India. Cinque racconti, sei reportage, tre fumetti

Autori vari, a cura di Gioia Guerzoni

"Undici storie e tre fumetti per raccontare la vita delle nuove città-mostro indiane, degli avvenieristici centri direzionali di Delhi e delle popolose baraccopoli di Mumbai. Luoghi di storia millenaria proiettati in un futuro ipertecnologico e iperconsumista, comunque lontano da stucchevoli esotismi e cliché bollywoodiani."

Così recita la prima pagina di presentazione di questa antologia, che raccoglie la voce dei nuovi scrittori trentenni con studi all'estero che lavorano come giornalisti freelance, registi o disegnatori nelle megalopoli indiane. Fra loro i più conosciuti, almeno per me, sono Altaf Tyrewala (autore di Nessun dio in vista) e Sonia Faleiro (di cui ho letto un libro su Goa).
Storie di jeans, indumento amato ed odiato (le belle ragazze in questi racconti sono sempre in jeans, mentre le vecchiarde sempre in sari, e con rotoli di grasso in vita), di attrici di film porno, di domestiche degli slum che lavorano nelle case dei ricchi, di viaggi in treno, di come si trova casa a Mumbai o a Delhi, della vita nella comunità hijda.
E, alla fine di ogni storia, una breve intervista all'autore con domande su Bollywood, sull'Italia e sulla "Shining India".

Brevi istantanee di un mondo in cambiamento: più che maestose fotografie che restano impresse nella memoria, assomigliano alle foto digitali in uno slideshow su un blog, che catturano immediatamente l'attenzione, che si guardano velocemente e poco dopo si dimenticano.
Il tutto è molto interessante, forse più da un punto di vista più sociologico che letterario, e il tentativo di dar voce all'India giovane e urbana è ben riuscito.

Ma forse il ritmo veloce di un antologia di racconti non è ciò che prediligo, forse sarò una vecchia bacucca (anche se sono coetanea di questi trentenni frizzanti e dinamici), e forse il paragone non si dovrebbe neanche porre, ma per il momento ancora preferisco gli scrittori indiani cinquantenni che tessono i loro prolissi capolavori. 

Commenti

  1. Grzie Silvia, non conosco questo testo. lo cercheró.
    Il riferimento ai rotoli di ciccia dal sari mi ha fatto tornare alla mente delle scene agghiaccianti alle quali ho assistito in India....:) :)
    Avranno i loro rotoli ma sono delle grandi perché se ne strafregano...grandi grandi! continuate cosí :)
    Anche io preferisco i libroni dei veterani..hai ragione. Alla fine lIndia sta diventando modernisssima, ma anche vero che rimane sempre India. Quando vedo le folle davanti ai Mc Donald di Delhi mi viene il voltastomaco. Meglio pakora e dal :) ovunqe...

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  2. Anche per me meglio pakora e sari (il più bell'indumento mai inventato, anche con i rotoli) rispetto a hamburger e jeans... ma mentro lo dico ho dei jeans addosso e mi sto mangiando una bella merendina confezionata (non viene da mac donald, ma non è la tradizionale torta della nonna, penso che possa valere lo stesso).

    Penso che sia inevitabile la ricerca di qualcosa di più "moderno". Nei racconti si descrive soprattutto il contrasto fra un mondo più tradizionale e uno più moderno e vorrei comunque notare che ormai la maggior parte di libri pubblicati sull'India dicono di trattare "di un'India in bilico tra modernità e tradizione" e simili...

    Comunque, forse negli anni miglioreranno questi giovani scrittori, ma per ora non sono veramente all'altezza di quello a cui ci ha abituato la generazione dei loro padri...

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  3. Concordo con voi, sia per quanto riguarda il confronto generazionale fra scrittori (an che se ho un debole proprio per Tyrewala) sia riguardo al sari (che è davvero il più bell'abito che una donna possa indossare...)

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  4. Marco, in effetti penso che fra tutti Tyrewala sia il migliore.
    Due dei 5 racconti infatti sono suoi e uno di questi due è il migliore dell'intera raccolta (sempre secondo me!).

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  5. Anche i racconti di Anita nair sono interessanti dal punto di vista generazionale. sopratutto nello Scultore di sabbia edito da Neri pozza

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  6. Non ho letto Lo scultore della sabbia, buono a sapersi!
    L'autrice è Meera Nair (non l'Anita delle cuccette), vero?

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  7. cara silvia, concordo su tutto, anche sull'inevitabile ricerca di qualcosa di più moderno. qualcosa di insito nella natura umana.
    cmq me lo vado a comprare, non il sari ma il libro! anche se mi ci vedrei bene col sari ma non vorrei sembrare troppo snob.
    un abbraccio

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  8. Si è Meera, lapsus :) Pensavo alle cuccette e ho scriito delle sabbie :)

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  9. Mi incuriosisce davvero molto, lo cercherò senz'altro, quanto al sari (la sari come sostiene un amico un po' pedante, ma senza dubbio informato) concordo che sia uno degli indumenti più belli mai creato, anche se forse non è praticissimo.
    Riguardo al paragone con i "maggiori" credo che sia tuttosommato impari: non solo di Rushdie o di Ghosh non pensiamo a Grimus e Il cerchio della ragione, ma un solo racconto, tra altri diversi, non ha nemmeno il modo di costruirsi il giusto contesto in cui essere letto.
    Aspettiamo.

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  10. Ma guarda te, pensavo di aver scoraggiato chiunque a comprarlo e invece ho incuriosito!
    Quest'India metropolitana comunque è interessante di per sé...

    Il paragone è sicuramente impari, sono d'accordo, e con il tempo questi giovani scrittori matureranno.
    Ma diciamo che se dovessi consigliare un libro indiano a qualcuno che non ha mai letto niente dal subcontinente, mai poi mai consiglierei questo libro. Però a voi sì!
    Però se devo dirla tutta, anche se forse pure qui il confronto non vale, Grimus secondo me era meglio di questi racconti (non so Il Cerchio)!

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  11. L'ho visto in libreria, ma stavolta sono passata oltre :) Non ho potuto resistere al fascino de "I sei sospetti" e alla fine ho preso quello.

    Approfitto per farti mille auguri di buone feste.

    PS: mi è arrivata una copia del libro in Urdu con la mia foto in copertina. Peccato che l'unica parola leggibile perchè in caratteri latini sia il mio nome :)))

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  12. Fantastico! Un libro in urdu con il tuo nome in alfabeto latino, complimenti! Un bel regalo di Natale. :)

    So già che 'I sei sospetti' me lo porterà Babbo Natale. L'hai già letto?

    Tanti cari auguri anche a te (e a tutti)!

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