Dolceamaro a Bombay

di Namita Devidayal


È uscita da poco la traduzione in italiano (di Gioia Guerzoni) di Aftertaste, con il titolo Dolceamaro a Bombay.

È il secondo romanzo di Namita Devidayal, autrice dell'affascinante La stanza della musica

Dolceamaro a Bombay è la storia più amara che dolce di una famiglia stretta accanto al capezzale della madre, del suo business di dolci e delle sue relazioni, tutte basate sui soldi.

Non è bello come il suo primo libro, ma se volete potete leggere in questo post le mie impressioni che avevo postato qualche mese fa dopo averlo letto in inglese.

Commenti

  1. ciao silvia,

    sto leggendo proprio in questi giorni Dolceamaro a Bombay. Ho cominciato ieri sera, ma sono d'accordo con te sul fatto che è meno bello di La stanza della musica, che invece mi era piaciuto molto, proprio per "la musica".

    come sempre grazie e tanti baci,

    cris

    RispondiElimina
  2. ciao silvia,

    sto leggendo proprio in questi giorni Dolceamaro a Bombay. Ho cominciato ieri sera, ma sono d'accordo con te sul fatto che è meno bello di La stanza della musica, che invece mi era piaciuto molto, proprio per "la musica".

    come sempre grazie e tanti baci,

    cris

    RispondiElimina
  3. Infatti, non che sia così brutto, ma dopo "La stanza della musica" e a vedere che in India andava via come il pane avevo aspettative più alte...

    RispondiElimina
  4. Cara Silvia, per un parere (parzialmente) diverso su quesot libro leggi cosa ha scritto Cristiana Ceci nella sua rubrica "asian food corner" sul mio blog MilleOrienti.
    ciao, e buone letture estive!
    Marco

    RispondiElimina
  5. Caro Marco, grazie mille per la segnalazione, vi ho lasciato un commento.
    Dal punto di vista "gastronomico" in effetti il romanzo ha molto da dire e può far venire l'acquolina in bocca, ma per il resto secondo me non è completamente riuscito (non quanto La stanza della musica).
    Grazie e una buonissima estate anche a te!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il miracolo della letteratura indiana contemporanea

Una certa ambiguità

Shantaram