Sì, Red earth and pouring rain mi era piaciuto molto, ma Giochi sacri secondo me è più bello.
    Fra l'altro, ho letto prima la terra rossa e dopo i giochi.

    Comunque anche io è da un po' che non leggo un libro così coinvolgente, da sognarselo di notte...
    baci!

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  7. Sempre preziose le tue segnalazioni, Silvia. Non ho letto questo romanzo ma lo farò.
    Attualmente sto leggendo "Il dollaro e la nuora" di Sudha Murty (traduzione di Jaya Murthy, Felici editore), raro esempio di romanzo in lingua kannada pubblicato in Italia. Te lo segnalo, visto il tuo interesse anche per le letterature dell'India meridionale.
    Capolavori come "Giochi sacri", però, in giro se ne trovano pochi...che nostalgia...

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  8. Grazie Marco per la segnalazione: non mancherò di leggere "Il dollaro e la nuora", che mi interessa molto proprio perché in kannada!
    A presto!

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  9. @Silvia: perché non tutti e due? Con piacere, solo che ho una montagna di cose da leggere per l'università! Oggi Meena Alexander mi ha alcuni titoli di libri, mezzi introvabili, alcuni scritti orginariamente in bengali o in urdu! Aiutooo! :-D

    Ora dico una cavolata: ma Ghanada può essere un altro nome per Ganesha?

    @Clara: voi traduttori siete bravissimi! Vi invidio molto, io non sono capace di fare il vostro lavoro!

    Grazie a tutti per le segnalazioni e i consigli!

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  10. Stefania: bello bello, bengali o urdu!
    Il vero nome di Ghanada è in realtà "Ghanashyam Das detto anche Ghanashyamda detto anche Ghanada".
    Quindi a prima vista non è Ganesha, ma poi in realtà chi lo sa, bisognerebbe leggersi le storie di Premenda Mitra - ammetto che ci ho fatto un pensierieno, ci sono anche tradotte in inglese dal bengali:
    http://www.penguinbooksindia.com/section/PENGUIN_CLASSICS/Modern_Classics/Mosquito_and_Other_Stories_9780143063902.aspx

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