Parole per Mumbai

In questi giorni di attentati a Mumbai si è tanto parlato di India che a me invece sono mancate le parole. Ho provato a cercarle, fra gli articoli dei giornali, fra i blog indiani, fra le email di chi, da laggiù, mi ha scritto. Non ho trovato parole da fare mie. Eppure ce n'erano tante, di parole. A volte forse troppe, e inevitabilmente confuse. Le ho cercate fra i miei ricordi, fra le strade di Mumbai della mia memoria. Fra i miei diari di viaggio di un anno fa. Le ho cercate ancora di più nel libro che sto leggendo in questi giorni, La morte di Vishnu di Manil Suri, ambientato proprio in un caseggiato di Mumbai, dove convivono famiglie di religioni diverse. E dove ogni scusa è buona per ribadire che io sono musulmano e tu indù, dove ogni scusa è buona per sfociare in un conflitto. Le ho cercate, elemosinandole dai libri, dalle interviste, dai video, dai racconti dei giornalisti. Non ne ho trovate. Non ce n'è, almeno per me. Come non ce n'è ogni volta che simili...