Dangerlok
di Eunice de Souza
È questa uno delle foto più frequenti di Eunice de Souza, che prima di leggere Dangerlok conoscevo principalmente come poetessa (soprattutto attraverso la raccolta Women in Dutch Painting).
E Rina, la protagonista di Dangerlok, me la sono immaginata proprio così, con un pappagallo in testa, in vestaglia, a guardare fuori della finestra in una cucina nella periferia di Bombay.
Un po' folle, come devono pensare i vicini o i colleghi, molto indipendente, arguta, autoironica, e molto sola, una donna single di mezza età che vive in un minuscolo appartamento in una zona periferica di Bombay.
La sua è una storia fatta di cucine, di francobolli da andare a comprare da dipendenti delle poste scorbutici che sembrano gnomi, di corse sui treni e sugli autobus affollati in mezzo al traffico solo raramente intramezzate da quelle in taxi - quando si ci può concedere il lusso, delle classi di studenti curiosi o annoiati del college dove insegna letteratura inglese, di discorsi e pettegolezzi della bai (la domestica con la quale si intrattiene spesso a parlare), delle vicende meschine e divertenti del vicinato, di pappagalli verdi da accudire, di frequenti lettere a un ex che ora sta negli States, di riflessioni sulla letteratura postcoloniale in inglese, di una Bombay invivibile ma che è l'unico posto dove si può vivere, di una sigaretta e una tazza di tè.
E anche di dangerlok, di tipi fastidiosi e pericolosi presenti in ogni dove, come la bai ha battezzato nella sua lingua tutta particolare tutti quelli che non le piacciono.
Queste cento pagine hanno un ritmo che è come la metrica di un poema e che inanella tutte queste piccole situazioni lungo un filo di ironia: è il ritmo della quotidianità di una città che ha sullo sfondo tutti i problemi di una nazione complessa e in movimento, ma che è fatta di angoli, treni, quartieri e di gente che trova sempre il modo di affaccendarsi, di lamentarsi e di sorridere di sé.
Ho provato a cercalo in libreria prima di Natale, ma niente. Adesso, dopo aver letto la tua recensione DEVO trovarlo. Credo mi piacerà molto! un abbraccio forte!
RispondiEliminaIo è da tempo che lo avevo lì e aspettavo di leggerlo.
RispondiEliminaComunque neanche io l'avevo trovato in libreria, però me l'ero fatto ordinare ed è arrivato subito.
Penso che ti piacerà!
Un bacione
Questo libro è un gioiellino. Buffo che anche io mi sono immaginata Rina come Eunice in quella foto :-) baci dalla nostra Bombay :-))))
RispondiEliminaSecondo me Rina è proprio così... ma d'altra parte Eunice parla tanto di se in questo libretto che Rina è Eunice e viceversa...
RispondiEliminaSalutami Bombay e un abbraccio!
Sono contenta che sia un bel libro. L'ho comprato tempo fa ma alcune recensioni negative mi avevano scoraggiata. Grazie silvia.
RispondiEliminaSono preoccupata per la pila di libri sul mio comodino....intima compagna ma troppo imponenete
Ciao Silvia, sono sempre un po' arenato sulle sabbie di un... Fiume di Fuoco! Quindi faccio una breve deviazione su Bombay, molto volentieri. L'ho appena ordinato... Grazie mille! Ciao
RispondiEliminaCiao Sonia e Gianni, e scusate il ritardo.
RispondiEliminaAnche la mia pila è molto imponente, ma alla fine è sempre rassicurante e dà speranza al futuro!
Gianni, capisco perfettamente che a tratti sul fiume ci si può un po' arenare... basta prendersi una pausa (e questo mi sembra il libro adatto, si legge tutto d'un fiato in un paio d'ore) prima di annegare!
Fammi sapere!
Bello Silvia, me lo voglio comprare anche io.
RispondiEliminaMa prima voglio finire Mehwish parla al sole che ho appena cominciato dopo aver letto il tuo post e che mi piace tantissimo.
Grazie e tanti baci,
cris
Ciao Cristina!
RispondiEliminaIo ho appena finito l'altro di Uzma Aslam Khan, Trasgressione.
Anche lui molto bello, ma Mehwish lo era di più (d'altra parte l'ha scritto dopo, quindi è migliorata!).
ciao!
Anch'io lo devo leggere da tanto. Adesso che mi dici che è così corto corro a comprarlo (ultimamente manca anche il tempo). Adesso sto leggendo "Meatless Days" di Sara Suleri, un'altra di quelle scrittrici pakistane che sanno rendere non banali le cose che scrivono. Non credo però che sia tradotto in italiano, peccato.
RispondiEliminaSì, è bello corto e veloce! :-)
RispondiEliminaGrazie del consiglio, mi procuro Meatless days: è molto ricercato come inglese? Se non è troppo complicato in genere riesco a leggere tranquillamente.
Allora, Sara Suleri ha un vocabolario molto ricco, ma non direi che è di difficile comprensione. E' un memoir romanzato, dove si lavora per metafore e tematiche anziché per momenti salienti della propria vita.
RispondiEliminaBene, molto interessante, grazie mille!
RispondiEliminaConfermo: corto, veloce e molto piacevole. E' una storia 'minima', ma... arriva. Grazie mille ancora
RispondiEliminaBene, mi fa molto piacere!
RispondiEliminaGrazie a te!