Il prezzo della libertà e altri racconti
di Saadat Hasan Manto (1912-1955)
"Anche i cani dovranno decidere se essere indiani o pakistani."
Mentre ero occupata a cercare nuovi scrittori indiani all'ultimo grido, non mi ero accorta che era uscito, in italiano, un vero e proprio capolavoro che risale a circa 60 anni fa, ora pubblicato da Fuorilinea, una giovane casa editrice con il progetto di "scoprire scrittori e tematiche ingiustamente dimenticati o trascurati, ma che invece continuano ad avere un riscontro spesso incisivo nell’attualità".
Il prezzo della libertà e altri racconti è una raccolta di 15 short stories di Saadat Hasan Manto, autore nato indiano (nell'India britannica) nel 1912 e morto pakistano (giovane e alcolizzato) nel 1955, cantore in lingua urdu delle storie tragiche e assurde di chi ha vissuto gli anni dell'indipendenza e della Partizione.
Quella Partizione che nel 1947 ha diviso il subcontinente in due stati nemici e ha causato milioni di profughi e di morti da una parte e dall'altra del confine.
Sono racconti che gelano il sangue, che puntano i riflettori della Storia sulle storie di indù, musulmani e sikh, illuminandone disgrazie, massacri e assassini, stupri e miserie umane, senza spettacolarizzare, come brevi istantanee, immobili e potenti, di momenti agghiaccianti e di personaggi terribili e veri.
Assurdi, crudeli, amari e dissacranti, talvolta grotteschi, sono racconti diretti e imparziali, senza ornamenti o preamboli, spesso di poche pagine, che scuotono dal profondo viscere, cuore e cervello.
Alcuni geniali e di taglio satirico, come Toba Tek Singh, in cui dopo la Partizione India e Pakistan decidono di scambiarsi i matti reclusi nei manicomi: i matti musulmani vengono trasferiti in Pakistan e quelli sikh e indù in India. L'assurdità della Partizione prende così la voce dei malati mentali, un voce non più illogica della realtà stessa.
I racconti sono spesso ambientati a cavallo di quella linea di confine tracciata sulla carta che ha diviso famiglie e paesi e che contiene il nulla al suo interno, il nulla di quella terra di nessuno che non può essere né indiana né pakistana, e che quindi non ha senso, e che quindi è un vuoto capace di inghiottire l'uomo, le amicizie, i ricordi.
Ma ci sono racconti ambientati anche ad Amritsar, Bombay o Calcutta perché la nuova identità totalizzante di indù o musulmano, di indiano o pakistano ha coinvolto ormai tutti gli esseri umani, e forse anche tutti gli esseri viventi, come il cane che scodinzola da una parte all'altra del confine fra gli spari incrociati e divertiti dei soldati. Senza che poi questa nuova identità protegga dai propri simili, come nel racconto Apri!, in cui un'innocente fanciulla musulmana è vittima dei suoi stessi correligionari.
Accusato di cinismo, in realtà in molti racconti Manto si ferma un attimo prima del cinismo, attento a non varcarne la soglia, lasciando immaginare e omettendo l'inequivocabile realtà. In altri casi va talmente oltre il concetto stesso di cinismo che ogni tipo di giudizio perde il suo senso, come per esempio nel Lavoro di Dio, in cui il protagonista, trasferitosi in Pakistan e desideroso di compiere buone azioni in una missione salvifica per l'umanità, decide di "martirizzare" più gente possibile.
Scrittore controverso, accusato di oscenità e più volte processato per i suoi racconti, Manto replicò alle accuse dicendo: "se trovate i miei racconti osceni, è la società in cui vivete a esserlo. Con i miei racconti, io mi limito a esporre la verità".
Nato da una famiglia musulmana del Kashmir e cresciuto ad Amritsar, visse per anni a Bombay lavorando nel mondo del cinema, fino a quando si trasferì in Pakistan dopo la Partizione.
Morì a Lahore, quarantaduenne e devastato dall'alcol nella "terra dei puri" che non lo aveva saputo accogliere nonostante la promessa di libertà, personaggio tragico e scrittore sublime.
grazie per questo libro, che non conoscevo e che andrò subito a cercare.
RispondiEliminaun abbraccio,
cris
Grande Saadat, sono contenta che esca in italiano, e grande Silvia che ci illumini sempre con queste chicche. Notte serena!
RispondiEliminac.
care cris e klara,
RispondiEliminai racconti di Manto valgono veramente la pena di essere letti.
una giornata serena!
Grazie per questa bellissima segnalazione, che anche a me altrimenti sarebbe del tutto sfuggita!
RispondiEliminacome ho fatto a non vederlo prima?
RispondiEliminaNeanche io l'avevo visto subito!
RispondiEliminaMa ora diffondiamolo, è veramente notevole.