Bypass al cuore di Calcutta

di Alka Saraogi


Ecco allora, come promesso, che inizio un po' a parlare di qualche libro scritto non in inglese. La finisco definitivamente con Vikram Chandra e con quelli scrittori che indiani sono ma che alla fine scrivono in inglese. Con l'Indian Writing in English. La finisco definitivamente, ovvero per questo post...

Allora iniziamo con l'hindi e con Alka Saraogi, scrittice indiana che preferisce scrivere nella sua lingua madre piuttosto che in inglese "per non vedere l'India con la lingua e quindi con gli occhi dell'Occidente". Non che l'inglese non lo sappia, infatti si è poi autotradotta alcuni dei suoi libri in inglese. Un conto però è tradurre un romanzo, un altro pensarlo in una certa lingua.

E parliamo allora del suo romanzo Bypass al cuore di Calcutta.
Se non ci fossero altri motivi per leggerlo, infatti, sarebbe sufficiente il fatto che la traduttrice Mariola Offredi ci ha regalato una bella traduzione in italiano direttamente dall’hindi, cosa non frequente e non banale. Non solo, il romanzo ha vinto anche il Sahitya Akademi award, il massimo riconoscimento delle letterature in lingue indiane. Quale modo migliore per avvicinarci all’India?
Ma ci sono decisamente anche altri motivi. Per esempio, la storia di Krishor, il protagonista che un giorno ha una operazione di bypass al cuore e da quel giorno non è più lo stesso.
Poi, il modo di raccontare questa storia affascinante, in cui è il protagonita a chiedere al narratore di raccontare, salvo poi intrufolarsi nelle righe per controllare che la narrazione proceda proprio come vuole lui. E poi l’atmosfera di Calcutta, città sacra e straordinaria, dove "anche le strade sono lavate con l’acqua del Gange".

Krishor è un settantenne benestante, che vive fra le normali occupazioni quotidiane nell'elegante quartiere europeo di Calcutta, e che un giorno si deve sottoporre a una operazione di bypass al cuore che gli cambierà la vita. L'operazione, infatti, "gli apre il cuore" e lo porta direttamente dentro al cuore di Calcutta, lungo quella grande arteria sacra che è il Gange, verso un cuore che, bypass o no, continua a battere, forte, incessante.
Da allora Krishor non è più l'autoritario "sovrano del suo mondo”, chiuso nella sua Calcutta ricca e borghese, ma inizia a girare a piedi per le strade della città, fra il traffico, i cattivi odori e i comuni disgraziati che popolano la città, fanno la pipì per strada e mangiano alle bancarelle.

E da allora, soprattutto, c’è una storia da raccontare: quella di Krishor, del suo passato, dei suoi bisnonni marwari, commercianti del Rajasthan emigrati a Calcutta in cerca di ricchezza, dei suoi remoti compagni di lotta ormai persi, della sua giovinezza vissuta tra gli ideali che sembrano oggi ormai tramontati, in un sogno di un'India libera (libera veramente, nei fatti e nel cuore).

Da allora è la memoria a diventare padrona e il passato avanza accanto al progredire della follia di Krishor. Follia che diventa in realtà ritrovare se stessi e che procede a sua volta di pari passo con la simpatia che lo stesso Krishor è capace di provocare.
Memoria e ritorno, a suggerire che per andare avanti in un futuro incerto, c'è disperatamente bisogno di un po' di quella follia, c'è ancora bisogno di un sogno.

Commenti

  1. che bello che deve essere! già avevo voglia di leggerlo, adesso ne ho il doppio! l'ho comprato a scatola chiusa dallo scaffale della libreria solo perché contiene la parola Calcutta!
    devo solo trovare il tempo!
    :)

    RispondiElimina
  2. Di Alka Saraogi ho letto La Storia di Ruby Di e mi è piaciuto tantissimo. Grazie a questo tuo post che me l’ha ricordata, tra un po’ lo racconterò nel mio blog: www.globalstories.it. Bypass al cuore di Calcutta ce l’ho ma non l'ho ancora letto, spero di farlo presto. Mi piace molto questo tuo blog e lo sto leggendo con grande interesse. A presto

    P.S.: leggendo il tuo post su i due Vikram, sono subito corsa a comprarmi Giochi Sacri (dell'alltro Vikram ho già letto tutto), poi ti dirò...

    RispondiElimina
  3. Cara Sonia,
    la storia di avere mille libri e non avere il tempo per leggerli riguarda anche me... Quanto tempo servirebbe per leggerli tutti? (o meglio: quanto tempo buttiamo via in cose inutili - tipo andare a lavorare tutti i giorni?)
    Quando lo avrai letto (anche fra qualche anno), voglio sapere le tue impressioni!

    RispondiElimina
  4. Cara Cristina, grazie della visita. Anche io seguo il tuo blog. E, come te ma alla rovescia, io ho la Storia di Ruby Di ma non ho ancora avuto modo (tempo) di leggerlo!
    Bene, mi fa piacere per Giochi sacri. A questo punto però chiederò al mio amico Vikram una percentuale sulle vendite... d'altra parte in India si usa così, no?
    Aspetto le tue opinioni quando l'avrai finito!

    RispondiElimina
  5. ehehe speriamo prima dai!
    concordo con il tempo buttato!

    nutrivo la speranza che almeno il tuo lavoro - dato che il mio no - coinvolgesse questa tua passione per l'India!

    in un altra vita magari...

    RispondiElimina
  6. Il mio lavoro purtroppo non coinvolge l'India, ma forse meglio così, almeno può restare una passione slegata da tutto e da tutti...
    Sì, dai, facciamo nella prossima vita (certo che la prossima vita sarà proprio fantastica, ci sono tante di quelle cose interessanti che farò nella prossima vita...)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il miracolo della letteratura indiana contemporanea

Dove la mente non conosce paura

Shantaram