River to river: ecco i film!

Presa dall'entusiasmo delle giornate fiorentine al River to River, mi sono accorta ora di non aver nominato neanche un solo titolo dei film che ho visto...
Sono un disastro, ma ora cerco di rimediare.

Lascio da parte i cortometraggi e i film d'animazione, che sono stati comunque una piacevole sorpresa, e attacco con Super 30, un documentario che racconta la storia di un insegnante di matematica del Bihar, uno degli stati più arretrati dell'India, che prepara gratuitamente gli studenti più poveri all'esame di ammissione per entrare all'Indian Institute of Technology, l'università indiana più ambita: solo i migliori 30 saranno ammessi. Ma la sua vita non è facile: non è visto di buon occhio dalle scuole private, visto che in genere 28 o 29 dei trenta selezionati sono suoi allievi.
Amal è invece la storia di un onesto guidatore di autorisciò di Delhi, uno di quelli (più unici che rari) che non inganna sul prezzo, che dà le tre rupie di resto e che è pronto ad aiutare chi ha più bisogno di lui. E' per caso che la sua storia si incrocia, a sua insaputa, con quella di una ricchissima famiglia. Amal insegnerà a tutti, semplicemente, che la felicità non dipende da quanti soldi si possiedono. Forse un po' buonista, ma Amal (il film) ti porta proprio dentro Delhi, in mezzo alle sue strade fra traffico, mucche e autorisciò. E poi ad Amal (il personaggio) non si può non voler bene.

Subito dopo, alle undici di sera, arriva Khuda Kay Liye (in the name of God), film urdu di Shoaib Mansoor, regista pakistano.
Per me il film migliore fra quelli visti, forte, duro, violento, coinvolgente, difficile da dimenticare. E' la storia di membri diversi di una stessa famiglia, fra Lahore, Londra e Stati Uniti. In Pakistan c'è il pericolo di essere adescati dai fondamentalisti. A Londra la vita è difficile se sei una ragazza pakistana e vuoi sposare un inglese, anche se tuo padre sembrerebbe ormai occidentalizzato. E anche negli Stati Uniti la vita dopo l'11 settembre è dura se sei pakistano e vieni ingiustamente accusato di terrorismo solo perché sei pakistano. Le varie storie ancora mi riecheggiano in mente.

Il giorno dopo, vediamo Awara (il vagabondo), un film di Raj Kapoor, del 1951. Qui devo stare molto attenta a quello che dico, viste che le mie compagne di visione sono fan accanite di questo film. Dirò solo che il suo fascino di pellicola consumata e il suo bianco e nero chapliniano mi hanno conquistato.

E, come ultimo film, un documentario sui Dabbawala, gli incredibili uomini di Mumbai che come lavoro ogni giorno portano il pranzo cucinato in casa dalle mogli o dalle mamme a 200 mila lavoratori in tutta Mumbai, senza mai perderne uno (ho suggerito alla nostra mensa di Bologna di imparare da loro, visto che si dimenticano sempre qualche pasto...).
Carino e interessante, anche questo mi ha riportato dentro Mumbai.
E ora? Sicuramente, non mi rimane che guardare qualche film indiano in più, un altro modo per farsi trasportare un po' in India.

Commenti

  1. Grandi film davvero!
    Per le prossime visioni se vuoi ti posso prestare qualcosa.
    Ci possiamo sicuramente vedere a Bologna, non so però quando....io ho il classico lavoro 9/5 e quindi sono libera al sabato o la domenica, le feste comandate e...nei giorni di sciopero (domani!!).

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  2. Grazie, accetto volentieri l'offerta del prestito! In cambio, io posso prestarti un po' di libri...
    Anche io sono messa come te, magari troviamo un'occasione bolognese-indiana...

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  3. Ah, leggo ora che Amal ha vinto il premio per i lungometraggi e Super 30 per i documentari!
    Invece il vincitore dei corti e' Funerailles di Subarna Thapa, che era il mercoledi' e non ho visto.

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  4. Silvia, ma a proposito di film... che ne dici di The millionaire?

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  5. The millionaire mi è piaciuto, soprattutto mentre lo guardavo, incalzante e dinamico. Poi nei giorni successivi però non mi ha lasciato più di tanto.
    Mi è piaciuto di più il libro da cui è stato tratto il film (Le dodici domande, ne parlerò presto qua!), meno buonista e meno folkloristico.

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  6. Ti è parso troppo buonista? Non so: i musulmani che trucidano tutti, la madre che muore a sprangate, gli slum putridi, i boss che sfruttano i bambini e così via... ??? Il taglio a me è piaciuto molto: la costruzione su tre piani della storia la trovo bellissima.

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  7. Rispetto al libro, sì. Soprattutto nella figura del protagonista, che in mezzo a tutte queste disgrazie resta sempre puro, ingenuo, legato al grande unico amore incontrato da bambino. La storia d'amore soprattutto mi è sembrata sdolcinata. Sembra dire:il vero amore alla fine vince sempre...
    Nel libro lui è sempre un bravo cristo, ma non in modo così estremo e melodrammatico: è lui che a un certo punto spara con un revolver e l'amore della sua vita lo incontra in un bordello a cui ha fatto visita...
    Insomma, mi è piaciuto più il libro! Ma anche il film mi è piaciuto, non è che non mi sia piaciuto!

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  8. L'ho comprato oggi, il libro. Quando lo avrò letto capirò meglio, anche se sono certa che il libro sia più forte, come dici tu. In ogni caso il tocco sdolcinato dell'amore che incontra da bambino e non lo lascia più e poi la sua purezza fanno molto... Bollywood, quindi alla fine non mi sono dispiaciuti.

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  9. Non è necessariamente più duro il libro, ma a volte è solo un po' più ironico/cinico.
    Sì, è vero, la storia d'amore fa molto Bollywood, e in effetti nel film ci sta.
    Fammi sapere quando lo hai letto!

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  10. Se vuoi vedere un BEL film, guarda "Teesre Kasam". E' vecchio, un vero classico in bianco e nero. Purtroppo non ho mai trovato una vesione che almeno avesse i sottotitoli in inglese,quindi l'unica è cercare di cpirci qualcosa in linguaoiginale.
    Però credimi,è splendido!!!
    Fai scorta di fazzoletti ;)

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  11. Ciao Lilith e benvenuta!
    Grazie mille per il suggerimento, ora vedo se riesco a trovarlo (anche se ho una fila lunga lunga di dvd indiani appena ordinati che devo smaltire...). E' quello con Raj Kapoor?

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  12. L'ho visto due anni fa,quindi non ne sono certissima. Credo di sì,ma potrei sbagliarmi...

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