Ovvero la mia personalissima visione della letteratura indiana contemporanea in lingua inglese Ormai dieci anni fa, nel maggio 1997, si incontrarono a Londra undici scrittori indiani provenienti da diverse parti del mondo: fra gli altri, erano presenti Arundhati Roy, Rohinton Mistry, Vikram Seth, Amitav Ghosh, Vikram Chandra. Su tutti, poi, troneggiava il rinomatissimo Salman Rushdie. L’incontro era organizzato dal New Yorker per celebrare, nel cinquantesimo anniversario dell’indipendenza dell’India, il miracolo della letteratura indiana contemporanea in lingua inglese. A dire la verità, molti di questi scrittori non abitavano ormai più da tempo in India ed erano presenti scrittori anche non di nazionalità indiana ma provenienti da altri paesi sub-continente (Sri Lanka e Pakistan). L’organizzatore dell’incontro non seppe dire perché aveva scelto proprio quegli undici, né che cosa accumunava i vari autori, trovando estremamente difficile definire temi comuni o similitudini. Ma era indub
Grazie per avermi citata e linkata. Icroci di Civiltà è ormai diventato un incontro fisso anche con gli scrittori indiani (in passato ha ospitato anche Salman Rushdie, Anita e Kiran Desai, Meena Alexander).
RispondiEliminaEh, peccato che gli scrittori indiani siano di giovedì!
RispondiEliminaMi piacerebbe tanto andarci, ma purtroppo non posso proprio arrivare fino a Venezia, peccato che Seth e Saraogi mi piacciono molto, mentre la Doshi non l'ho letta.
RispondiEliminaGià, dispiace anche a me non andare, ci racconteranno le nostre amiche venete!
RispondiElimina