L'India a Torino
Come ormai tutti sapranno, quest’anno sarà l’India il paese ospite al Salone del Libro di Torino, che si terrà dal 13 al 17 maggio.
La pagina del sito del Salone dice che l’idea è quella di “privilegiare i narratori che sono rimasti in patria, a vivere e descrivere una realtà che con la sua debordante umanità resta un gigantesco serbatoio di storie capaci di coinvolgere il lettore.”
Per chi volesse iniziare a leggere qualche romanzo, comprare un libro da fare autografare o semplicemente iniziare a sognare un incontro, ecco qua gli scrittori che il Salone ci promette quest'anno.
Anita Desai.
Forse una delle mie scrittici preferite, già nota quando l’India non era ancora “di moda”. I suoi personaggi sono spesso degli esclusi che hanno fatto della solitudine la loro unica dimensione, impotenti di fronte alle situazioni in cui, loro malgrado, si sono ritrovati. La sua prosa, a tratti vera poesia, è impietosa e delicata, ricca di sfumature. Fra i miei titoli preferiti: Chiara luce del giorno, Notte e nebbia a Bombay, Fuoco sulla montagna, In custodia, Digiunare, divorare.
Anita Nair.
È diventata famosa a livello internazionale soprattutto per il romanzo Cuccette per signora, che descrive la vita di donne dell'India del sud che si raccontano a bordo di un treno. Come autrice a me non piace particolarmente, trovo i suoi personaggi un po' stereotipati, ma so che invece ha conquistato il cuore di molti lettori. Altri suoi titoli: Un uomo migliore, Padrona e amante, Il satiro della sotterranea.
Vikas Swarup.
Se Danny Boyle ha deciso di dirigere il Millionaire, è merito suo, visto che è l’autore di Le dodici domande, il libro da cui è stato tratto il film. Ora ha scritto anche un secondo libro, I sei sospetti. Diplomatico e scrittore, i suoi due romanzi sono entrambi avvincenti, sarcastici e amari, con trame che percorrono l’India moderna, fra slum, politica, mafia e Bollywood.
Tarun Tejpal.
Ha pubblicato i due romanzi L'alchimia del desiderio e La storia dei miei assassini. E' un rinomato giornalista d'inchiesta e ha fondato Tehelka, settimanale indiano famoso per le sue inchieste che hanno fatto tremare potenti e ministri e che, nonostante le intimidazioni e una temporanea chiusura, è riuscito a sovravvivere e a diventare uno dei settimanali più letti in India.
Altaf Tyrewala.
Giovane autore trentenne, di quelli che hanno studiato all’estero e poi sono tornati in patria, ha scritto Nessun dio in vista, scoppiettante staffetta di voci per le strade di una Bombay affollata e straripante di personaggi, di conflitti, di solitudini, di follie, senza più dèi in vista ma con ancora molte storie da raccontare.
Kiran Nagarkar.
Fra tutti, è l’unico che ha scritto, oltre che in inglese, anche nella sua lingua madre, il marathi. Scrittore molto famoso in India, è stato da poco pubblicato anche in Italia con Ravan & Eddie, un bellissimo romanzo che racconta le vite parallele di due ragazzini, uno cristiano e l'altro indù, in un chawl brulicante di persone, di storie e di vita negli anni '50 a Bombay.
Tishani Doshi.
E’ una scrittrice e poetessa di Madras, anche lei della generazione dei nuovi scrittori trentenni. In italiano si può leggere un suo racconto, Navjeevan Express, nella raccolta India - Cinque racconti, sei reportage, tre fumetti. E' la storia di un lungo viaggio in treno insieme alla madre, con compagni di viaggio tutt'altro che cordiali, con soste, ripensamenti e con un senso di impotenza di fronte a un mondo che sfugge e che rende esausti.
Vikram Chandra.
In realtà il sito del Salone dice che "non ha ancora sciolto le riserve” (cos'è, fa il prezioso?). E in realtà non è propriamente uno di quelli rimasti in patria, visto che vive a meta fra l'India e gli Stati Uniti. Ma la sua scrittura è veramente superlativa e il suo Giochi sacri, è uno dei romanzi più belli che ho letto negli ultimi anni che certamente "con la sua debordante umanità resta un gigantesco serbatoio di storie capaci di coinvolgere il lettore". Anche i precedenti Terra rossa e pioggia scroscainte e Amore e nostalgia a Bombay sono dei gran bei libri ricchi di gran belle storie.
Sukhetu Mehta.
Anche lui deve ancora “sciogliere” e anche lui ora se ne sta negli States. Ha scritto Maximum City, un reportage sulla città di Bombay, "la città degli eccessi" con le sue dimensioni sovraumane, con le sue mille storie di poliziotti e malavita, di ballerine nei locali a luci rosse, di immigrati bihari sui marciapiedi o negli slum, con il sogno di Bollywood o della realizzazione spirituale.
Gregory David Roberts.
Penso che ormai anche i sassi conoscano Shantaram, il romanzone avvincente e rocambolesco che parla della vita in quel di Bombay di quel rambo australiano-bollywoodiano nonché avanzo di galera dal cuore d’oro che è l’autore, Gregory David Roberts.
Buone letture!
Buone letture!
Grazie mille per questa bella panoramica! Mi sarà sicuramente utile dato che mi piacerebbe molto andare alla Fiera con almeno un minimo di preparazione su questi autori ^_^ Ora aspetto che mi arrivi "Gente di Mumbai" ma la lettura successiva quella sarà sicuramente dedicata a uno di questi libri :)
RispondiEliminaOoops, scusa gli errori di battitura ^_^
RispondiEliminaCara Silvia, tu fai un ottimo lavoro di informazione (come sempre) segnalando questi autori, peccato che il Salone del Libro non faccia altrettanto. Dalle informazioni che ho avuto questo strombazzato appuntamento sull'India si annuncia all'insegna del pressapochismo e della superficialità, seguendo criteri solo commerciali anziché culturali. Temo che gli scrittori indiani presenti saranno pochi e i dibattiti all'insegna del dilettantismo. Pensa che, benché a Torino ci sia un prestigiosissimo istituto di indianistica, gli indianisti di Torino non sono nemmeno stati coinvolti dal Salone del Libro...e se le premesse consistono nel talgiare fuori gli specialisti della materia, figurati il resto...
RispondiEliminaClaudia, mi fa piacere che ti sia stato utile. Fammi poi sapere come è Gente di Mumbai, non l'ho ancora letto.
RispondiEliminaMarco, mi dispiace sapere di questa superficialità. Tutto quello che so l'ho preso dal sito del Salone, ma per il momento in effetti alcune cose sono ancora lasciate molto sul vago.
Io sono stata solo una volta tanto tempo fa al Salone del libro e il tutto mi è sembrato molto commerciale, ma non mi sarei neanche aspettata diversamente da un appuntamento così su larga scala. Spero che comunque qualche messaggio culturale riesca a passare anche in questo modo, chissà.
Tu se hai notizie facci sapere!
Per chiunque passi di qui: mi scuso in anticipo se nei prossimi dieci giorni non risponderò ai commenti: domani parto per una conferenza negli Stati Uniti, ma continuate pure a scrivere o a dire la vostra, risponderò al mio ritorno!
ciao Silvia,
RispondiEliminabeh, credo che il Salone valga la pena anche solo per vedere Anita Desai - la mia preferita -, anche perchè qualche anno fa mi sono persa un festival molto interessante (Dedica Festival) dove lei era l'ospite per tre giorni. Ho ancora il nervoso per essermelo fatto scappare... quindi spero di vederla questa volta.
Tu l'hai già sentita o vista in qualche intervista dal vivo?
Brava Silvia: anche tu dal sito del Salone riprendi la frase sugli scrittori residenti, è la nbandiera di Metropoli d'Asia! E infatto i Turin people hanno modificato gli inviti: non ci sono più Sukethu Mehta e Vikram Chandra (un suo romanzo fu definito dal San Francisco Chronicle "Il miglior romanzo californiano dell'anno, sic!). E in compenso abbiamo altri due nostri autori di Delhi: Patil e Satwik. Aggiorneranno il sito a breve, spero...
RispondiElimina@ Elisa: Anita Desai sarà anche brava, ma sua figlia Kiran è molto meglio! Te la consiglio
RispondiEliminaciao
Cara Silvia, è molto bello il tuo blog sulla letteratura indiana e mi piace particolarmente la pagine sulla letteratura malayalam. Questa pagine in english del Salone http://en.salonelibro.it/salone/guest-country-2010-india.html
RispondiEliminamostra altri autori invitati come Sudhir Kakar (io so d'altra parte chè viene) e Radhika Jha. Forse ti verro qua. Saro felice di fare la tuo conoscenza (si dice cosi in italiano? Scusa, non ho imparto la lingua italiana anchè se è tanto bella)
ciao Chakori, se sei indiana o ti occupi di india mi piacerebbe conoscerti.
RispondiEliminaMarco/MilleOrienti
Eccomi qua, scusate il ritardo. Sono appena tornata e spero di non essere troppo fusa per il fuso orario, perdonatemi se faccio errori di ortografia o simili oscenità!
RispondiEliminaElisa e Marco,
l'Anita non l'ho mai vista dal vivo. Ho visto invece la figlia Kiran al festival della letteratura di Mantova. Come Marco sa, io preferisco invece la madre alla figlia, ma non c'è che dire: sono tutte e due molto brave!
Andrea,
mi fa molto piacere sapere della presenza di Patil e Satwik, anche se devo ammettere che mi dispiace che non ci siano Suketu Mehta e Vikram Chandra (evidentemente lo scioglimento delle riserve non ha funzionato!). Anche se non residenti, hanno scritto dei libri magnifici. Ma penso che non abbiano bisogno di "pubblicità" e che sia un'importante occasione per conoscere altri autori meno noti al di fuori dell'India.
Chakori,
grazie e benvenuta qui! Grazie per la pagina in inglese, da lì ho visto che ci sono anche altri autori interessanti, tipo Namita Devidayal e Indra Sinha.
Allora non appena ci sarà un programma più certo, scriverò un post di aggiornamento (e deciderò anche quando andare)!
Posso chiederti di dove sei? La tua lingua è il malayalam? Vivi in Italia? Sarà un grande piacere conoscerti!
Silvia, io sono francese, traddutrice di letteratura indiana dal inglese e dal malayalam in francese. Io vivo cinque mesi dell'anno a Trichur, Kerala, e sette mesi a Marseille. Saro in Francia dal 15 di april. Poi, a torino, certo!
RispondiEliminaAllora sei Dominique, vero? Ti conosco di fama!
RispondiEliminaComplimenti per le tue traduzioni e per aver portato il malayalam in Europa, ti ammiro molto.
Mi piacerebbe molto sapere delle tue esperienze di traduzione dal malayalam.
Allora a presto!
Anche a me piacerebbe conoscere Dominique e parlare di letteratura malayalam. Mi trovi al nostro blog (o nel nostro spazio presso lo stand Giunti a Torino, dove siete tutti/tutte invitati/e
RispondiEliminaGrazie per l'invito, io verrò con piacere!
RispondiEliminaTra meno di due settimane il programma verrà definitivamente chiuso e pubblicato, e ci saranno 9 scrittrici su 20 autori invitati, non male.
RispondiEliminaBuon lavoro
Grazie mille per l'informazione e complimenti per il tuo lavoro.
RispondiEliminaAspettiamo tutti trepidanti e fiduciosi!
Sul Manifesto di oggi c'è un articolo
RispondiEliminadi Maria Antonietta Saracino
sulla letteratura indiana, intitolato UN PATCHWORK FRA TRADIZIONE E MODERNITÀ,CONTRASTI indiani.
Da domani sarà online.
Grazie, l'ho appena letto!
RispondiEliminaRiporto il link per chi fosse interessato a leggerlo:
http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/argomenti/numero/20100406/pagina/11/pezzo/275442/
@Silvia: Fuso orario? Dove sei stata di bello?
RispondiEliminaConfermo quello che scrivi su Anita Nair, ho passato la metà di "Cuccette per Signora" ed è vero che ha dei personaggi un po' stereotipati. Non che sia un libro pessimo, per carità, ma ci sono molti altri scrittori indiani più talentuosi.
Salone del Libro di Torino: peccato per Chandra e Suketu (ormai lo chiamo per nome, ahahah!). Non hanno ancora aggiornato il sito, però! Io spero di esserci almeno nei primi giorni...
Stefania, mi fa piacere che siamo d'accordo sulle cuccette!
RispondiEliminaAnche a me dispiace per i nostri due amici... Chandra l'avevo visto a Mantova ed era stato molto coinvolgente. Ma sarà l'occasione per conoscere anche altri scrittori!
Stefania... mi sono dimenticata un pezzo: ormai lo sfasamento è scomparso, ero stata negli Stati Uniti a Philadelphia, a una conferenza (roba di lavoro, non di vacanze!).
RispondiEliminaDomani dovrebbe essere finalmente messo in rete il programma del salone - tra india e italia i ritardi diventano la norma...
RispondiEliminaPurtroppo non ci sarà anita desai, per problemi di salute.
Buona giornata
Cara Gioia,
RispondiEliminami scuso per il ritardo nella risposta, ho letto solo ora il commento: sono appena tornata dalla Siria e laggiù non sono mai riuscita a collegarmi a internet tranne i primi due giorni a Damasco.
Mi dispiace davvero molto per Anita Desai.
Ora scappo a studiare il programma!