Randamoozham (Second turn)

di MT Vasudevan Nair


Il Mahabharata secondo Bhima

MT Vasudevan Nair è un altro degli scrittori in lingua malayalam (la lingua del Kerala) che ho letto in traduzione inglese. Più spesso chiamato semplicemente MT, scrittore, sceneggiatore e regista, è nato nel 1933 in un piccolo villaggio ed è uno degli autori contemporanei più amati in Kerala.

Randamoozham (tradotto in inglese con Second turn) è forse il suo capolavoro: l'autore reinventa la storia del Mahabharata, rivisitandola dal punto di vista di uno dei suo protagonisti, Bhima.
Per far questo MT "legge fra le righe, espandendo i silenzi della narrazione", trovando spazi e tempi per sentimenti nuovi fra la miriade di storie, digressioni e personaggi.

Nel Mahabharata, il grande poema epico indiano, Bhima è il secondo dei Pandava, i cinque fratelli che combattono per il regno contro i cugini Kaurava nella grande lotta fra Bene e Male. Bhima è figlio del dio del vento e la sua caratteristica principale è la forza.
I cinque Pandava condividono la stessa moglie, Draupadi, che Arjuna, il terzo fratello, ha vinto a un torneo ma che per un inghippo deve dividere con gli altri fratelli.
A ognuno di loro spetta un certo periodo di tempo da passare in esclusiva con lei: Bhima ha appunto il "secondo turno".

Nella sua versione di 260 pagine, MT non intende fare un riassunto del Mahabharata, anche se ne segue gli eventi principali. Si concentra invece sulle pieghe della storia, sull'umanità di Bhima che parla in prima persona, sulle sue debolezze, sui dubbi che lo assalgono nella lotta fra Bene e Male, sul suo essere sempre e comunque secondo, il numero due.
MT si sofferma sui suoi momenti di tristezza e riflessione, ancora più intensi perché in contrasto con la sua forza sovraumana, sul suo amore per Draupadi, che però sembra preferirgli il valoroso Arjuna.
E anche gli dèi sono più umani che divini, le figure femminili sono spesso vittime consapevoli e non remissive, eppure troppo deboli di fronte agli eventi.

Nello scrivere questo libro, MT probabilmente aveva in mente un lettore indiano, che conosce a memoria la storia e che sa coglierne rimandi e sfumature, divergenze e interpretazioni.
Sorgerà spontaneo un dubbio: ma che senso ha leggere questo libro (ammesso che mai lo si trovi, ma a questo vengo dopo) se non conosciamo nei dettagli il Mahabharata?

Forse non è un approccio filologicamente corretto, ma ha un senso.
Il senso di leggere una bellissima storia, il senso di perdersi in una narrazione profonda e intima sull'onda dell'epica indiana. E poi il senso di contaminare la vita e i sogni, tanto che quando lo leggevo me lo sognavo di notte, ripescando dall'inconscio i sogni che facevo da bambina e trasformandoli nelle battaglie di Bhima, nel duro esilio nella foresta, in un regno giocato - e perso - ai dadi.
Rispetto ad altre rappresentazioni del Mahabharata più note dalle nostre parti, come per esempio il Mahabharata di R. K. Narayan o il film di Peter Brook (assolutamente senza nulla togliere a entrambi), per me è stata una vera e propria immersione in un mondo che alla fine ho sentito anche un po' mio.

Quanto poi a trovarlo, forse non è facilissimo dalle nostre parti, ma pur di far rivivere un po' di questi sogni, posso sempre prestarlo...

Commenti

  1. Ottimi suggerimenti per la lettura. Un blog davvero molto ricco!!

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  2. Grazie mille Giancarlo.
    Se qualche mio suggerimento sfocia in qualche tua lettura, fammi sapere!
    (o anche sei hai altri suggerimenti o spunti, ben contenta...)

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  3. Mahabharata `e una di mia storia preferito. Ci sono tanti interpretazioni e ogni scrittore ha una punto di vista diversa. Non ho mai letto la storia nelli occhi di Bhima, sarebbe interessante.
    Grazie per il review. `E buono come sempre.

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  4. Io dovrei prendere ripetizioni di epica indiana: non so praticamente nulla! Magari questo libro, o uno dei link che hai postato potrebbero aiutarmi a sopperire a questa mancanza nella mia cultura. Da piccola avevo un libro con tutte le storie degli dei greci e mi divertivo un sacco a leggerle!

    PS: Ragazzi, se passate sul mio sito ho appena postato una recensione di "Maximum city" (in inglese, sì sì sì).

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  5. Raj,
    ho sempre pensato che mi piacerebbe leggere il Mahabharata con il punto di vista di Karna. Sai se qualcuno ha mai scritto niente di simile?

    Stefania,
    anche io in realtà avrei bisogno di ripetizioni, è un mondo talmente vasto (e affascinante)...
    Forse ti può anche interessare che Narayan, oltre al Mahabharata e al Ramayana, ha scritto anche "Dei e demoni dell'India", adattissimo per ripetizioni!
    Ora vado a leggermi il tuo post sulla città degli eccessi!

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  6. cara, grazie per la dritta. di letture in inglese però per il momento faccio a meno perchè mi sono sciroppata un librone da poco.
    A me è piaciuto tantissimo Il palazzo delle illusioni della Divakaruni. La saga dal punto di vista della regina è teneramente femminile....del resto la Divakaruni non è nuova a queste esperienze. Un'informazione: ma il film, secondo te, si trova anche in italiano?

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  7. Ho controllato nelle librerie on-line e ovviamente i libri di Narayan che citi in italiano sono ovviamente fuori catalogo e non disponibili. Non mi resta che comprarli in inglese su amazon, anche se ultimamente ho avuto brutte esperienze con le librerie on-line: è più di un mese che aspetto un libro ("The Thing Around Your Neck" di Chimamanda Ngozi Adichie, una delle mie scrittrici giovani preferite) e non ha intenzione di arrivare. Il "Gods, Demons & Others" poi su amazon ha tutte le edizioni senza l'immagine, il che di solito sta a significare che sta sta finendo e ne rimangono poche copie. Grrrrrr!!!
    Ma da quanto tempo è che hai questa passione (direi pure ossessione) per l'India? Sei venuta in possesso di certi libri che credo neanche alla British Library...

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  8. Nepalese,
    non ho letto Il palazzo delle illusioni, ho sentito parlare molto della sua rilettura dal punto di vista di Draupadi.
    In generale la Divakaruni non mi entusiasma molto, mi sembra più che altro che scriva benissimo, ma impacchetti i libri per affascinare il lettore in cerca di esotismo.
    Ma sul Palazzo delle illusioni non posso dire, me lo consigli?

    Il film esiste in DVD in inglese con i sottotitoli in italiano. Per fortuna hanno messo i sottotitoli e non l'hanno doppiato: è significativo il fatto che gli attori siano di diverse nazionalità, con accenti diversi...
    Ti consiglio sicuramente di guardarlo!


    Stefania,
    il Mahabharata raccontato da Narayan l'avevo comprato in libreria qualche anno fa (se vuoi te lo presto, se tro), mentre Dei e demoni l'avevo preso in biblioteca.
    Comunque ormai anche io ordino quasi unicamente on-line (per il momento non ho mai avuto problemi) oppure mi servo abbondantemente della biblioteca: con il prestito interbibliotecario riesco pure a prendere in prestito libri improbabili da tutte le biblioteche di Italia.

    La mia ossessione (parola corretta!) è nata ormai più di 6 anni fa, con l'arrivo di un libro di Basheer in una busta, con l'aiuto di altri libri e poi con un viaggio in India.
    In effetti questo libro me lo sono procurato alla fonte primaria, ovvero in India...

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  9. Silvia,
    C'e un libro in Marathi, si chiama Mrityunjay (The death conqueror). Non ho letto ma è molto famoso. Dice la storia di karna, non so se in primo persone. La traduzione in inglese è
    The death conqueror.
    Anche ho travato un review.

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  10. Te lo consiglio sicuramente. è molto bello, veramente. il punto di vista è femminile, è vero, ma l'immagine di Karna presentata è davvero gradevole. Scritto veramente bene. veramente.

    Cercherò il DVD. volevo procurarmelo in internet...mha...vediamo.

    Capisco e condivido il tuo amore per questo mondo. Sai, io cerco nella letteratura e nella cultura indiane (e orientale in genere) qualcosa che desidero ma...che non ho il coraggio di realizzare;i viaggi non compensano questi si torna a casa e si continua a mentire a se stessi troppo lungo...ah, è un discorso troppo lungo.....

    I libri di Narayan io li ho trovati in libreria.

    Per Stefania, che è veneta, prova alla Toletta a Venezia, sai bene che ha spesso rimanenze e sconti. Se non li ho presi tutti io qualcosa trovi.:)
    Dei e demoni c'è sicuramente, l'ho visto la scorsa settimana. é nella saletta interna, tra i libri della bur. Se non lo trovi fammi sapere che te lo faccio mettere da parte. P.S: è in italiano :)

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  11. Ah, Nepalese, con il tuo discorso troppo lungo cogli proprio nel segno. E nel sogno, quello di riuscire un giorno a vivere un po' più profondamente questi luoghi e un po' più profondamente noi stessi...

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  12. scusa cara, mi sono accorta adesso che il messaggio era un delirio: ogni tanto si sposta il sensore del mouse sul portatile, sovrascrivo e non me ne accorgo. Mi pare comunque che tu abbia capito il senso delle mie parole.

    Il sogno aiuta a vivere nel presente quella vita che pensiamo di aver già vissuto o che vorremmo vivere prossimamente. Questo in ottica indiana...ma alla fine neanche poi tanto indiana...basta crederci...o godere del fatto di volerci credere.
    Una cosa è certa: la letteratura indiana aiuta a proiettarsi più agevolmente in quella dimensione di possibilità o ripetizione.
    Sicuramente la mitologia ha ancora più accentuati questi aspetti. Il nostro destino non è poi così irrimediabilmente segnato e previsto........

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  13. Cara Sonia,
    anche per me la letteratura indiana ha la funzione di proiettarmi in quell'altra dimensione, e di non lasciarla andare troppo nel mondo dei sogni, di tenerla bene ancorata a me
    (per me è più possibilità che ripetizione, ma forse è la stessa cosa).

    Forse non c'entra niente, ma mentre leggevo ciò che hai scritto sul destino, sul sogno e sul coraggio di vivere altri mondi, mi sono venute in mente queste parole (dal Mahabharata di Narayan), visto che siamo in tema mahabharatico (lo so, vado sul pesante...):

    "Qual è la cosa più stupefacente al mondo?
    Giorno dopo giorno, ora dopo ora, gli uomini muoiono e i loro cadaveri vengono portati via. I vivi osservano, eppure non pensano che un giorno o l'altro anch'essi moriranno. Credono invece che vivranno per sempre. È questa la cosa più stupefacente al mondo."

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  14. @SILVIA: Io non conosco questa Divakaruni che citate, ma ieri mi sono capitati due dei suoi libri tra le mani: "Il Fiore del Desiderio" e "Sorella del Mio Cuore". Maledette queste edizioni Einaudi tutte uguali, un'Anita Desai (per dirti una scrittrice che secondo me non tende all'esotico per forza) potrebbe aver avuto la stessa copertina e lo stesso riassunto in quarta di copertina... (C'era anche un romanzo scritto da un'occidentale - dal nome - che si intitolava "Matrimonio a Bombay", ma va proprio di moda quest'India esotica, eh?)

    Purtroppo per il momento vivo in un paesino e la biblioteca è sfornita di prestito interbibliotecario, però hai ragione, non ci avevo pensato. Fino a qualche mese fa ero a Londra e quindi non avevo problemi a reperire libri da librerie e biblioteche, ma qui è un inferno. Per fortuna che fra un po' dovrei tornare a vivere a Venezia (si spera).

    @SONIA NEPALESE: Grazie per il consiglio, passerò alla Toletta a cercare "Dei e Demoni". In realtà il mio vizio è che mi piace leggere in inglese, ma questo lo posso leggere anche in italiano!

    @TUTTI: Oggi è l'anniversario della nascita di Gandhi!!! :-)

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  15. E' proprio vero, cercano di dare quell'immagine favoleggiante-esotica che magari non c'entra niente con il libro (ma magari sì).
    Ho visto dei cartelloni enormi di "Matrimonio a Bombay", al cinema oltre che in libreria, è interessante notare che nonostante il matrimonio (presumo) sia a Bombay, in copertina ci hanno messo il Taj Mahal, non l'omonimo hotel di Bombay, ma il Taj di Agra, che è "leggermente" più in su.
    Ma ci andranno almeno una volta nel libro (spero): vuoi visitare l'India e non vedere il Taj Mahal?
    Quando si parla di stereotipi indiani...

    Happy Gandhi Jayanti!

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  16. vuoi visitare l'India e non vedere il Taj Mahal?
    Quando si parla di stereotipi indiani...

    ...ecoo...a dire il vero io farei volentieri a meno. un anno ci sono andata accompagnando degli amici....ma....alla fine....c'è tanto altro di più interessante...ad esempio la fortezza di Agra...

    :)...in molti film dopo il matrimonio di va ad Agra...hai visto Fire della Metha? l'inizio è ad Agra......
    Comunque è un bel film quello

    RispondiElimina
  17. vuoi visitare l'India e non vedere il Taj Mahal?
    Quando si parla di stereotipi indiani...

    ...ecoo...a dire il vero io farei volentieri a meno. un anno ci sono andata accompagnando degli amici....ma....alla fine....c'è tanto altro di più interessante...ad esempio la fortezza di Agra...

    :)...in molti film dopo il matrimonio di va ad Agra...hai visto Fire della Metha? l'inizio è ad Agra......
    Comunque è un bel film quello

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  18. vuoi visitare l'India e non vedere il Taj Mahal?
    Quando si parla di stereotipi indiani...

    ...ecoo...a dire il vero io farei volentieri a meno. un anno ci sono andata accompagnando degli amici....ma....alla fine....c'è tanto altro di più interessante...ad esempio la fortezza di Agra...

    :)...in molti film dopo il matrimonio di va ad Agra...hai visto Fire della Metha? l'inizio è ad Agra......
    Comunque è un bel film quello

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  19. Sì, appunto, è proprio quello che volevo dire!
    India = Taj Mahal (e basta) mi sembra un po' riduttivo... anche se è vero che è una meta importantissima anche per gli indiani (sì: bello, Fire!).

    Nel libro in questione, ho letto che sono 3 giovani ragazze inglesi negli anni 20 che vanno in India perché una di loro si deve sposare (con un inglese, ovvio) e in cerca di esotismo e libertà. Ora voglio sapere se al Taj ci vanno oppure no!
    (ci andranno, ma il fatto che in un libro dove nel titolo c'è la parola "Bombay" - fra l'altro il titolo originale era del tutto diverso - ci sia il Taj Mahal è contro i miei principi editoriali!)

    RispondiElimina
  20. Ragazze ho visto "Fire" di Deepa Mehta, bello! Ora sto scaricando "Water" ma mi si è fermato.
    Nel frattempo sto guardando piano piano il Mahabharata di Peter Brook, mi piace l'idea del cast multietnico, rispecchia il fatto che la storia sia all'origine di tutta l'umanità e non solo degli indiani. Non so se sia questo lo spettro d'ampiezza del poema epico indiano per eccelenza o se Peter Brook abbia stravolto la cosa...
    Di certo ribalta la fissazione bollywoodiana per gli attori indiani con la pelle chiara e gli occhi verdi o azzurri.

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  21. Grande Stefania!

    Ci sono molte critiche sul fatto che Peter Brook abbia del tutto travisato molti dei concetti che pervadono la storia del Mahabharata. Comunque il suo intento non era filologico e il suo film rimane secondo me fantastico, anche se fosse tutto “sbagliato”.

    Sul cast multietnico, forse ti può interessare un libro, Bombay Duck di Farrukh Dondhy (non l’ho ancora letto, mi sta per arrivare: ti dirò!), in cui c’è un cast internazionale a Londra che vuole mettere in scena il Ramayana, con chiaro riferimento al Mahabharata di Brook.
    Penso che l’idea sia che questa cosa del multietnico che fa figo ed esotico sia una fissazione del tutto occidentale…

    RispondiElimina
  22. Qualcuno ha letto " matrimonio a bombay"?

    RispondiElimina
  23. Dopo questa grande pubblicità che gli abbiamo fatto...

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