Salman Rushdie
Ovvero colui che mi aprì le porte dell'India...
Allora inizio da lui... Che dire? Vive in Inghilterra da quando aveva quattrodici anni ed è cittadino britannico, eppure è considerato il padre della letteratura indiana contemporanea in lingua inglese.
Salman Rushdie nasce a Mumbai nel 1947, anno dell’indipendenza dell’India, studia a Cambridge e dopo essersi laureato torna a vivere con la sua famiglia in Pakistan, per poi ritornare nuovamente in Inghilterra e scrivere il suo primo romanzo, Grimus, completamente ignorato dalla critica. La sorte opposta spetta però al suo secondo romanzo, I figli della mezzanotte, uscito nel 1981, immediatamente premiato con il Booker Prize e vent’anni dopo con il Booker of Bookers, ovvero il migliore dei Bookers degli ultimi venticinque anni.
Da questo momento iniziano a nascere tutti quei “figli della mezzanotte” letterari dell’India e si inizia a parlare sempre più diffusamente di letteratura indiana in lingua inglese, post-moderna, post-coloniale.
Dopo La vergogna, allegoria della vicenda e della storia del Pakistan, pubblica il famoso e dannato Versi satanici, per cui viene accusato di blasfemia nei confronti dell’Islam e condannato a morte con una fatwa indetta dagli ayatollah iraniani. Sicuramente questo lo porta di nuovo alla ribalta internazionale, ma se la vede davvero brutta fra le minacce, gli attentati e addirittura l’omicidio di uno dei suoi traduttori.
Seguono vari romanzi (L’ultimo sospiro del moro, Furia) e vari premi internazionali, fra cui la candidatura al Nobel, mai vinto. Nel 2005 è uscito il romanzo Shalimar il clown, ambientato fra il Kashmir e gli Stati Uniti.
Per me, resta il primo scrittore indiano che ho letto e forse, ancora, il mio preferito.
ma che bell'aggiornamento grafico!!
RispondiEliminaGrazie, mi sono finalmente decisa a mettere mano a questa cosa che avevo abbandonato a se stessa...
RispondiEliminaCome vedrai, lo sto anche un po' riaggiornando.
In realta' grazie a te, che mi hai "trovato" e mi hai dato fiducia che qualcuno legge quello che scrivo! Grazie!